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Rivendichiamo una scuola per tutti. Contro la dote per la libertà di scelta


La Carta richiede per l'istruzione nazionale criteri generali di reclutamento, a tutela delle differenze e delle diversità e la garanzia delle graduatorie, della valutazione uguale per tutti di titoli e servizi con valore predeterminato; la Regione Lombardia, invece, perseguiva l'omologazione al pensiero unico o dominante e la discrezionalità dei suoi portatori attivi.A fronte delle immediate proteste, la Presidenza del Consiglio ha intentato presso la Corte costituzionale, che lo ha accolto, confermando allo Stato la gestione del reclutamento dei docenti, dichiarando incostituzionali comportamenti contrari a questo principio e diffidando l'allora ministro Profumo dallo stipulare qualsiasi intesa attuativa di quella norma con la Regione Lombardia.Torniamo al buono-scuola: la Lombardia oggi gli riserva l'80% dei 51 milioni che la Regione eroga, elargendo alle scuole private un finanziamento pubblico indiretto.E drenato da chi â€' presumibilmente già dotato nella maggioranza dei casi di potere d'acquisto â€' ritiene inadeguata per i propri figli la scuola di tutti e per tutti, la scuola di ogni grado che la Repubblica è tenuta a istituire.Da Bologna (dove si è celebrato alla fine di maggio il referendum, che ha stabilito la volontà dei cittadini di quella città di riservare i fondi comunali esclusivamente alle scuole pubbliche) la palla passa ora a Milano nella rivendicazione del principio di uguaglianza e della necessità che la scuola â€' quando privata â€' sia davvero senza oneri per lo Stato. Fonte:  ilfattoquotidiano.it /2013/07/04/rivendichiamo-una-scuola-per-tutti-contro-la-dote-per-la-liberta-di-scelta/646480/