psicoALCHIMIE

viaggio in california 23


   Mi faccio uno shampo, ho una faccia orribile, come se fossi passata sotto un autotreno, lavo rapidamente i capelli e con calma mi avvio a prendere il bus per Coronado. Entro in un 7eleven e compro un thè, rivesto il bicchiere della fascetta di cartoncino, infilo le cannucce e tenendo trionfalmente il bicchiere esco dal negozio. Qualcosa è cambiato, mi fa proprio piacere poter anch'io inforcare la fiaccola cartacea e portarla con onore, vale a dire con quella disinvoltura che sancisce un'appartenenza ad un gruppo, certo non c'è il caffè americano dentro, quella cosa non la riesco ancora a fare, ma un tè resta comunque una bibita anglosassone. Me ne vado a Coronado beach, bellissima, come nelle foto appiccicate sui vetri delle agenzie, un gruppo di sorprendenti individui di tutte le taglie gioca a palla in muta, il mare è lontano per me e scopro di essere assolutamente pigra, non mi va l'acqua fredda addosso né tantomeno le alghe; poi visto da lontano questo mare è più bello, lo fotografo come si fa fotografare un'amica più attempata di me che difende la tesi della bellezza del quadro di lontananza.