PENSIERI & PAROLE

PRIMA DELLA BUFERA


 Ciao fratello mio. È importante che ti continui a scrivere in questi tempi avversi e pericolanti. Attendo (direi quasi con ansia) l'arrivo della bufera. Ero forte ti ricordi? Ero forte come e più di un dio perche nessuno poteva sperare di pregarmi, di piegarmi o di spiegarmi. Ero forte ti ricordi? Beh quant'è passato? Qualche anno forse. Forse si leggono ancora sulle punte delle dita. Eppure ora fratello mio tutto è cambiato. Il mondo ci opprime. Che presunzione dirai, il mondo a malapena sa che siamo qui. Eppure egli ci conosce, ci riconosce. Piano piano, lentamente ci logora e ci ammaestra. Ci rende schiavi delle piccole nicchie che ci costruiamo per sentirci al sicuro. È proprio li che ci disarma, ci prende quando siamo vulnerabili, sorridenti e seminudi, pronti a farci sbranare dall'ombra che abbiamo alle spalle. Ero forte fratello, e lo eri anche tu. Non avevamo paura, non avevamo vergogna, non avevamo concorrenza, ne coscienza. Eppure eccomi. Pronto a vendere briciole di pane per ammucchiare sale. L'avresti mai detto? Probabilmente si. Tu sapevi o almeno avevi intuito che sarei rimasto fermo ad aspettare. Ho atteso a sufficienza. Il momento è giunto. Come il giunco che si oppone al vento fino all'ultimo spasmo dirompente così la mia fortezza di carta e cioccolato ha ceduto alla furia dei mille elementi. Dei diecimila eventi, delle infinite illusioni. Ed ora cosa rimane fratello mio? Un fusto avvizo? Magari radici in una terra arida. Seccata dal nostro succhiare, attingere, senza mai irrigare. Ginganteggia rigida la mia ombra. Ma è solo un paliativo del buio null'altro.