Creato da progettoecantiere il 01/09/2011

Progetto&Cantiere

Architettura

 

 

Riflessioni sull'abitare contemporaneo

Post n°6 pubblicato il 21 Settembre 2011 da progettoecantiere

In questo momento storico tre crisi stanno trasformando il mondo e il nostro modo di viverci: la crisi energetica, la crisi ambientale e la crisi economica.
E’ evidente come sia necessario modificare i modi di progettare, produrre e gestire le abitazioni e sviluppare soluzioni che siano compatibili con il nostro contesto culturale e ambientale, che siano sostenibili (anche da un punto di vista economico) ed accessibili ad un vasto bacino di utenti.
Migliorando la qualità architettonica e costruttiva dell'edificio aumentiamo il suo valore, lo rendiamo maggiormente appetibile agli operatori del mercato immobiliare e restituiamo fiducia all'acquirente, sempre più selettivo e alla ricerca del miglior rapporto qualità-prezzo.

1) L'edificio residenziale deve essere concepito e realizzato per creare un habitat che assicuri benessere psicofisico all’abitante. E’ necessario quindi aprire a nuove forme dell’abitare che siano espressione dei bisogni individuali dell’uomo (sicurezza, intimità, privacy, confort, funzionalità) ed espressione delle sue differenti identità. Una forma aperta e flessibile in grado di adattarsi a differenti stili di vita, che consenta ad ognuno di dare forma alla propria vita ed alla propria casa secondo i propri bisogni (che possono mutare nel tempo).

2) Deve essere sostenibile ed ambientalmente responsabile, “capace di soddisfare i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle future generazioni di soddisfare i loro propri bisogni”. Deve essere quindi progettato utilizzando i principi dell'architettura bioclimatica per ridurre l'energia necessaria al riscaldamento invernale ed al raffrescamento estivo degli ambienti confinati, contribuire alla diminuzione dell'emissione di gas serra nell'atmosfera utilizzando fonti energetiche gratuite e rinnovabili, valutare i fabbisogni abitativi e ridurre l'uso del territorio e l'alterazione del paesaggio.

3) Deve essere in continuità con la tradizione culturale e costruttiva del luogo ma anche guardare al futuro, integrando materiali, tecniche e tecnologie contemporanee e quindi  essere espressione del linguaggio formale e costruttivo della cultura architettonica contemporanea.

4) Deve essere costruito con materiali ecologici, possibilmente di origine naturale, non nocivi per la salute dell’uomo, prodotti con un basso consumo di energia e con una bassa produzione di rifiuti per il loro smaltimento una volta esaurito il loro ciclo di vita. La scelta dei materiali deve privilegiare l'impiego di quelli di provenienza locale, per ridurre le spese e l'inquinamento dovuto al trasporto. Anche le tecnologie costruttive devono essere preferibilmente semplici ed in uso nella tradizione del luogo.

5) Deve essere espressione di semplicità costruttiva ed estetica: “less is more”, la celebre citazione dell’architetto tedesco Mies van der Rohe sintetizza alla perfezione il concetto di semplicità e di minimalismo. La semplicità non è solo un concetto intellettuale, ma è anche un’emozione, con tutto il suo valore estetico di armonia, che comunica intensamente a prima vista. Il minimalismo è un atteggiamento mentale, una filosofia di vita da applicare nella vita quotidiana. Ottenere il massimo del risultato col minimo dei mezzi è un atteggiamento sano nei confronti della cultura dominante odierna dello spreco, figlia della società dei consumi.

6) Deve integrarsi con la natura. Per il pensiero romantico, la natura è la sconfinata dimora, l'habitat, la casa in cui l'uomo viene ospitato insieme agli altri esseri viventi. Un concetto contenuto nella stessa parola ecologia che dal greco oikos significa appunto casa. Ed essendo ospite, coinquilino, l'uomo deve essere responsabile, per garantire un futuro alle generazioni future. Deve aprirsi allo spazio esterno (attraverso terrazze, logge, patii), il dentro e il fuori non devono essere separati da un confine rigidamente stabilito. I giardini privati e condominiali, i cortili e gli spazi aperti  comuni devono favorire l’incontro e la socializzazione, devono essere funzionalmente collegati agli alloggi, essere privi di barriere architettoniche ed essere accessibili a tutti. Devono essere progettati per salvaguardare, e valorizzare la flora ed il paesaggio del luogo, devono essere realizzati con essenze locali, a bassa manutenzione ed a contenuto consumo idrico.

7) Deve aprirsi alla tecnologia (home automation) che deve essere un contributo alla semplificazione della gestione della casa (accensione automatica della luce in presenza di persone, chiusura delle persiane, tende da sole, gestione dell’impianto di entertainment), contribuire alla riduzione di energia (attraverso la regolazione della temperatura nelle diverse zone della casa in modo indipendente e in funzione delle modalità di utilizzo, la temporizzazione degli elettrodomestici, il controllo dell’illuminazione), alla maggiore sicurezza e protezione dell’ambiente domestico (rivelatori di gas metano e fumo, antifurto).

