Un blog creato da cassetta2 il 07/11/2003

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L'importante è lasciarsi dietro un segno, un qualcosa per farsi ricordare, non importa che sia scritto per sempre su un libro di storia o solo un giorno su un ascensore.

 
 
 
 
 
 

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James Cameron è tornato

Post n°2415 pubblicato il 18 Gennaio 2010 da cassetta2

Ieri sera dopo aver precauzionalmente prenotato sabato via Web, mi sono accomodato al multisala di Torri di Quartesolo, per vedere Avatar (in 2D, per il 3D è come prendere appuntamento per una TAC).
Nonostante una sceneggiatura decisamente semplice, siamo di fronte a un lavoro tecnicamente perfetto. Non c'è nulla che non sia stato curato nel più piccolo dettaglio e, di conseguenza, niente è lasciato al caso. Il pianeta e i suoi abitanti, sono al momento il meglio che ci si possa aspettare dall'accurato lavoro di computer grafica di un folto manipolo di grandi esperti senza praticamente nessun limite di budget. Le riprese sul set con veri attori durano, su un tempo totale di oltre 2 ore e mezza solo una trentina di minuti. Le immagini hanno quel sapore magico e leggermente onirico, che regala il brivido del videogioco. Insomma siamo dentro un sogno dove la natura ha vinto, prima di svegliarci a colpi di arma da fuoco e scoprire che era solo una vittoria temporanea.
Cameron pesca citazioni a piene mani dalla storia del cinema e da se stesso: tra quelle che sono riuscito ad identificare ce ne sono da “Pitch Black”, “Pocahontas”, “Tarzan”, “Balla coi Lupi”, “l'invasione degli ultracorpi”, “Apocalypse Now”. E poi ci sono i sogni nostalgici dei figli dei fiori, c'è la spietata multinazionale, c'è lo sterminio della popolazione indigena, c'è il crollo delle torri gemelle, c’è il passaggio delle ruspe nella foresta amazzonica, c'è il reietto ex doppiogiochista. Qualche dolce residuo avanzato dal "Titanic" colora a tinte leggermente melense la parte centrale del film, che però si riprende alla grande nella inevitabile battaglia finale. Consigliato vivamente, ricordatevi i fazzoletti.

 
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