A MODO MIO

Liberiamoci dai terroni, dal negrismo e dall’Islam.


Un bel caffè ristretto è il mio buongiorno del mattino. Sono nella solita caffetteria vicino al lavoro. Sullo sgabello a destra, c'è il solito ragazzo, sui 40 anni che, insieme alla madre hanno un negozio di cosmetici e accessori per donna. In mezzo, un altro ragazzone, stessa età più o meno. Bello alto palestrato, come l'altro, ed è insieme a una biondina incinta che porta il velo. Ridono allegramente e parlano americano puro. Finito il mio caffè, mi alzo per recarmi al lavoro. Coincidenza, anche il ragazzo X e la sua ragazza. Ma, stranamente, si alza anche il ragazzo dei cosmetici e, passando dà una spallata al ragazzo X. Un'altra coincidenza? No. Fatto sta che X chiede spontaneamente scusa. Ma l'altro lo aggredisce: "We, terun del.., vai al tuo paese, voi terroni dovete stare tutti schiacciati sotto lo stivale e venir fuori solo per servire i vostri padroni: "Noi". X si fa una risata e: "a parte che dovresti avere rispetto per il proprietario del bar che è meridionale, ma capisci quello che dici? Terrone si riferiva a chi emigrava dal sud Italia verso il nord in cerca di lavoro, al pari dei milanesi come te, etichettati come baggiani, che emigravano nelle valli del Bergamasco. E poi io non sono terrone". Ma l'altro va avanti: "ma va a dà via el cu, negro islamico. Vai al tuo paese e portati via questa mummia che sta con te. Avete rotto le...etc" E, non c'era nessuno di carnagione scura o nera. Tutti bianchi. La ragazza scoppia a piangere e corre via. X cercando di mantenere la calma: "ok, ora, non per me ma per mia moglie. Se ci tieni a rimanere intero devi chiedere scusa a tutte le donne che portano il velo". L'altro gli dà uno spintone dicendo che non si chiede scusa alle troi..." Azz, nemmeno il tempo di terminare la frase che X con furia lo colpisce con una violenta testata e lo manda a sbattere contro la porta. Dopo qualche secondo si riprende e cerca di colpirlo ma X non si fa nemmeno avvicinare e gli tira un calcio. Il bar si svuota in un attimo. Il barista si mette a urlare: "Sara scappa e voi andate fuori per favore, mi state distruggendo il locale" E io: "che uomo che sei, invece di separarli (!) e poi non vedi che stanno bloccando l'uscita". Insomma, dopo vari tentativi falliti e pugni incassati, il ragazzo dei cosmetici finisce in terra e sangue ovunque. E, rivolto a me: "chiama i carabinieri e di' loro che mi ha rotto il setto nasale, tu hai visto tutto, sei la mia testimone". Io: "Oh si, ho visto quando lo hai provocato e lui ha chiesto scusa. Ho sentito gli insulti razziali rivolti ai meridionali, ai neri, ai musulmani, hai offeso e fatto piangere una ragazza incinta che nemmeno conosci e ti è stata data una lezione, fine." Lui tenta di rialzarsi ma X scatta subito: "se ti muovi da lì senza prima chiedere scusa, ti spezzo le gambe, dovranno portarti via da qui in carrozzina". E finalmente, anche se sottovoce ha chiesto scusa. Uscendo dal locale chiedo a X: "Parli molto correttamente l'italiano e senza accento straniero, sei nato in Italia per caso?" E lui: "si, guarda, questo è il documento italiano, mio padre è milanese, io sono nato a Milano, questo è del Marocco, mia madre è marocchina e questo è il passaporto americano, mia moglie è americana convertita all'islam, siamo qua a trovare i miei, poi andremo in Marocco a trovare i miei nonni materni e farci una piccola vacanza e, tra due settimane torniamo negli stati uniti dove viviamo, mi dici tu per cortesia quale è il mio Paese?!". Io: "e viva la globalizzazione. Su calmati, sei a casa e poi, considera il lato positivo, hai tre case e tre Paesi. Noi ne abbiamo solo uno e fa pure schifo". X fa un sorriso meccanico e: "ora cosa facciamo, quello dice che sei la sua testimone e che devi chiamare i carabinieri, devo aspettare qui?"Io: "No, io non chiamo proprio nessuno, qua funziona cosi, i carabinieri non vengono mai per le risse, dicono che hanno cose più importanti da sbrigare (i solitari forse) e, se vengono è perché la fiera è finita o ci scappa il morto e poi devo andare al lavoro, è tardi" X mi offre il suo biglietto da visita e mi dice che non vuole passare per uno che sta scappando. Io: "no, tieni tu il mio, ora so chi è tuo padre, ha una boutique all'angolo, faglielo vedere e capirà chi sono, è un'ottima persona e anche la madre di quell'altro, avete appena dato loro un dispiacere enorme litigando" X: "mi dispiace ma sono curioso di sapere cosa mi dirà papà di te, non vedo l'ora". Io: "attento però, era amico del mio, mi conosce da quando ero piccolina ed è molto protettivo nei miei confronti, potrei farti concorrenza affettiva". Questa volta fa un bel sorriso dicendo: "magari avessi una bella sorellina come te, non ne sarei geloso ma onorato".