Psico-comunicazione

Pillole di pensiero sugli audiovisivi


Seguo il consiglio della nostra prof e metto il mio commento al messaggio sullo spot come post, così che possiamo dibattere un po' su questa tecnica comunicativa (a chi interessa ovviamente!). Lo posto così com'è perchè non sono ancora molto in condizione di riscriverlo... interpretatelo come commento!Ciao a tutti, sono Claudio.Volevo innanzitutto complimentarmi per l'ottimo montaggio effettuato da thebonini, credo che renda benissimo l'idea! Nonostante siamo stati costretti a svolgere in poche ore un lavoro che richiederebbe intere giornate di lavoro, mi sono sorte alcune semplici riflessioni. Questa lezione ha rinforzato l'idea, che già avevo, sugli audio-visivi. A mio parere utilizzare l'audio visivo per comunicare un messaggio è più semplice (se si può parlare di semplicità e non di diversità) che usare gli strumenti audio e video separati. Negli audiovisivi il video è come la melodia di un brano musicale e l'audio è il suo ritmo. Normalmente alla fine della prima visione di un audiovisivo non ci rimane molto della colonna sonora (a meno che sia molto inflazionata o che le immagini siano legate da un filo stretto con essa) ma questa ci ha aiutato a comprendere appieno il messaggio: essa ci crea attesa, stupore, tensione, spensieratezza, felicità, essa è in grado di velocizzare o rallentare il filmato, in pratica mette l'accento sul messaggio. Sicuramente il linguaggio audiovisivo è un linguaggio molto complesso, ma esso permette (appunto perché complesso) di avere più strumenti a disposizione, e infiniti modi per utilizzarli. Da parte del "pubblico" cogliere un messaggio in un audiovisivo è sicuramente più semplice, questo perché è una tipologia a cui siamo molto abituati: è la società di oggi che ci ha educato a cogliere i messaggi audiovisivi attraverso la televisione e il cinema. Ma quando il pubblico è in grado di far proprio il messaggio che il produttore voleva lanciare? La risposta è abbastanza semplice: quando il produttore riesce ad annullare il "rumore" (Shannon e Weaver hanno ben approfondito questo problema), cioè tutte quelle componenti che interferiscono con il messaggio che si vuole dare. Esso può essere dovuto al messaggio stesso (quando magari l'audiovisivo è troppo pieno o pasticciato) oppure, per esempio, provenire dall'esterno ("semplicemente" il pubblico è distratto e occorre attirare la sua attenzione); la bellezza dell'audiovisivo sta nel riuscire a trasmettere semplicemente e inequivocabilmente il messaggio che ha in testa il produttore. Appunto per questo dico che, secondo me, il nostro spot è un buon prodotto: siamo riusciti a mettere insieme tante menti diverse producendo un piccolo video che centra in pieno l' IDEA iniziale (o almeno quello che io avevo in testa). Mi rendo conto di avere buttato un po' lì alcune idee che meritavano approfondimento, ma il mio obiettivo non era di approfondire quello che mi ha lasciato la lezione, ma fare un carrellata emozionale (e di getto) di piccoli e semplici pensieri che sono nati da questa esperienza seguendo sequenzialmente le idee che mi venivano in mente. Claudio