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Riflessi e psiche

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Ipocondria

Post n°6 pubblicato il 09 Febbraio 2012 da fiore.catherine
 

La parola ipocondria deriva dall’antico termine medico hypochondrium, che significa al di sotto delle coste, e rispecchia il comune sintomo addominale riferito da molti pazienti con questo disturbo.

L’ipocondria è un disturbo che si manifesta con un’eccessiva preoccupazione o convinzione di avere una grave malattia. Per essere diagnosticata deve durare almeno sei mesi e deve essere stata esclusa, attraverso degli accertamenti medici la reale presenza di qualsiasi malattia organica.

L’ipocondria, o ansia connessa allo stato di salute, è un disturbo mentale, classificato tra i disturbi cosiddetti "somatoformi", in cui il paziente manifesta la convinzione - basata su una errata interpretazione di sintomi fisici - di avere una malattia grave in assenza di una valutazione medica che giustifichi tali timori.

Le preoccupazioni possono riguardare le funzioni corporee (per es. il battito cardiaco), modificazioni fisiche di lieve entità (per es. una macchia sulla pelle) oppure sensazioni fisiche non ben definite. La persona ipocondriaca interpreta questi sintomi come conferma della malattia temuta e attiva suo malgrado una serie di meccanismi che causano il persistere dell’ansia e delle preoccupazioni relative alla salute fisica (per es. monitoraggio del proprio corpo, ricerca di informazioni riguardo alle malattie, rimuginazioni sulle salute fisica, consulti medici ripetuti, richieste di rassicurazione ecc).

In genere, le paure di chi è vittima di ipocondria si "concentrano" su malattie socialmente diffuse, come tumori o virus dell'HIV o infarti.

Tali meccanismi rafforzano ed alimentano le false interpretazioni, dando origine e stablizzando un vero e proprio circolo vizioso.

Poiché l'ipocondriaco teme di soffrire di malattie organiche che non ha, esso viene comunemente identificato come un “malato immaginario”. In realtà, le preoccupazioni ipocondriache causano, ai soggetti che ne soffrono, un disagio fortemente invalidante che può condizionare il normale funzionamento sociale e lavorativo intaccando sostanzialmente la qualità della loro vita (attenzione continua a ogni segnale del corpo, ripetute richieste di rassicurazione a medici specialisti e familiari con conseguente esasperazione degli stessi e logoramento dei rapporti, ecc); inoltre questi timori diventano l’elemento principale dell’identità di questi soggetti che in genere si percepiscono come persone più vulnerabili, deboli e tendenti alle malattie.

La vita familiare viene focalizzata intorno al benessere fisico del soggetto.

Le relazioni sociali vengono sconvolte perché l’ipocondriaco è preoccupato della propria condizione, ne parla in continuazione, si aspetta dei trattamenti speciali e si sente incompreso.

Nell’attività lavorativa spesso la preoccupazione interferisce con la produttività e causa numerose assenze dal lavoro.

Nei casi più gravi, I’ ipocondriaco, spesso, fa suo uno stile di vita simile a quello di un malato cronico o di un invalido.

Tra le cause di questo disturbo sono annesse in particolare l’esperienza personale di una malattia grave, la morte di qualche persona vicina.

Dietro l’ipocondria c’è comunque sempre una qualche forma di ansia che inconsciamente “scarica” sull’attenzione al corpo preoccupazioni di altra natura.

L’ipocondria può esordire in qualunque momento, ma si ritiene che l’età più comune di esordio sia la prima età adulta.

Per usare una metafora, un ipocondriaco è come una marionetta rotta con gli occhi rivolti verso l’interno che cerca sempre dentro se stesso, dimenticandosi dell'ambiente esterno. E chi cerca trova!! Nel caso dell’ipocondriaco, cerca e trova tutti i mali possibili. A volte è più facile cercare il problema dentro di sè, piuttosto che guardare fuori di sè ed effettuare dei cambiamenti....

La psicoterapia è possibile quando la persona che si preoccupa incessantemente di avere delle malattie si rende conto, almeno in parte, che le sue preoccupazioni sono eccessive e infondate.

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