Piume al vento

Post N° 337


Ti prego non chiedermi nulla, perché il passato a volte ritorna e mi prende ogni volta quando dici che m’ami, quando il tuo fiato sul collo m’arriccia i capelli. Aspetto la notte per non fare più ombra, alle mie tante ragioni che mi vorrebbero ora, su una strada qualunque in un budello di luna, invece di questa terrazza mentre mi prendi e ti sazi, di quest’incanto che t’offro che dici, ma è pelle di cuore ed il resto non conta. Respiro la notte e ingoio gli odori, per sentirmi padrona su un viale di Roma, di nuovo regina dei gatti di strada, dei pali di luce che corrono storti, al vento che tira e m'alza la gonna. Sa di mare e d'invidia, di quando a vent’anni m’era tutto concesso, di trucco che cola, come anima munta , di piscio che scola sotto le suole. Lo sento quel vento che m’asciuga le pieghe, d’un sesso stanotte che nessuno ha disfatto, d’un seno che mostro e sa di mignotta, inutile ai fari che passano in fretta, sterile e vano come lacrime secche d’una donna che piange sotto la pioggia.