Progetto&Cantiere

La casa rurale


Il paesaggio antropico della civiltà rurale contadina, costruito attraverso il lavoro di pastori ed agricoltori generazione dopo generazione, ha subito negli ultimi decenni infinite alterazioni. Specialmente nel dopoguerra, la frenesia di costruire e di "rimodernare" senza alcun criterio ha fatto sì che la maggior parte dei paesi di montagna, negli ultimi trent’anni, siano diventati “irriconoscibili”. E’ necessario e doveroso quindi, da parte dei committenti e dei professionisti coinvolti a costruire in questi luoghi (e non solo in questi luoghi), essere maggiormente responsabili e contribuire a riscoprire un comune linguaggio locale che oggi può solo essere espressione di conoscenza e sensibilità culturale.Abbiamo quindi analizzato e individuato gli elementi formali, tipologici e costruttivi rappresentativi dell’architettura rurale contadina reinterpretandoli con il linguaggio dell’architettura contemporanea in quanto riteniamo inopportuno ed anacronistico ricostruire oggi edifici che erano espressione di un diverso contesto socio-economico, storico e culturale.
L'ambiente, le tecniche agrarie, la maggiore o minore disponibilità di beni, la consistenza del nucleo familiare, sono alcuni fattori che hanno condizionato le scelte del costruttore-fruitore della casa contadina, imponendogli forme, materiali tradizionali e tecniche edilizie collaudate, orientamento e dimensionamento dell’edifici.In generale possiamo distinguere edifici a “forma aperta”, con ampie comunicazioni esterne (scale, ballatoi, loggiati) ed edifici a “forma chiusa” (più diffusi con clima freddo ed a latitudini maggiori), con comunicazioni interne e  volumi interrotti solo dai fori delle finestre e della porta. Gli edifici, generalmente a due-tre livelli, erano collegati all'esterno attraverso scale in pietra o legno oppure sfruttando abilmente la pendenza del terreno. Al piano terra c’era il porticato con colonne, ad archi o architrave, costituito da una o due arcate. Avevano la funzione di semplice arcone delimitante un andito distributivo ovvero di spazio coperto dove svolgere diverse attività. Dalla metà del XVI secolo viene introdotto nelle dimore rustiche il porticato ed il loggiato ad archi su colonne di ispirazione rinascimentale. Davanti c’era la “curt” lastricata con pietre piatte, uno spazio che  serviva a battere il frumento. Sotto il portico c’erano gli accessi alla cucina, alla stalla e alla cantina. La cucina (il cuore della casa) era un locale poco luminoso e spesso fumoso, con pavimento di lastre o in terra battuta e il soffitto in travi di legno (o a volta): in questo ambiente il fuoco del camino in parete riscaldava quello che era l'unico locale caldo della casa. Il cortile antistante la casa (curt), era di solito recintato da un muro nel quale si apriva il portale ad arco o ad architrave protetto d un tettuccio di tegole. Le case più antiche avevano all’esterno, al primo piano, un ballatoio con parapetto in legno a cui si accedeva da una scala esterna in legno o pietra. La funzione del ballatoio o loggiato era quella di esporre i prodotti agricoli per favorire l’essiccazione o la maturazione.Al primo piano c’erano le camere da letto con soffitti in travi di legno e una vasta camera/ripostiglio (cameròt) dove si collocavano la frutta, le castagne, le rape e le patate per l’inverno. Sopra le camere c’era il solaio che serviva per ripostiglio della legna.