Piume al vento
del femminile« . | . » |
Mi chiamo Alice. Il nome è un passaporto verso la legalità e la rispettabilità; I miei nomi sono come soffi nel vento Un oggetto venduto potrà essere sostituito da un altro, Il mio patrimonio vitale me lo sono giocato in fretta Ci sono quelli a cui piace vivere sempre nella stessa casa. No, io non mi fermo! Le strade scorrono veloci sotto i miei tacchi Sognare è un lusso di chi ha speranza Ma io non mi devo ritrovare, sono sempre ovunque Chi lo vive? Chi lo posiede? Nessuno puo trovarmi. Lo tengo attraente per coloro che vorranno spezzare Non ho un passato da ricordare, Mi nascondo per accettarmi Forse perchè in fondo la clandestinità Vivere nonostante tutto Ecco il senso unico del mio esserci;
Ieri ero Irene e domani si vedrà.
Il mio vero nome io lo scelgo ogni giorno
per sentirmi sempre nuova;
rinata ad ogni alba.
un alito di poche lettere che racchiudono una storia.
per chiamarmi ci vogliono molti aliti,
sempre diversi
ma i respiri sono capolavori unici, irripetibili,
insostituibili.
senza avere il tempo di pensare.
voci dense e strade, tante strade che si sono intrecciate
e lasciate davanti al mio sguardo.
come cambio nome
cambio anche strada.
per tutta la vita.
E' un bisogno o forse credono che avendo radici salde
sicuramente daranno buoni frutti,
eppure
ho visto troppi frutti andati a male nonostante venissero
dagli alberi migliori.
le mie uniche radici.
Appena il tallone si appoggia,
subito il ginocchio lo richiama verso di sè
perchè l'asfalto non è un terreno fertile
su cui piantare sogni.
Però, è un luogo adatto per seppellirceli.
e io non ne ho alcuna,
non ho mai avuto un credo
chi crede ha bisogno di orientarsi,
così che nella ricerca possa ritrova se stesso.
mai da nessuna parte.
Non appartengo, non possiedo.
Non ho un dove, non un quando
però ho due tacchi, tanti nomi ed un corpo
di cui sono proprietaria senza viverci.
Chi offre per averlo.
e quando qualcuno di nuovo arriva,
io scappo a rintanarmi
nello spazio infinito del nulla,
mi iberno sotto il sole dell'odio.
Si dice che la libertà ha un prezzo
io lo pago nella clandestinità del mio animo.
L'aspetto più difficile del mio vivere;
occuparmi di un corpo che è ragione del mio esistere
ma anche dell'esilio da me stessa.
la mia persona in due: da un lato il corpo,
dall'altro io.
il mio futuro è già passato,
senza che me ne accorgessi.
Le stagioni sono le rughe
che si aggiungono nel mio animo.
E' così che mi misuro,
perchè non ho età.
e vivo per fondermi nel mistero.
Non provo a rompere le catene
di questa prigionia tinta di libertà,
perchè nessuno mi vorrebbe mai accanto a sè
proprio come io stessa non mi voglio.
del mio animo non mi impedisce di conoscermi,
mentre quella che troverei fuori
mi accuserebbe di non esserci
di non esistere, di non vivere.
perchè l'attimo estremo dell'esistenza
appartiene alla morte.
La morte è imparziale, non chiede il nostro parere,
non si smentisce mai.
La morte libera l'anima dal peso del corpo,
in essa si racchiude il senso di tutto,
come una porta che si apre verso il mistero
dando finalmente risposta ai perchè.
essere ricca di perchè,
per obbligare la morte ad un dialogo
che la metta a nudo,
così come io mi metto a nudo
ogni giorno, davanti all'umanità.
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