psicoALCHIMIE

non sono del tutto d'accordo.
se fatta in un modo può essere coinvolgente e sufficiente anche una narrazione.
talmente piena che non hai bisogno di tuffarti in alcunché. perché ci sei già dentro vivendo il senso della narrazione di cui sopra.
in fondo, a resistere a guardar il grande fratello ci vuole veramente poco. anche nell'altro canale non ci sono gli elenchi delle cose che in tivvvù solitamente non passano.

intendi dire che in tv di solito non passano quelle realtà che possiamo comprendere solo in diretta?

CIAO..è GIUSTA..LA DOMANDA CHE TI PONI..CHE CI PONI..NEL TUO SCRITTO..SINCERAMENTE..MI VIEN DI PENSARE..CHE A QUESTO PUNTO INTERESSI A BEN POCHI..VISTO COME VANNO LE COSE..PURTROPPO..:)))))***** E UNA ROSA___CLAUDIO

il problema è quando noi iniziamo a vergognarci della nostra vita...

interessante considerazione:
"se la nostra vita personale sia ancora degna di un po' di attenzione o per essere degna deve essere scrutata dagli altri..."
E' che noi, malgrado o nonostante tutto, viviamo negli e degli altri.
Un individuo da solo non basta a sé stesso per avere coscienza di esistere. L'Ego va appagato da qualcosa di esterno. Per contro non intende neppure rinunciare alla propria individualità.
:-)

il problema è nei numeri: di quanti occhi ho bisogno che mi guardino per sentirmi vista?

da egocentrico-narcisista-esibizionista ti posso dire un numero corrispondente ad un "8" rovesciato...
(sorrido delle mie stesse battute!)

Personalmente preferisco non essere scrutata da nessuno. Non ho mai ricercato l'attenzione da parte degli altri. Anzi la riservatezza è fondamentale per crogiolarmi nel mio piccolo nido. Buondì Alba.

oggi in pochi apprezziamo realmente i nidi e qualche volta quando ci rifugiamo siamo aggrediti dal rimpianto o dalla paura (non vale per te, so che non sono le paure a farti scegliere il nido...:))

Vero:-))))

scurate la vita degli altri? basta vedere i successi televisivi di programmi come il grande fratello...ciao!

Ogni umano scruta in 4d. Spesso lo scrutato che si chiede se la sua vita è "ancora degna di un po' di attenzione" non si accorge di esserlo perchè troppo intento a scrutare a sua volta. M@.

Mi domando a volte a cosa serve tutto questo apparire...perchè la mia vita deve essere guardata e rigirata come un calzino..io sono per la mia libertà e quella degli altri...un saluto :)Angela

il paradosso è che nella smania di essere visti finiamo semplicemente ingabbiati e controllati...

Forse che i frequentatori abituali o anche occasionali di questo blog tengano tanto meno ad una visibilità mediatica? … vero è che per lo più si finisce col discettare del sesso degli angeli, e a parte il simpatico e sferzante sarcasmo di qualcuno in una strategia da “mordi e fuggi”, di personale rimane assai poco; questo però non rende meno spocchioso l’anelito a comparire o a pensare di essere degli astanti o comunque di buona parte di questi. Quanto al numero di occhi che fanno la differenza, mi verrebbe da chiederlo alla affascinante ed intrigante blogger. Mi domando poi perché la nostra vita personale deve essere degna di un “po’” di attenzione (intendo universale o mediatica ) se non si è Madre Teresa di Calcutta o il CAVALIERE in persona?

tutti teniamo alla visibilità, il punto è che oggi per visibilità si intende soprattutto quella mediatica, anch'io sto qui con la mia foto il mio nome e i miei discorsi, potrei parlare al chiuso di una stanza o in cima ad una montagna, invece parlo anche qui (perché lo ammetto io parlo in parecchi posti e spesso, mi piace comunicare...)Non credo sia un grosso problema, se abbiamo tante possibilità perché non usare quelle più attuali? il problema nasce quando la mia insicurezza personale cresce a dismisura o la mia identità traballa o il mio umore crolla allorquando i numeri dei miei osservatori si restringano... intendo dire che una cultura così narcisistica ci fa stare sempre sempre stressati se il meccanismo ci copta completamente...