8) Deve essere accessibile e usufruibile da un bacino di utenza il più ampio possibile: anziani, bambini, disabili fisici, visivi ed uditivi, mediante l’eliminazione delle barriere architettoniche, visive e sensoriali.

 
 
 

La casa rurale

Post n°5 pubblicato il 21 Settembre 2011 da progettoecantiere
 

Il paesaggio antropico della civiltà rurale contadina, costruito attraverso il lavoro di pastori ed agricoltori generazione dopo generazione, ha subito negli ultimi decenni infinite alterazioni. Specialmente nel dopoguerra, la frenesia di costruire e di "rimodernare" senza alcun criterio ha fatto sì che la maggior parte dei paesi di montagna, negli ultimi trent’anni, siano diventati “irriconoscibili”. E’ necessario e doveroso quindi, da parte dei committenti e dei professionisti coinvolti a costruire in questi luoghi (e non solo in questi luoghi), essere maggiormente responsabili e contribuire a riscoprire un comune linguaggio locale che oggi può solo essere espressione di conoscenza e sensibilità culturale.
Abbiamo quindi analizzato e individuato gli elementi formali, tipologici e costruttivi rappresentativi dell’architettura rurale contadina reinterpretandoli con il linguaggio dell’architettura contemporanea in quanto riteniamo inopportuno ed anacronistico ricostruire oggi edifici che erano espressione di un diverso contesto socio-economico, storico e culturale.


L'ambiente, le tecniche agrarie, la maggiore o minore disponibilità di beni, la consistenza del nucleo familiare, sono alcuni fattori che hanno condizionato le scelte del costruttore-fruitore della casa contadina, imponendogli forme, materiali tradizionali e tecniche edilizie collaudate, orientamento e dimensionamento dell’edifici.In generale possiamo distinguere edifici a “forma aperta”, con ampie comunicazioni esterne (scale, ballatoi, loggiati) ed edifici a “forma chiusa” (più diffusi con clima freddo ed a latitudini maggiori), con comunicazioni interne e  volumi interrotti solo dai fori delle finestre e della porta. Gli edifici, generalmente a due-tre livelli, erano collegati all'esterno attraverso scale in pietra o legno oppure sfruttando abilmente la pendenza del terreno. Al piano terra c’era il porticato con colonne, ad archi o architrave, costituito da una o due arcate. Avevano la funzione di semplice arcone delimitante un andito distributivo ovvero di spazio coperto dove svolgere diverse attività. Dalla metà del XVI secolo viene introdotto nelle dimore rustiche il porticato ed il loggiato ad archi su colonne di ispirazione rinascimentale.
Davanti c’era la “curt” lastricata con pietre piatte, uno spazio che  serviva a battere il frumento. Sotto il portico c’erano gli accessi alla cucina, alla stalla e alla cantina. La cucina (il cuore della casa) era un locale poco luminoso e spesso fumoso, con pavimento di lastre o in terra battuta e il soffitto in travi di legno (o a volta): in questo ambiente il fuoco del camino in parete riscaldava quello che era l'unico locale caldo della casa.
Il cortile antistante la casa (curt), era di solito recintato da un muro nel quale si apriva il portale ad arco o ad architrave protetto d un tettuccio di tegole.
Le case più antiche avevano all’esterno, al primo piano, un ballatoio con parapetto in legno a cui si accedeva da una scala esterna in legno o pietra. La funzione del ballatoio o loggiato era quella di esporre i prodotti agricoli per favorire l’essiccazione o la maturazione.Al primo piano c’erano le camere da letto con soffitti in travi di legno e una vasta camera/ripostiglio (cameròt) dove si collocavano la frutta, le castagne, le rape e le patate per l’inverno. Sopra le camere c’era il solaio che serviva per ripostiglio della legna.

 
 
 

Villa unifamiliare a Sorisole

Post n°4 pubblicato il 03 Settembre 2011 da progettoecantiere
 

E' in fase di progettazione la costruzione di un'abitazione unifamiliare a Sorisole (BG), all'interno di un piano di lottizzazione di recente attuazione.
 

PLANIMETRIA LOTTO

PIANO TERRA

PIANO PRIMO





 

 
 
 

Progetto&Cantiere s.r.l.

Post n°3 pubblicato il 01 Settembre 2011 da progettoecantiere

La società ha per oggetto l'espletamento di attività di Engineering e la prestazione di servizi tecnici attinenti l'architettura e l'ingegneria, in particolare la progettazione e costruzione di edifici di interesse sia pubblico  che privato in ambito residenziale, commerciale, terziario-amministrativo, industriale e sportivo.L'edificio è progettato e costruito a partire dalle specificità del luogo in cui si colloca, per perseguire gli obiettivi di salvaguardia dell'ambiente, di uso razionale delle risorse, di benessere fisico e psichico in rapporto alla qualità dell'abitare, prestando particolare attenzione all'uso di materiali ecologici la cui trasformazione avviene nel ciclo biofisico naturale.

La sede si trova in Piazza Matteotti 6, 24121 Bergamo (BG).
Contatti: T035236230 F 035236421 email:progettoecantiere@libero.it

 
 
 
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