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di alba saddi

 

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amore utile

Post n°692 pubblicato il 11 Gennaio 2011 da PSICOALCHIMIE
 

la domanda è semplice, senza fronzoli: 
l'aggettivo utile è eticamente corretto se associato al termine amore?

io dico di sì

piuttosto quello che non saprei dire è se esista è un amore inutile...

 
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Utente non iscritto alla Community di Libero
zvanin il 12/01/11 alle 08:50 via WEB
non so esattamente perché, ma associo questo aggettivo ad una specie di autentica discriminante dell'ultimo secolo (ma anche di questo) : è utile solo ciò che produce ricchezza, confort, benessere materiale (infatti per il CEO Merchionne (tranquilli non ho smarrito le esse) , per esempio non sono utili i lavoratori di Pomigliano D’Arco, ma anche quelli di Termini Imerese e quanti altri non rispondano ai contenuti di quel postulato. Purtroppo, finisco poi con l'associare istintivamente “utile aggettivo” ad “utile sostantivo” (differenza fra costi e ricavi) e se per la proprietà transitiva andassi ad asservire quest'ultimo all' "AMORE" , finirei col confondere ed identificare quest'ultimo con il diffusissimo mercimonio on the road, nei più fetidi motel o in qualunque altro sito, dove la differenza fra costi è ricavi è sempre positiva: cioè da luogo ad un profitto (bilaterale? …talvolta trilaterale?!). ... a tal proposito ho idea che non fosse proprio questo l'amore di cui in post. Quanto a "basta che funzioni", titolo dello straordinario lavoro di Allen ed affermazione/conclusione cinica di un Boris Yellnikoff depresso irredento nichilista, misantropo oltranzista, e misofobo compulsivo, troverei più "utile" citare il monologo finale nel quale indicando la fortuna come unica vera molla che farebbe funzionare l’amore , meglio chiarisce i contenuti di un tale supposto truismo. Ora è noto che io sia (grazie a Dio) un “caso umano”, ed escludendo una lettura romantica della faccenda, credo che il concetto di utilità mal si sposi con una rara psico-alchimia dinamica, come meglio non saprei definire l’AMORE. Quanto ad un possibile amore inutile, premesso che l’AMORE dovrebbe essere sempre una pulsazione a due, sincrona tendente a isocrona, non temerei di contraddirmi, se indicassi fra questi per esempio l’amore non corrisposto (sarebbe inutile rispetto alla grande quantità di energie psico-fisiche impiegate), o l’amore di donne (non necessariamente sessantottine isteriche) o anche di uomini che amano troppo, tanto da annullarsi. Troverei vano, e frustrante anche quell’amore che per scelta (?) o per forza di cose non da il frutto più naturale di cotanta pulsazione : un figlio. Ovviamente in questa disamina ho escluso quell’amore amore non riconducibile alle possibilità di interazione tra un uomo e una donna.
 
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