Quando la prepotenza premia l'aggressore e compiace ad un tipo di cronaca!Mi riferisco ad uno episodio di qualche settimana fa accaduto in ambiente universitario in cui uno studente è rimasto vittima di una aggressione da parte di un coetaneo, che volendo imporre a tutti i costi la propria prepotenza fisica ha finito per indurre la reazione naturale dell'aggredito, il quale nel solo tentativo di liberarsi ha procurato inevitabilmente e suo malgrado qualche lacerazione all'aggressore. L'arte di alcuni giornalisti, che per esistere e sentirsi protagonisti fanno della mistificazione dei fatti il loro cavallo di battaglia, ha contribuito ad alimentare la deprecazione e la condanna di chi aggredito è finito per apparire il vero aggressore e il responsabile da perseguire. A questo punto c'è da chiedersi se aver cura di sè e proteggere la propria incolumità, di fronte a chi con prepotenza e per il solo gusto di fare violenza psicologica e fisica attenti alla persona altrui ,vada considerato un reato o piuttosto è qualcosa su cui chi scrive sui giornali, chi legge e chi vedendo le cose solo a fatti compiuti non debba un attimo riflettere e pensare quale sarebbe stata la propria reazione trovandosi nei panni del malcapitato.Ciò che ci è dato vedere o sentire o leggere potrebbe avere una dinamica completamente diversa. E qui penso... che sia accaduto proprio questo! E questa volta, come in altri casi, la stampa la sua parte di danno l'ha fatto, e come! Così i giornalisti che hanno riportato l'evento possono ancora una volta sentirsi appagati e soddisfatti! Del resto, perchè no? Hanno stupito l'opinione pubblica, raccontando un'altra realta completamente diversa e fantasiosa frutto della loro immaginazione o presa chissà da quale fonte; infine hanno ottenuto quello che cercavano: una maggiore tiratura del proprio giornale, mantenendo il lettore sospeso nell'attesa di qualche altra loro baggianata! Senza entrare nel merito di risvolti giuridici o pseudo tali, senza dover cercare di tracciare una linea di demarcazione tra ciò che è e ciò che non è legittima difesa per non arrogarsi competenze illecite, c'è però da chiedersi :-fino a quanto e fin dove è consentito a chicchessia di abusare della libertà altrui, di mettere in atto minaccie e prepotenze del tutto gratuite per il solo gusto di farle, di mettere in pericolo la incolumita' di chi si è preso di mira, senza che sia giustificata una risposta all'abuso?Ogni cosa può e deve avere un limite, questo rientra nella natura delle cose e le persone non sfuggono a queste regole. Come spesso accade sono proprio le regole della convivenza civile che vengono concepite e vissute in modo troppo personalistico e per questo distorte e rese innaturali, inducendo chi è colpevole a mentire proprio perchè può contare su complici compiacenti o per necessità o per circostanze o per la loro personale naturale indifferenza.Dopo tutto molti misfatti ed azioni deprecabili,. che finiscono per colpire vittime ignare ed innocenti, non trovano giustizia e non conducono al vero colpevole per l'indifferenza di chi ha visto e non vuole parlare, o perchè è complice e per necessità o perchè il silenzio è più conveniente.Sarebbe opportuna una più attenta ed onesta riflessione da parte di chi ha già chiuso l'episodio emettendo sentenza di condanna ingannato dalle apparenze!
Universitari non cresciuti
Quando la prepotenza premia l'aggressore e compiace ad un tipo di cronaca!Mi riferisco ad uno episodio di qualche settimana fa accaduto in ambiente universitario in cui uno studente è rimasto vittima di una aggressione da parte di un coetaneo, che volendo imporre a tutti i costi la propria prepotenza fisica ha finito per indurre la reazione naturale dell'aggredito, il quale nel solo tentativo di liberarsi ha procurato inevitabilmente e suo malgrado qualche lacerazione all'aggressore. L'arte di alcuni giornalisti, che per esistere e sentirsi protagonisti fanno della mistificazione dei fatti il loro cavallo di battaglia, ha contribuito ad alimentare la deprecazione e la condanna di chi aggredito è finito per apparire il vero aggressore e il responsabile da perseguire. A questo punto c'è da chiedersi se aver cura di sè e proteggere la propria incolumità, di fronte a chi con prepotenza e per il solo gusto di fare violenza psicologica e fisica attenti alla persona altrui ,vada considerato un reato o piuttosto è qualcosa su cui chi scrive sui giornali, chi legge e chi vedendo le cose solo a fatti compiuti non debba un attimo riflettere e pensare quale sarebbe stata la propria reazione trovandosi nei panni del malcapitato.Ciò che ci è dato vedere o sentire o leggere potrebbe avere una dinamica completamente diversa. E qui penso... che sia accaduto proprio questo! E questa volta, come in altri casi, la stampa la sua parte di danno l'ha fatto, e come! Così i giornalisti che hanno riportato l'evento possono ancora una volta sentirsi appagati e soddisfatti! Del resto, perchè no? Hanno stupito l'opinione pubblica, raccontando un'altra realta completamente diversa e fantasiosa frutto della loro immaginazione o presa chissà da quale fonte; infine hanno ottenuto quello che cercavano: una maggiore tiratura del proprio giornale, mantenendo il lettore sospeso nell'attesa di qualche altra loro baggianata! Senza entrare nel merito di risvolti giuridici o pseudo tali, senza dover cercare di tracciare una linea di demarcazione tra ciò che è e ciò che non è legittima difesa per non arrogarsi competenze illecite, c'è però da chiedersi :-fino a quanto e fin dove è consentito a chicchessia di abusare della libertà altrui, di mettere in atto minaccie e prepotenze del tutto gratuite per il solo gusto di farle, di mettere in pericolo la incolumita' di chi si è preso di mira, senza che sia giustificata una risposta all'abuso?Ogni cosa può e deve avere un limite, questo rientra nella natura delle cose e le persone non sfuggono a queste regole. Come spesso accade sono proprio le regole della convivenza civile che vengono concepite e vissute in modo troppo personalistico e per questo distorte e rese innaturali, inducendo chi è colpevole a mentire proprio perchè può contare su complici compiacenti o per necessità o per circostanze o per la loro personale naturale indifferenza.Dopo tutto molti misfatti ed azioni deprecabili,. che finiscono per colpire vittime ignare ed innocenti, non trovano giustizia e non conducono al vero colpevole per l'indifferenza di chi ha visto e non vuole parlare, o perchè è complice e per necessità o perchè il silenzio è più conveniente.Sarebbe opportuna una più attenta ed onesta riflessione da parte di chi ha già chiuso l'episodio emettendo sentenza di condanna ingannato dalle apparenze!