against pedophilia

Post N° 6


“Save the Children Italia ha avviato nella città di Roma un progetto, denominato ‘Orizzonti a colori’, finalizzato alla prevenzione della devianza e il reinserimento sociale di minori stranieri sottoposti a procedimento penale. Tra gli obiettivi previsti dal progetto è compresa un’attività di educativa di strada, realizzata da un educatore e due peer educators delle principali nazionalità a cui appartengono i minori a rischio di devianza. Il progetto si pone in sostanziale continuità con il lavoro di unità di strada realizzato a Roma dal progetto ‘Solidea’, avviato 4 anni fa nella capitale dalla Casa dei Diritti Sociali. È proprio nell’ambito di quest’ultimo progetto che è stato possibile raccogliere una serie di testimonianze sulla diffusione di Internet come strumento di adescamento e intermediazione della prostituzione giovanile straniera, con particolare riguardo ad alcuni ragazzi (anche minorenni), di nazionalità rumena.A Roma è sempre stato presente un fenomeno di prostituzione maschile, anche minorile, in determinate zone del centro storico. Negli ultimi mesi, secondo le testimonianze degli operatori di strada del progetto Solidea, alcuni ragazzi di origine rumena hanno avviato un mercato di prostituzione maschile e femminile che utilizza Internet come canale di diffusione e intermediazione. Il meccanismo raccontato da alcuni testimoni può essere descritto in questi termini generali: una coppia di partner, maschio e femmina, dediti alla prostituzione di strada, decide di ampliare il proprio giro di affari. Utilizzando una webcam e un computer collegato in Internet riesce a contattare alcuni possibili clienti interessati alla fruizione di prestazioni sessuali (sia del maschio che della femmina). Dopo il primo contatto visivo via Internet (fondamentale per il cliente, che vuole verificare la ‘qualità’ della ‘merce’), si organizza un appuntamento presso l’appartamento di residenza della coppia, in una stanza dedicata in modo specifico a tale scopo. In tempi successivi, la coppia allarga il giro dell’adescamento, pubblicizzando su Internet, sempre attraverso webcam, immagini di familiari e amici, alcuni dei quali minorenni, disposti a prostituirsi. In alcuni casi, il successo dell’iniziativa consente l’avvio di un meccanismo di migrazione a scopo sessuale. È importante sottolineare che in questo caso, a differenza della tratta, la migrazione non è gestita dal racket o da organizzazioni malavitose internazionali, ma in proprio, da una cerchia di conoscenti. La coppia organizzatrice mette a disposizione la strumentazione Internet e una stanza riservata, contando su una percentuale degli incassi. Interrogati a proposito, i protagonisti del fenomeno hanno dichiarato di essersi ispirati a sistemi di prostituzione on-line messi in atto nella città di Zurigo (Svizzera). Come nella città elvetica, anche a Roma il meccanismo di pubblicizzazione si poggia su alcuni siti di chat, spesso di contenuto omosessuale o pornografico. Ci sembra significativo rilevare l’atteggiamento dei protagonisti della vicenda, che considerano tale forma di prostituzione un ‘salto di qualità’ rispetto alle forme tradizionali di prostituzione su strada. Il fenomeno che abbiamo descritto sta muovendo in Italia i primi passi e non può essere considerato nei termini di una vera e propria emergenza. In ogni caso, si tratta di un campanello d’allarme da non trascurare, che può determinare notevoli difficoltà per gli operatori sociali: sganciato dalla strada, il fenomeno della prostituzione maschile minorile potrebbe divenire talmente sommerso da rendere difficilmente praticabile una forma di intervento diretto sui protagonisti della vicenda. In questo senso, alcuni episodi recenti di adescamento sessuale di minorenni via messaggi di testo o video messaggi su cellulare (SMS o MMS), lasciano intuire una nuova frontiera della pedofilia e dello sfruttamento sessuale dei minorenni, che non ci sembra corretto trascurare” (A cura di Stop-it, Prostituzione giovanile e nuove tecnologie: alcuni campanelli d’allarme dal territorio, in Minori nella Rete. Terzo rapporto di Stop-it sulla pedo-pornografia online, pp. 12-13)