Piume al vento

sei settembre


E quel giorno, dopo carezze e gemiti, mi ha detto:“Posso farti una domanda?”“Si” risposi "A dicembre quando tuo figlio sarà laureato la tua vita potrebbe cambiare?“Non pensi che stiamo bene insieme?”Ero deluso, mi aspettavo qualcosa di più. .ehm …sfavillante, come domanda.“Forse potrebbe cambiare” mentii.“Lo pensi anche tu? Io trovo che stiamo bene insieme. Mi piace stare con te perché non ci annoiamo mai. Anche quando non parliamo, anche quando non ci tocchiamo, anche quando non siamo nella stessa stanza non mi annoio. Non mi annoio mai. Credo che sia perché ho fiducia in te, ho fiducia nei tuoi pensieri. Lo capisci? Tutto quello che vedo in te e tutto quello che non vedo, mi piace. Tuttavia conosco i tuoi difetti. Tu vali di più di quel che fai vedere, ed io il contrario. Io ho bisogno del tuo sguardo per avere un po’ più di…di sostanza? Come si dice? Di consistenza? Quando si vuol dire che qualcuno è interessante dentro?“Profondità” dissi io“Ecco! Sono come un aquilone, se qualcuno non tiene la spoletta, pluff, me ne volo via…E tu, è divertente, mi dico spesso che sei forte abbastanza per trattenermi e abbastanza intelligente per farmi filare…”“Perché mi dici queste cose?” chiesi“Avevo voglia che le sapessi. Non lo so…perché è incredibile incontrare qualcuno e dirsi: con questa persona sto bene”.“Ma perché mi dici ciò adesso?“ insistetti“Perché qualche volta ho l’impressione che non ti renda conto della fortuna che abbiamo avuto”“Stai per lasciarmi?” aprii gli occhi“No” E siamo stati zitti.Dopo il rientro dalla vacanze, le chiesi se potevo vederla un attimo, in una giornata non prevista. L’ho portata a prendere un caffè vicino al suo ufficio. Ad un certo punto lei mi chiese se preferivo la paura di perderla o il coraggio di sopportare la perdita, ed era serissima, ed io ho risposto impallidendo che ero andato da lei per dirle che non potevo fare promesse, che non ero capace di trovare gli spazi per vederla e che non volevo lasciare mia moglie. Avevo paura del troppo amore, “Ti ringrazio, hai detto le parole che aspettavo, Sì, ho accettato questo caffè per sentire queste tue parole. Era un po’ rischioso. Dopo 10 anni con queste tue parole metti un “punto” e cestini tutto.Usciamo da qui, camminiamo.Ho avuto quello che mi merito per la mia cocciutaggine. Non riuscivo a lasciarti. Non posso passare la vita ad aspettarti” ma io…Niente."Bisognava che sentissi quelle parole. Bisognava che provassi di persona, che toccassi con mano, comprendi? Cosa ti fa’ paura di me? Sono troppo giovane, ho un figlio ancora adolescente? Hai paura di dovermi mantenere? Risposi solo che forse avevo paura del troppo amore.Mi guardò come se mi stesse dando dell’imbecille.“Tu mi lascerai andare eh? Mi lascerai? Mi lasci andare vero? Inutile chiederti di ripensarci Non ti chiedo di rifletterci” mi disse. Risposi invece che ci avrei riflettuto a lungo, ma dal suo sguardo capiì che non ci credeva, e forse non ci credevo nemmeno io.Ho fatto cenno di sì e ho aggiunto che non era solo lei a non dormire la notte.Mi ha dato un bacio sulla guancia e mi ha detto “Ciao” e ha scosso la testa da destra a sinistra.Non l’ho rincorsa, No. Sono andato a casa. Mi sentivo un’enorme debolezza, una grandissima stanchezza. Già da alcuni mesi ero ossessionato da un albero morto. A qualsiasi ora del giorno e della notte, sognavo di salire su un albero morto e mi lasciavo scivolare dentro il suo tronco vuoto. E la caduta era dolce, dolce…come se rimbalzassi sulla corolla di un paracadute. Ci pensavo in continuazione. In macchina, a tavola cercando di addormentarmi. Scalavo il mio albero e mi lasciavo precipitare.Depressione? No, non questo parolone, per favore ,non potevo permettermi questo genere di capriccio, per decenza. Ero stanchissimo. E i miei ricordi i miei rimpianti, la vigliaccheria mi buttavano a terra ancora di più. Gli occhi socchiusi, pensavo al disastro che era la mia vita. La felicità, forse ,era a portata di mano e l’avevo lasciata passare per non complicarmi l’esistenza. Era tuttavia semplice. Bastava tenderla, quella mano. Il resto si sarebbe sistemato in un modo o in un altro. Tutto alla fine si accomoda quando si è felici, penso.Si, ne sono certo, non so granché, ma questo lo so. Non sono più lungimirante di altri, ho solo il doppio degli anni di altri. La vita, anche quando tu la neghi, anche quando la trascuri, anche quando rifiuti di ammetterlo, è più forte di te. Più forte di tutto. Le persone sono tornate dai campi di concentramento e hanno fatto figli, Uomini e donne che sono stati torturati, che hanno visto morire i loro cari e bruciare le proprie case, hanno ricominciato a correre dietro all’autobus, a commentare le previsioni del tempo. E’ incredibile, ma vero. La Vita è più forte di ogni cosa. E poi chi siamo noi per darci tanta importanza? Ci agitiamo, parliamo a voce alta e allora? Perché? E dopo, che?E allora è una stupidata l’amore? E così? Non funziona mai?Sì funziona, ma bisogna battersi, almeno un po’. Un piccolo passo al giorno, con il coraggio di essere se stessi.