Un blog creato da luca.pivetti il 14/06/2011

Psiche & Scuola

Blog di psicologia scolastica: per studenti, genitori, educatori e insegnanti...

 
 
 
 
 
 

AREA PERSONALE

 
 
 
 
 
 
 

TAG

 
 
 
 
 
 
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Ottobre 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
  1 2 3 4 5 6
7 8 9 10 11 12 13
14 15 16 17 18 19 20
21 22 23 24 25 26 27
28 29 30 31      
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

FACEBOOK

 
 
 
 
 
 
 
 

 

 

Nido e Materna: Lo Scarabocchio - Introduzione

Post n°2 pubblicato il 20 Giugno 2011 da luca.pivetti
 

 

Sin dalla tenera età, il bambino è portato a manipolare gli oggetti che lui ritiene buoni e che ama, e a colpire le cose che gli provocano dolore e dispiaceri, ovvero le cose cattive.

Si tratta di gesti estremamente carichi di affettività ed espressività, e proprio da questi gesti emotivi nascono le prime rappresentazioni grafiche, le prime linee e i primi scarabocchi.

Attorno al secondo anno di vita del bambino compaiono i primi tracciati grafici sul foglio; tali tracciati/scarabocchi non sono il frutto di un semplice gesto motorio della mano, e valutarli esclusivamente in termini cinestetici o di puro processo motorio significa non rendersi conto del progresso evolutivo del bambino durante i suoi primi 24 mesi di vita. L’incapacità di cogliere l’intenzionalità sottostante allo scarabocchio indica infatti un limite dell’osservatore adulto piuttosto che del bambino.

I primi disegni non rappresentano la realtà oggettiva e oggettuale del bambino, ma attraverso l’espressività della linea sono in grado di evocare il mondo percepito dal soggetto.

Il bambino è un soggetto che riceve gli stimoli esterni, ma li elabora ancora a suo modo: gli oggetti del mondo esterno non sono vere e proprie figure geometriche, ma sono parti di un tutto dinamico in perenne movimento. Il bambino di due anni non è interessato alla qualità vere e proprie di un oggetto, o alle sue qualità statiche, ma è attratto dalle sue proprietà dinamiche.

Per un bambino, quindi, un uccello non è un animale dotato di ali, non esiste di per sé, ma è semplicemente “qualcosa che vola”.

In nessun caso il bambino in tenera età è interessato a riprodurre la realtà tramite il segno grafico; la linea è quindi la rappresentazione grafica di un’azione emotivamente connotata: essa può essere morbida e tondeggiante, incarnando oggetti ed eventi buoni del mondo esterno, oppure spigolosa, dura e disordinata a riprodurre oggetti cattivi ed esperienze negative appena elaborati.

Lo scarabocchio diventa quindi un mezzo importante attraverso il quale indagare l’universo psichico infantile oltre a sondarne le paure e le credenze.

 

Nei prossimi post sull’argomento verranno trattate l’evoluzione dello scarabocchio e le diverse tipologie, con le relative attribuzioni di senso.

 
 
 

Ansia da esame

Post n°1 pubblicato il 14 Giugno 2011 da luca.pivetti
 

Vaporidis in una scena da "Notte Prima degli Esami"

 

Nello studio individuale, nella preparazione per le interrogazioni, per le verifiche e persino per gli esami universitari non entrano in gioco esclusivamente meccanismi cognitivi quali memoria, attenzione o motivazione al raggiungimento di determinati risultati, ma assumono particolare rilevanza anche variabili psicologiche quali tratti di personalità, stress o, più spesso, ansia da prestazione.

Con il termine ansia da esame gli psicologi indicano quel particolare stato d’ansia che colpisce gli studenti (anche i più dotati e intelligenti) nelle vicinanze di un particolare esame orale o compito scritto, e si manifesta attraverso stati di insonnia, nervosismo, irritabilità, difficoltà di concentrazione e memorizzazione e preoccupazione ossessiva nei confronti della buona riuscita all’esame. Uno studente con ansia da esame durante un’interrogazione si blocca facilmente, fa scena muta nonostante abbia studiato e possa ritenersi preparato, oppure può non ricordare nulla a dispetto di un notevole monte ore di studio nelle settimane precedenti. Non importa infatti se lo studente abbia passato le settimane precedenti l'esame immerso sui libri, come non conta essere in possesso di un efficace metodo di studio.

Una forte ansia, infatti, può inibire le prestazioni intellettuali e/o ostacolare la memoria, inficiando la performance dello studente. Questo accade perché lo studente sente che durante l’esame non viene valutata la sua preparazione per la prova, ma la sua stessa persona, la sua intelligenza e il suo modo di essere. Il voto negativo ha quindi ripercussioni enormi in quanto non sancisce il risultato della prova in sé, ma etichetta la stessa persona, portando a sentimenti abbandonici e di (auto)svalutazione.

Lo studente è ossessionato da una serie di idee irrazionali: "Devo essere perfetto", "Devo andare bene a scuola", "Se non vado bene non valgo niente" che lo portano a bloccarsi nel momento dell'esame, terrorizzato dal timore che una performance insoddisfacente possa fargli perdere la stima e l'amore delle persone a lui care (in primis genitori ed amici). Il timore di non essere amato, così come la tendenza a generalizzare ("Non so fare niente") portano il ragazzo ad un vissuto ansiogeno che blocca del tutto la performance durante la verifica o l'interrogazione.

 

Che fare dunque?

Spesso e volentieri i ragazzi con questo problema tendono a ritenere che per una buona prova sia necessario non provare ansia. Nulla di più sbagliato. In una certa misura, l'ansia aumenta l'attivazione fisica e cognitiva, preparando lo studente a rispondere in maniera ottimale agli stimoli esterni.

A patto che dietro a questa tipologia di ansia da prestazione non si celino disagi maggiormente profondi e pervasivi, l'ansia da esame può essere superata con risultati più che soddisfacenti tramite terapie cognitivo-comportamentali (ad esempio tramite la desensibilizzazione sistematica), o con del semplice counseling psicologico atto a mettere in discussione l'idea irrazionale di base, utilizzando come cornice teorica il modello dell'ABC delle Emozioni e l'Educazione Razionale Emotiva di Ellis.

 
 
 
 
 
 
 
 
 

CHI SONO

Sono uno psicologo clinico iscritto all'Ordine degli Psicologi della Lombardia, laureato in “Psicologia Clinica: Salute, Relazioni Familiari e Interventi di Comunità” presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore. Seguo un Master in Psicologia Scolastica presso Firera&Liuzzo Group. Collaboro con il Cospes (Centro Psicopedagogico e di Orientamento Scolastico e Professionale) di Arese e con il centro Sapere Più di Milano in veste di docente privato di psicologia.

Ricevo per consulenze psicologiche e counseling/orientamento scolastico presso:

 

Via Don Natale Fedeli 8

20020 Arese (MI)

 

MB Studio

Piazza del Lavoro, 50

20099 Sesto San Giovanni

 

Contatti:

luca.pivetti@hotmail.it

 

 
 
 
 
 
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 
 
 
 
 
 
 

ULTIME VISITE AL BLOG

luca.pivettisarchiapone19270the_black_rosegirlladym.a.r.y.s.efiumechevadelfina_rosaessere_essenzaBacardiAndColagiusy699semprepazzaallaricercadiunsognowonder_bra5fabpat72cartuzze
 
 
 
 
 
 
 

CHI PUŅ SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore puņ pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
 
 
 
 
 
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963