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Post N° 338


Pasto plurimo aggravato: un abitante di New York è stato dentro e fuori di prigione più di 31 volte per lo stesso reato; mangiare a sbafo. Il trentaseienne entra in un ristorante, ordina un aperitivo e un buon pasto, che conclude con un bel caffè. Quando arriva il conto, spiega al cameriere che non ha un soldo e aspetta di essere arrestato. Perché lo fa? “Fuori la vita è dura”, dice questo senzatetto. Secondo lui in prigione c’è ordine, si mangia a orari fissi e il cibo è buono. Inoltre, quest’uomo non vuole rubare o fare del male ad altri; vuole solo mangiare bene e avere un letto pulito e un luogo tranquillo per dormire. Perciò in tribunale si dichiara sempre colpevole e chiede il massimo della pena. Per tenerlo in prigione i contribuenti devono pagare 162 dollari al giorno. Per il suo ultimo pasto da 51 dollari e 31 centesimi ha scontato una condanna a 90 giorni di prigione, che è costata 14.580 dollari. Negli ultimi cinque anni questo signore è costato alla città di New York più di 250.000 dollari. “Gli avvocati della Legal Aid [un’organizzazione che provvede assistenza legale ai poveri]”, dice il New York Times, hanno “visto un numero esiguo ma crescente di persone che commettono piccoli reati allo scopo di andare in prigione” per “sfuggire alla povertà o alla fame”.