A MODO MIO

A rovescio. Timidezza. E, buon fine settimana^


Appena seppi, solamente, che esistevo e che avrei potuto essere, continuare, ebbi paura di ciò, della vita, desiderai che non mi vedessero, che non si conoscesse la mia esistenza. Divenni magro, pallido, assente, non volli parlare perché non potessero riconoscere la mia voce, non volli vedere perché non mi vedessero, camminando, mi strinsi contro il muro come un'ombra che scivoli via. Mi sarei vestito di tegole rosse, di fumo, per restare lì, ma invisibile,essere presente in tutto, ma lungi,conservare la mia identità oscura,legata al ritmo della primavera.Un sorrisoC'era una voltaun povero lupacchiottoche portava alla nonnala cena in un fagottoE in mezzo al boscodov'è più foscoincappò nel terribileCappuccetto Rossoarmato di trombonecome il brigante GasparoneQuel che successe poiindovinatelo voiQualche volta le favolesuccedono all'incontrarioe allora è un disastro:Biancaneve bastona sulla testai nani della foresta,la Bella Addormentata non si addormentail Principe sposauna brutta sorellastrala matrigna tutta contentae la povera Cenerentolaresta zitella e fala guardia alla pentola.