Nelle Marche non è Carnevale senza scroccafusi. Sono delle palline di pasta lessate in acqua bollente e poi fritte, spolverate di zucchero e bagnate con alchermes. Le radici di questa ricetta sono antiche e legate al mondo rurale. Ancora oggi si tramanda di generazione in generazione seguendo fedelmente l'antica procedura. Sono croccanti e non a caso il loro nome deriva dal suono dello scrocchiare di questi dolci sotto i denti al momento dell'assaggio. Sono tipici della zona del maceratese e in altre zone delle Marche cambiano nome: ad Arquata del Tronto sono chiamati "stummeri" e ad Osimo e dintorni erano detti "cecetti" per la loro dimensione alquanto ridotta. Un avvertimento: secondo un'antica superstizione maceratese, se un estraneo entra in cucina mentre la massaia è intenta a prepararli, questi dolci non riescono bene.
Gli scroccafusi
Nelle Marche non è Carnevale senza scroccafusi. Sono delle palline di pasta lessate in acqua bollente e poi fritte, spolverate di zucchero e bagnate con alchermes. Le radici di questa ricetta sono antiche e legate al mondo rurale. Ancora oggi si tramanda di generazione in generazione seguendo fedelmente l'antica procedura. Sono croccanti e non a caso il loro nome deriva dal suono dello scrocchiare di questi dolci sotto i denti al momento dell'assaggio. Sono tipici della zona del maceratese e in altre zone delle Marche cambiano nome: ad Arquata del Tronto sono chiamati "stummeri" e ad Osimo e dintorni erano detti "cecetti" per la loro dimensione alquanto ridotta. Un avvertimento: secondo un'antica superstizione maceratese, se un estraneo entra in cucina mentre la massaia è intenta a prepararli, questi dolci non riescono bene.