Creato da misswarner il 04/03/2006
 

My TRUE HATE...

Nella vita è meglio avere fortuna che talento....life it's a match point..

 

 

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TRIP............

Post n°22 pubblicato il 03 Marzo 2007 da misswarner

E' un esemplare fantastico, mia cara!”
“Lo sapevo che ti sarebbe piaciuto...Oh, mi raccomando...”
“Ma certo...Sarò muta come una tomba!”
“Ah!..Ah!..Ah!..”
“Ah!..Ah!..Ah!...”
“Ti adoro quando usi le espressioni idiomatiche dei terrestri!..”
“Mmm...dammi un bacio...”

Quando le due donne si abbracciarono, le brune ali metalliche si aprirono lievemente e le loro antenne iniziarono a vibrare. I corpi color ebano formavano insieme una figura contorta, una scultura astratta di carne bronzea.

“Mmm...aspetta: ho bisogno di “carburante”. Dai, fammi assaggiare questa delizia!..”

“Hai ragione...A volte non so controllarmi. Prendo i bicchieri.”

Le due venusiane guardarono il ragazzo collegato alla macchina al centro della stanza. Un giovane rappresentante della razza umana, con un fisico scultoreo e la pelle glabra. Non doveva avere più di sedici anni. I capelli erano biondi e un po’ lunghi. Gli occhi azzurri spalancati cercavano di sopperire all’immobilità del corpo muovendosi freneticamente. Si era appena svegliato e non sapeva dove si trovava.

Il suo sguardo si spostava dai colori intensi delle scene di guerre interplanetarie dipinte sulle pareti alle piante e fiori alieni dentro teche di vetro, dalle alte colonne di marmo bianco screziate di verde ai cuscini color madreperla sul pavimento nero lucido, dentro cui annegava il riflesso della stanza e dei suoi occupanti.

Nel campo visivo del ragazzo adesso erano entrate due figure femminili.

Avanzavano verso di lui. Gli occhi gialli risplendevano dentro i corpi bruni con le ali che si aprivano e chiudevano ritmicamente. Ali come quelle dei coleotteri.

La macchina che lo tratteneva aveva una forma elicoidale. Tubicini di plastica e cavi metallici collegavano ad essa il cervello, il cuore e tutti gli altri organi vitali del giovane umano. I polsi e le caviglie erano bloccati da bracciali. Un morso gli impediva di parlare. Le palpebre erano mantenute aperte da piccoli ganci.

Una delle due venusiane gli accarezzò dolcemente il torace. Le sue antenne fremevano di eccitazione. Le lunghe dita sottili lambirono la pelle rosea ed elastica, si soffermarono sui capezzoli morbidi e poi sfiorarono una guancia del ragazzo impaurito. Intanto l’altra gli accarezzava i capelli.

“Pensa, l’ho trovato in un esclusivo villaggio turistico solo per Venusiani. Vietato ai Terrestri. Lavorava lì come cameriere. Ho dovuto pagare dieci milioni di crediti per averlo.”

“E’ bellissimo. Ti invidio molto.”

“Oh...ma io non sono egoista,” disse la prima donna e le porse il bicchiere di cristallo. Poi spinse un bottone sulla macchina che iniziò a ronzare leggermente. Un tubicino di plastica trasparente collegato alla giugulare del ragazzo iniziò a riempirsi di sangue. Il liquido rosso scuro fluì fino ad un contenitore di vetro che cominciò lentamente a colmarsi sotto gli sguardi deliziati e bramosi delle due abitanti di Venere.

La macchina conservava inalterate le funzioni organiche, la bellezza e il vigore dell’adolescente durante la cospicua perdita di sangue. Le droghe iniettate direttamente nel cervello lo rendevano particolarmente reattivo agli stimoli erotici senza privarlo della lucidità mentale. Consapevole di ogni cosa fino alla fine.

Le due donne guardarono giù e risero della sua erezione. Una di loro lo fissò intensamente negli occhi. Quindi gli sfiorò la sommità del pene con l’indice che poi fece scivolare per tutta la lunghezza del giovane membro. L’altra Venusiana ancora sorrideva. La prima donna socchiuse gli occhi e avvicinò le proprie labbra a quelle del ragazzo. Gli occhi della sua compagna scintillarono di cupidigia.

Il recipiente era pieno.

Le Venusiane versarono il sangue nei bicchieri e il biondo adolescente fu abbandonato con il pene ancora eretto che pulsava.

I riflessi del cristallo esaltavano il colore rosso scuro del liquido vitale. Puro sangue di giovane Terrestre in stato di eccitazione sessuale. Una leccornia. Le due donne  lo bevvero piano assaporandone la vischiosità e l’intenso gusto ferroso.

