ARCHIVIO- 29-4-2017
Predatori & cannibali.
Gesu’ cannabis.
L'uso di psicofarmaci
Una melodia da nulla.
Pensiero stupendo.
Un lago tranquillo.
Chi ha ucciso Robert?
Quelli folli.
Magrissima e bella?
Musica
C'era una volta la Lega
Un altro viaggio virtuale
L'idiozia statunitense colpisce ancora.
Dedicato al mondo marino
Creature stupende.
Il principe Jefri
Attenzione.
Radiazioni sull’uomo.
Animali allergici.
Tasse pazze.
Vietato a cani e Italiani.
Denaro nostro, tasche loro.
Io non me ne vado
Quel vecchio contadino.
Giochi erotici.
Relax.
POST 6,5,2017
Fermate il mondo voglio scendere.
Italia - Israele - Solo andata.
Un ragazzino solo.
Mafie.
Il femminismo e il lesbismo
Federico
L'olocausto
Pornografia della morte.
Vendo la mia verginità’
Non ride da 40 anni
Ogni tanto, un Vaffan...
La foto, come promesso^
Strage silenziosa
I belli addormentati.
Il Nulla.
Triade.
Posso scrivere..
Ipnosi collettiva.
Giochino. Voglio giocare.
Orrore
Italiani Brava Gente
Bava di rabbia
Attenti ai lupi!
Telepatia.
La paura di uscire di casa
La vita è uno stato mentale
Serial killer
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Post n°635 pubblicato il 03 Luglio 2014 da lacky.procino
Tag: abuso di potere, Aldrovandi signora del Camerun, Elio Graziano testimoni, Enzo Pontani, Federico, figlio 18enne, genitori di Federico, indifferenza, Luca Pollastri, manganelli, ministro degli Interni, Monica Segatto, omicidio, Paolo Forlani, pattuglie, paura, Picchiato da 4 poliziotti, procuratore della Repubblica, ucciso da 4 poliziotti Ascoltatemi bene: non ce la faccio più a vivere in uno Stato come questo. In cui un ragazzo di 18 anni, Federico Aldrovandi fermato da quattro poliziotti, picchiato, muore senza motivo. Dopo non si sa nulla. protezione? La verità non si sarebbe saputa se il ministro degli Interni Giuliano Amato non avesse incontrato il padre dello studente ferrarese Federico e visto le fotografie del corpo martoriato del figlio. Paolo Forlani, Monica Segatto, Enzo Pontani e Luca Pollastri sono agenti di Polizia. Sono persone libere di muoversi e di fare ciò che vogliono. Non sono stati espulsi dalla Polizia. Hanno ucciso un ragazzo di nome Federico Aldrovandi a manganellate. Sono stati condannati ieri dal tribunale di Ferrara per eccesso colposo in omicidio colposo a 3 anni e 6 mesi. L'omicidio di un ragazzo, se sei in divisa, vale 3 anni e 6 mesi e non vieni neppure radiato. Equivale alla licenza di uccidere. Se quattro ragazzi avessero ucciso un poliziotto a bastonate che pena avrebbero avuto? |
MY SCRITT 28/8/14
Quel giorno senza verità
Morale: nella vita é tutto relativo.
Nuovo Ordine Mondiale
La mia Jeky
Teatro Degli Orrori.
Oh Mia grande Sacerdotessa
Ahoo. ma si fottano
Vietato a cani e Italiani
Rakel
I vù cumprà.
Ahoo Italiani. Viva l'America..!
Amami.
Dittatura travestita da democrazia
Amicizia a livello cerebrale
Addio Miky.
Mondo pazzo
14-5-17
Tutti ma non io.
Ognuno, Chiunque e Nessuno.
La rosa nera
La farfalla
Ebrei lapidano a morte un cane
Cambiamento globale
Verso la catastrofe con ottimismo
La ragazza più alta del mondo si sposa. [Il video]
Fa sesso con due cani
Senza gambe, senza braccia
Sognando la Danimarca
Ha solo 2 mesi e già parla (Video)
Confessione di una lesbica.
Ce li mangeremo vivi
Suicidio fai da te
Serpente si mangia da solo (Video)
Gelosia
Basta cannabis, ora ci sono le ortensie
Congelati stipendi e patrimonio dei poliziotti: il ministero dell'Interno ha pagato quella cifra alla famiglia di Federico con soldi pubblici e adesso i colpevoli dell'omicidio la dovranno restituire.
