RAZZISMO DEMOCRATICO

Al via la campagna "Le donne meritano di più"


La nuova campagna di sensibilizzazione "Le donne meritano di più/Frauen verdienen mehr" indetta dal Comitato provinciale per le pari opportunità è stata presentata questa mattina, venerdì 12 ottobre, dalla sua presidente Julia Unterberger assieme alla vicepresidente Alessandra Spada e all'assessora provinciale alle pari oppotunità Luisa Gnecchi.In occasione dell'Anno internazionale delle pari opportunità, indetto dall'Unione Europeo nel 2007, il Comitato provinciale per le pari opportunità intende richiamare l'attenzione sul fatto che nella società attuale non sia ancora stata raggiunta una effettiva situazione di pari opportunità fra uomo e donna e che vi sia, pertanto, la necessità di misure mirate per raggiungerla.Ne è nata la campagna di sensibilizzazione "Le donne meritano di più/Frauen verdienen mehr" che si concretizzerà da metà ottobre a metà novembre con inserzioni nella stampa locale, in lingua tedesca e italiana, con la distribuzione di cartoline con gli stessi motivi ad opera della ditta "Dear mama". La campagna sarà realizzata anche tramite spot radiofonici.Grazie al doppio significato del termine “verdienen" che può essere tradotto con guadagnare/meritare, si vuole richiamare l’attenzione sul fatto che mancano ancora, nella nostra società, pari opportunità tra donne e uomini, e che, per realizzarle, occorrono provvedimenti mirati allo scopo.L’attenzione principale della campagna, come ha sottolineato Julia Unterberger, è rivolta all’attività professionale, ove ancora le donne sono impegnate a combattere una serie di discriminazioni, nonostante si registri una rapida avanzata sul fronte formativo, e che esse siano ormai in possesso del medesimo grado di preparazione dei loro colleghi maschi. Basti pensare come, secondo fonti Astat, le iscrizioni alle università austriache ed italiane fanno registrare una presenza del 53,45 di donne e del 46,55 di uomini.La campagna di sensibilizzazione intende sensibilizzare sul fatto che i tradizionali “lavori femminili” sono classificati di livello inferiore rispetto ai lavori tipicamente maschili e che, conseguentemente, le donne, anche se appartenenti alla stessa qualifica professionale, guadagnano circa un terzo in meno rispetto agli uomini. In Italia tale differenza salariale, secondo dati OD&M e Eurostat, è del 19 per cento per titolo di studio di media inferiore (UE 13 per cento) e del 29 per cento per laureati (UE 30 oer cento) ed aumenta con l'età.Altro aspetto messo in rilievo dalla campagna sarà il fatto che le donne eseguono quasi per intero il lavoro non retribuito legato alla cura della famiglia e che di conseguenza siano meno competitive nell'attività professionale. In Alto Adige il livello occupazionale, secondo dati Eurostat-Istat-Astat, è del 78,80 per cento per gli uomini e del 59,10 per cento per le donne; gli occupati part time sono al 36 per cento donne, che lo hanno scelto al 75 per cento per motivi familiari, e solo al 4 per cento uomini che vi hanno optato per altri motivi e per il 13 per cento perché non trovava altra occupazione. Sono infatti il 91,90 per cento le donne senza figli che lavorano a tempo pieno e il 59,70 per cento quelle con prole che lavorano part time. Solo il 6,2 per cento degli uomini occupati prende il congedo di paternità, vedi studio Astat.Inoltre, le donne, avendo versato contributi pensionistici inferiori causa il lavoro di cura verso la famiglia, percepiscono pensioni con importi inferiori di circa il 50 per cento, ovvero in media 453 Euro al mese, rispetto a quelle medie percepite dagli uomini, 854 Euro (fone AFI-IPL).Altro dato di fatto evidenziato dalla campagna di sensibilizzazione il fatto che le donne non sono quasi per nulla rappresentate nelle posizioni decisionali o di vertice. Nell'amministrazione provinciale, come ha riferito l'assessora provinciale Luisa Gnecchi, sono solo 2 le direttrici di dipartimento, nel proprio dipartimento ed in quello della collega assessora Sabina Kasslatter Mur, e solo 3 direttrici di ripartizione.La campagna serve per sensibilizzare su queste realtà discriminatorie con l'auspicio che la politica intervenga adeguatamente per contribuire ad eliminarle come avvenuto nei Paesi scandinavi. (1)(Autore: SA)12\10\2007FONTE: http://www.provincia.bz.it/usp/news/news_i...rt=188817&HLM=1...............................................................................................................................CITAZIONE (AL VIA LA CAMPAGNA " LE DONNE MERITANO DI PIU')(1) La campagna serve per sensibilizzare su queste realtà discriminatorie con l'auspicio che la politica intervenga adeguatamente per contribuire ad eliminarle come avvenuto nei Paesi scandinavi.................................................................................................................................FRASI ESTRATTE DALL'ARTICOLO : L'UTOPIA FEMMINISTA NELLA SVEZIA ROSA.Dunque cosa è successo? È successo questo: l´ala radicale ha preso il sopravvento. Al congresso di settembre, il primo congresso, il femminismo per così dire gentile e dialogante è stato sconfitto dal femminismo armato. Il vento della vendetta storica si è abbattuto sulle docenti universitarie, le filosofe del pensiero di genere, le liberali che insieme avevano fondato il gruppo: vendetta sui maschi. L´ala omosessuale, bisessuale, transessuale del partito ha imposto il suo programma: distruggere l´ordine patriarcale.Ed ancora :Di seguito, i punti del programma. Primo, tassare alla nascita tutti i bambini maschi. Tassarli in quanto maschi, perché siccome gli uomini a parità di incarico guadagnano il 25 per cento in più delle donne è giusto che rifondano la somma che usurperanno fin dal momento in cui vengono al mondo. Secondo, e conseguente: risarcire del 25 per cento di salario sottratto e ristabilire immediatamente la norma «equal pay for equal work». Terzo: eliminare i nomi sessuati, dare ai bambini nomi neutri in modo che possano decidere loro, da grandi, se si sentono maschi o femmine. Quarto: obbligare gli uomini a stare a casa otto dei sedici mesi concessi dallo Stato per la maternità/paternità. Non «dar loro la possibilità di»: questo è già legge. Obbligarli. Quinto: abolire il matrimonio e sostituirlo con un «codice di convivenza civile» che non faccia riferimento al genere e al numero delle persone coinvolte. Il quinto punto ha subito fatto pensare ad una legittimazione della poligamia perciò le proponenti hanno dovuto precisare: odiosa poligamia esclusa. Sesto: limitare la presenza degli uomini dei gruppi direttivi al 25 per cento. Settimo: stabilire per legge che nessuna donna deve percorrere più di 15 minuti di strada a piedi per raggiungere un servizio essenziale. Ottavo: rivedere la legge sulla violenza sessuale nel punto in cui si dice che la donna offesa deve dimostrare di aver resistito. La donna, anche nell´ambito domestico, non deve fornire un silenzio assenso all´atto sessuale ma deve esplicitamente richiederlo. Nono: aprire un´inchiesta governativa che stabilisca perché le ambulanze arrivano più tardi quando a patire un infarto è una donna. Decimo: abolire la monarchia.