Il direttore dell'Agenzia delle entrate, Massimo Romano, 56 anni, è stato indagato dalla Procura di Roma in relazione alla vicenda della pubblicazione su internet delle dichiarazioni dei redditi. Il reato ipotizzato a carico del dirigente è quello previsto dall'articolo 167 della legge sulla privacy, che sancisce il trattamento illecito dei dati «diversi da quelli sensibili e giudiziari che presenta rischi specifici per i diritti e le libertà fondamentali».
Secondo quanto si è appreso, nei confronti di Romano è stato anche emesso un invito a comparire. Gli inquirenti inquadrano le accuse in base anche all'articolo 17 sempre della legge sulla privacy, che riguarda i «limiti all'utilizzabilità dei dati personali». Il fascicolo d'inchiesta è stato aperto dal procuratore aggiunto Franco Ionta e dal pm Francesco Polino sabato scorso, dopo che il Garante era intervenuto facendo ritirare all'Agenzia delle entrate la pubblicazione on-line, fatta il 30 aprile, dei 730 e dei 740. All'attenzione di chi indaga è intanto arrivato l'esposto dell'associazione dei consumatori Codacons. Gli accertamenti, delegati alla polizia postale, in questi giorni, sono proseguiti e hanno portato alla identificazione di tutti quei siti, più o meno «aperti», che negli ultimi giorni hanno avviato un vero e proprio commercio sulle liste delle dichiarazioni dei redditi.