Una somma di un milione e 870mila euro da dividere in quattro.
Questa è la cifra che i poliziotti condannati per l'omicidio di Federico Aldrovandi dovranno risarcire al ministero dell'Interno
Non mi stupisce il comportamento dei poliziotti, chiaramente colpevoli anche senza l'ultima testimonianza della sig.ra straniera.
Hanno sperato fino all'ultimo, essendo le loro versioni uguali la giustizia potesse credere alla loro invenzione dei fatti.
Spero solo per loro che riescano a dormire, penso proprio di no, avere sulla coscienza la morte di un ragazzo di 18 anni che potrebbe essere il loro figlio.
Tutta la mia solidarietà ai genitori e non so cosa augurare ai poliziotti.
DAL MANIFESTO
FERRARA
Parla il perito della famiglia: Federico non è stato ucciso dalle droghe.
MARINA FRANCESCONI:
Federico Aldrovandi non è morto per le droghe, e neanche perché l’ossigeno non ha ventilato a dovere i suoi polmoni.
Il decesso del ragazzo ferrarese è «un evento concausato», dovuto cioè a fattori tutti necessari ma da soli non sufficienti: se Federico non avesse ingaggiato una colluttazione con la polizia se ne sarebbe tornato a casa.
Se le droghe non ci fossero state, probabilmente avrebbe resistito alla mezzora di «stress psico-fisico» che ha fatto correre all’impazzata il cuore del diciottenne scatenando una richiesta di ossigeno superiore al normale fino a determinare quella «insufficienza miocardica acuta» già riscontrata dalla perizia dei consulenti scelti dal PM.
Se, infine, gli agenti per ammanettarlo non avessero compresso il ragazzo a terra per diversi minuti, Federico sarebbe ancora vivo. Questi i contenuti della perizia disposta e depositata. Ne parliamo con Antonio Zanzi, uno degli estensori.
Quali sono le principali divergenze tra le vostre conclusioni e quelle dei periti della procura?
Essenzialmente la causa della morte. Noi la attribuiamo a una asfissia posizionale dovuta alla postura che è stato costretto ad assumere, successivamente alla colluttazione con la polizia e nel momento dell’ammanettamento.
A nostro avviso si tratta di una delle tre componenti che hanno causato il decesso. Siamo d’accordo con i consulenti del pm, ad esempio, sullo stato di agitazione psicomotoria del ragazzo, anche se per noi essa è dovuta principalmente allo scontro con gli agenti.
Per loro, invece, sembra di capire che l’agitazione del giovane sia stata determinata sia dalla colluttazione che dalle droghe.
Che per i consulenti del pm hanno avuto un ruolo determinante nella morte di Federico. Anche noi riconosciamo ipoteticamente un ruolo alle sostanze assunte dell’Aldrovandi.
Ma va detto con chiarezza che l’assunzione di ketamina, in dosi minime, può fare aumentare la pressione sanguigna ma non la morte.
Ma se si presume che l’Aldrovandi avesse assunto eroina, essa rende i centri respiratori meno sensibili alla concentrazione di anidride carbonica. Concordiamo, quindi, sull’effetto di inibizione dei centri respiratori, ma solo in misura lieve.
A nostro avviso tutto questo ha portato a un’esagerata richiesta di ossigeno da parte del fisico e del cuore, che è venuto a mancare quando il soggetto è stato sbattuto per terra e ammanettato a faccia in giù, con il viso premuto contro l’asfalto. In questa condizione è venuta a mancare la piena capacità del mantice respiratorio, cioè le costole non avevano la possibilità di allargarsi e il diaframma di contrarsi. Difatti, Aldrovandi muore quando è a terra, quando finalmente riescono a mettere la seconda manetta.
Non è una morte di così facile comprensione. Va considerato che anche i consulenti del pm hanno, seppur frettolosamente, preso in considerazione il blocco del mantice respiratorio.
Ma si sono riferiti alla cosiddetta asfissia traumatica, sostenendo che siccome mancano i segni di una compressione violenta vuol dire che non c’è stata asfissia. Ma noi diciamo che si tratta di un’asfissia posizionale.
Il nostro compito era solo individuare la causa della morte e lo abbiamo appena fatto. Non dimentichiamo però, la testimonianza come prova schiacciante della signora straniera, la quale ha visto tutto e testimoniato tutto.
MARINA FRANCESCONI..