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Con il passaggio all’euro


la Chiesa Cattolica ha colto “l’occasione offerta dal funerale della lira per porre rimedio ai vuoti della questua” arrotondando le tariffe, dice il Corriere della Sera. (4 gennaio 2002) Con una circolare mandata a tutte le parrocchie il Vicariato di Roma “apporta alcuni ritocchi al ‘tariffario’. L’obolo per la celebrazione di una messa, che prima era di sole 15.000 lire, passa a 10 euro (19.363 lire). L’offerta massima per un matrimonio, che prima era di 450.000 lire, aumenta a 270 euro (523.000 lire)”. La circolare specifica però che “la cifra riguarda i matrimoni celebrati per gli ‘esterni’, mentre per i parrocchiani l’offerta rimane libera, così come per battesimi e funerali”. Per i parroci romani resta comunque il problema di trovare spesso le cassette delle offerte sconsolatamente vuote, forse per “una certa avarizia dei fedeli, unita a un calo delle presenze”, dice il quotidiano.