Intanto se “media” sta per strumento di comunicazione di massa, ed il blog nel suo piccolo, in fieri è uno strumento “uno a molti”, a me sembra cogliere la stessa voglia di esserci rispetto ai parenti o ai vicini di casa del mostro di Cogne anziché agli amici dell’ultimo milionario da superenalotto. Quanto a comunicare, tenuto conto della complessità/difficoltà oggettiva/soggettiva di farlo , tutti gli strumenti o i modi sono legittimi o utili se funzionali allo scopo. La prova del nove di ciò l’avrò ottenuta quando potessi mai stabilire che se dico “bianco”, questo significa la stessa cosa per me, per te e per gli altri : questo si è una sorta di superbingo mediatico. Sul narciso, poi, e su quanto il numero degli osservatori possano stressare o incidere sull’ umore, mi viene da ricordare qualche post fa (diciamo il 617) nel quale , tu che non sembri abbia mai sofferto la sindrome di “rospo forever”, qualche colpo hai ammesso di averlo accusato: e l’hai fatto in un modo dolce e disarmante per lo Psycoblogger che sei. Non mi è dato capire se il meccanismo ti avesse proditoriamente coptato o fossero nostalgici postumi da fine estate.

Domanda interessante e subdola. Tu ci stai chiedendo se la nostra vita è tale solo se vista anche da altri...
Io credo di no. Penso che le emozioni debbano essere solo nostre, e non condivise, se non dalla persona amata.
La risposta è lapidaria.
Però resta il fatto che oggi questa cosa bisogna difenderla strenuamente perchè ti trovi in piazza senza volerlo, vedi la penosa imposizione delle manine di feisbuk, ecc.
Io farei un'altra osservazione. Perchè oggi tanta gente sente la necessità di gettare la propria vita in pasto a tutti? da cosa viene questo bisogno?

impera da un po' questo nuovo sillogismo: esistono le persone viste, io sono visto quindi esisto. direi che dipende dal ruolo della visibilità nella nostra cultura tutta improntata sui grandi numeri, non è interessante un programma perché piace alla persona x o ai gruppi y, ma per i numeri che riesce ad ottenere (audience, share...)se analizziamo qualunque tipo di informazione non prescinde mai da un dato numerico...

Siamo tutti cellule di uno stesso corpo: le ciglia degli occhi hanno la stessa dignità dei peli del culo.

non godono entrambe della stessa visibilità...

non quando i secondi insieme a quello che gli sta intorno sono posti in vece della faccia : li la visibilità è identica! forse è più utile parlare di funzionalità mediatica anziche visibilità

I primi godono di più visibilità, ma non hanno certo la stessa privacy dei secondi.

solo perché non usi il mascara giusto! ..... parbleu macsi cacchiatissima!!!

a volte mi chiedo Alba quando nei post potremo leggere il tuo parere invece che descrizioni di quello che tutti sanno e tutti vedono.cosi' mi sembra facile facile e leggero leggero....un po' di coraggio?

davvero non è chiaro come la penso? che fai scherzi?

davvero si capisce come la pensi, ma non lo si legge.

mi piace scrivere in modo che ognuno di noi inizi a pensare... poi nei commenti dico in dettaglio il mio pensiero... comunque accetto l'appunto, ti dedicherò uno di quei post in cui proprio non potrai essere d'accordo con me...

;)))))) uhhhhhhhhhhhhhhhhhh si si si ti mordero' i garretti hahahaha bacio e grazie

Parlavo proprio oggi sul mio blog di un thema simile (sarà tutto nell'aria!?!). La visibilità o meno è molto soggettivo. Il tasto FB mette disaccordo proprio perchè avere tanti lettori che apprezzano con un clic può gratificare ma ad altri interessa soltanto la discussione. Da qui a vivere la propria vita in funzione dei clic ce ne corre però, non credi?

sicuramente, anch'io non intendo demonizzare né lo strumento né i messaggi che viaggiano (sarei palesemente incongrua se lo facessi) ma credo che sia facile concentrarsi su un consenso aleatorio piuttosto che su una partecipazione effettiva ad un dibattito...

ps sono arrivata qui dal blog "Silenzio urlato" e mi piace molto! un saluto!

grazie...:))

Sei in prima pagina, complimenti. Felicissima notte. Giuliana

Se vieni su Facebook, mi trovi col mio nome e cognome, Rita Cavalieri D'Oro, parlo del tuo post, nella mia bacheca. Ti aspetto.