PRINCIPESSA SI NASCE

Post N° 177


Leggo su ELLE di settembre alla sezione “BlogNotes” l’esperienza di una lettrice alle prese con la selezione di un gruppo di ragazze per uno stage: Al primo incontro si sono presentate tutte in versione Maria Goretti, con un’aria “molto pulita”. Al secondo, erano già un po’ più baldanzose, ma sempre con un certo bon ton. Poi ho fatto la mia scelta e lo stage è iniziato. Si sono presentate versione “velina” esibendo tatuaggi tipo carcerati e pantalone a vita bassa ma talmente tanto bassa che si può definire “a fianchi bassi”. Terminato lo stage ho dovuto cospargermi il capo di cenere con i miei superiori. Ma come si fa a prevedere tutto ciò? E mi chiedo: è possibile che la maggior parte dei ragazzi non sappia distinguere il luogo di un futuro possibile lavoro da una discoteca?
 Che non si rendano conto che non è solo la prima impressione che conta, ma anche la seconda, la terza, la quarta, la quinta,… finché non si ha in mano un contratto di lavoro sicuro? E penso: forse sarà un problema delle grandi città, dove è più facile crescere “con mille grilli per la testa”, come direbbe la mia mamma (oddio, parlo come lei… sono proprio invecchiata!
)Poi mi ricordo dell’esperienza vissuta in primavera dal Cavaliere senza Macchia e senza Paura, sia nello studio tecnico dove lavora che nel negozio di sua sorella, e mi ricredo subito: purtroppo la situazione è simile anche in provincia!
 E dal momento che l’argomento è ampio e sto raccogliendo parecchio materiale a riguardo ho deciso di aprire un nuovo tag: “quelli che… lo stage”!