“Mmm...”

“Delizioso...delizioso...”

“Sai a cosa stavo pensando, mia cara?”

“A cosa?”

“Pensavo che potrei essere generosa questa sera.”

I discorsi si sovrapponevano, migliaia di parole si confondevano nella sala illuminata dalle luci rosse. Gli ospiti, uomini e donne di Venere, sorridevano, si scambiavano battute, ridevano, si separavano e si riunivano. Fantasmi in un mare di sangue. I corpi bruni luminosi di riflessi rossi e violacei scorrevano davanti agli occhi del ragazzo costretto nella macchina come una pietra preziosa in un monile. Gli occhi alieni osservavano la giovane vittima studiandone ogni centimetro di pelle, pregustando il succo di quella carne così fresca, di quel corpo roseo che la particolare illuminazione rendeva ancora più attraente. Ogni tanto i Venusiani e le Venusiane, a turno, si avvicinavano e gli sfioravano i capelli o le guance; oppure gli accarezzavano la pelle tesa dei pettorali, delle braccia e dell’addome. Qualcuno gli impugnava il pene o i testicoli per pochi secondi.

La padrona di casa aveva provveduto ad aumentare la dose di droga eccitante insieme ad un’altra che gli avrebbe impedito di eiaculare. Il corpo del terrestre era scosso dai brividi, tutti i suoi muscoli in tensione. L’intero organismo era prigioniero di una tormentosa condizione di  preorgasmo che non si sarebbe mai conclusa in un estasi liberatoria.

La Venusiana si rese conto di aver esagerato: la macchina non sarebbe riuscita a conservarlo per un altro giorno. Poco importava: quella sera si sarebbe consumato comunque. I suoi amici erano avidi di sangue terrestre almeno quanto lei. Appena si riempivano, i contenitori passavano tra gli ospiti che continuarono a bere anche durante gli accoppiamenti.

Gli occhi del ragazzo spalancati, bloccati dalla macchina, erano costretti a guardare. L’unico sollievo gli derivava dal pensiero che potesse trattarsi di un incubo dal quale si sarebbe svegliato da un momento all’altro; ma il terrore si nutriva della consapevolezza che quella sarebbe stata la sua ultima realtà.

Alle parole si erano sostituiti i respiri, gli ansiti veloci, le vibrazioni delle antenne, il battito delle ali. Qualcuno, al colmo dell’estasi, copulava sospeso in aria. Le figure disarticolate e  intrecciate assomigliavano alle fantasmagorie di un incubo o ad un folle catalogo di posizioni sessuali. I bicchieri di cristallo giravano veloci, erano subito svuotati, a volte cadevano per terra -allora qualcuno  ripuliva il pavimento da ogni goccia ingoiando anche le schegge di cristallo- e il loro contenuto era usato anche per dei pazzeschi giochi erotici.

E’ incredibile quanto sangue possa contenere un giovane umano!

L’ultimo recipiente fu tolto dalla macchina. Era pieno solo a metà. I Venusiani e le Venusiane, finito di fornicare, bevvero l’ultimo bicchiere: due dita a testa.

Il giovane terrestre vedeva una donna di Venere avvicinarglisi sempre di più. Sorridendo. Le sue dita gli accarezzarono i capelli, scesero sul collo. Sottili vene azzurro trasparente decoravano il corpo virile e insieme acerbo del ragazzo. La Venusiana infine lo baciò sulla bocca, a lungo. Poi si staccò. Arretrò di un paio di passi e spense la macchina.

I cavi furono staccati. Le manette aperte. Il ragazzo cadde per terra, totalmente inerte, afflosciandosi come una bambola. Il cadavere, bianco e con gli occhi ancora sbarrati, rimase per un po’ sul pavimento, sotto gli sguardi divertiti degli uomini e le donne di Venere.  Quindi lo portarono via e lo gettarono nell’inceneritore.

Ora la padrona di casa aveva una sorpresa per i suoi ospiti: aveva registrato tutte le sensazioni provate dal terrestre durante la festa! Un terminale, collegato al cervello dell’adolescente, aveva convertito tutto quello che questi sentiva in suoni e immagini olografiche.

“Sei impareggiabile, mia cara.”

“Sì, davvero!”

“Un tesoro.”

“Unica!”

La Venusiana accese il proiettore, inserì il disco e spense le luci.

Nella stanza buia iniziò lo spettacolo.

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Commenti al Post:
Wizard491
Wizard491 il 06/03/07 alle 21:03 via WEB
...se l hai trovato da qualche parte e l hai inserito, me ne sto...se l hai scritto tu la domanda è una: cosa devo fare per intrattenere un rapporto epistolare con te? ...dammi un cenno... ciao Wiz
 
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