BDsM

BDsM e Psicologia (Parte Seconda).


I sub parlano spesso del subspace definendolo come una sorta di liberazione, libertà e espansione del proprio io durante una scena, nei termini di un abbassamento delle barriere difensive e di totale assenza del dolore. Poche volte ho trovato persone che più chiaramente descrivono un’esperienza così completa di vulnerabilità. Il punto è che in ogniuno di noi, sommerso o accuratamente chiuso in un cassetto, c’è il desiderio di liberarsi (tramite la resa) dell’immagine sociale di se stessi. Come se attraverso la resa ci sentissimo liberi del nostro sé posticcio che altro non è che una sorta di maschera. In genere questo è tanto più forte quanto nel’infanzia si è stati sottoposti al più bieco dei ricatti: “Caro figlio, non ti amo perchè sei mio figlio ma solo perchè sei bello, buono, bravo, ecc...”. Il sé posticcio proviene infatti dalla teoria di un famoso psicoanalista che considerò come la maggior parte dei genitori richiedono ai propri figli di comportarsi in un dato modo per ottenere il loro amore. Per un bambino, l'amore dei genitori è un fattore di sopravvivenza e per questo il bambino proietta un altro "se stesso" che ottenga l'approvazione dei genitori e ottenga amore e approvazione. Il sé posticcio è di norma una specie di armatura. Una situazione banale per alcuni ma forte per altri può talora far crollare barriere difensive durate anche decenni e liberare la persona dal suo "sé posticcio". Questa condizione si accompagna al desiderio di rinascere nel proprio "vero" io. In profondità desideriamo abbandonare, ripulirci, come parte di un più generale desiderio di venire conosciuti o riconosciuti. La prospettiva di arrendersi può venire accompagnata da una sensazione di terrore o sollievo o persino estasi. È una delle poche esperienze che ci consentono di "vivere nel momento" - totalmente nel presente. Il suo obiettivo definitivo è la scoperta della propria identità, del proprio senso di sé, del proprio senso di totalità, persino del senso di comunione con altri esseri viventi. La gioia in spirito che ne deriva trascende totalmente il dolore da cui viene originata. Un dolore ricercato può talvolta avvicinarsi all'estasi mistica. Nel contesto di questa resa, può occorrere una esperienza di negazione di se stessi nella sottomissione, quando la persona sia affascinata dal proprio partner dominante. L'intensità del masochismo è una testimonianza viva della necessità che alcune parti della personalità hanno di emergere ed esprimersi. La resa è quindi niente altro che il processo di dissoluzione controllata di legami che ci imprigionano.Il desiderio più profondo è quello di venire raggiunti, conosciuti e accettati in una ambiente sicuro che genitori narcisisti, disfunzionali o apprensivi non sono stati in grado di fornire al bambino in giovane età. La fantasia di venire violentati, davvero molto comune, può avere significati molto differenti. Tra di essi non sarà difficile trovare, talvolta piuttosto sommerso, il desiderio di una profonda resa. Il sottomesso desidera venire trovato, riconosciuto, penetrato nel profondo per poter diventare reale; o, come direbbe più correttamente uno psicologo, per "manifestarsi".