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Post N° 7

Post n°7 pubblicato il 20 Luglio 2007 da karmen71

Indicazioni valutative proposte per il danno biologico psichico.

A cura di Carmen Pernicola, psicologa

Indicazione valutativa proposta: danno biologico temporaneo di natura psichica

Sintomi post-traumatici di durata inferiore a tre mesi, con persistenza di ricordi spiacevoli ricorrenti e intrusivi dell’evento, sogni spiacevoli ricorrenti dell’evento, agire o sentire come se l’evento traumatico si stesse ripresentando (illusioni, allucinazioni, episodi dissociativi di flashack), disagio psicologico intenso all’esposizione a fattori scatenanti interno o esterni che simbolizzano o assomigliano a qualche aspetto dell’evento traumatico, esitamento persistente degli stimoli associati con il trauma e attenuazione della reattività generale, non presenti prima del trauma.

Presenza di sintomi transitori attesi in presenza di uno stimolo psico-sociale stressante, come deficit dell’attenzione, facile affaticabilità, tensione muscolare, difficoltà ad addormentarsi e a mantenere il sonno, irritabilità, riduzione della capacità di concentrarsi a lungo in un compito, ipervigilanza, esagerate risposte di allarme, stati depressivi lievi, riduzione delle prestazioni scolastiche e lavorative, sensazione soggettiva di insensibilità, distacco o assenza di reattività emozionale, riduzione della consapevolezza dell’ambiente circostante (sensazione di stordimento), derealizzazione, depersonalizzazione lievi, amnesia dissociativa (incapacità di ricordare uno o più aspetti rilevanti dell’evento lesivo).

I sintomi non causano significativa menomazione del funzionamento sociale, lavorativo o di altre aree importanti, né compromettono la capacità dell’individuo di eseguire compiti fondamentali, come ottenere l’assistenza necessaria o mobilitare le risorse personali riferendo ai familiari l’esperienza traumatica e hanno una durata di non più di quattro settimane dall’evento lesivo.                                  

Indicazione valutativa proposta 10-15%

Ansia, attacchi di panico, evitamento fobico, presenti a distanza di almeno un anno dall’evento lesivo, associati con la presenza o dall’attesa di un oggetto o di una situazione specifica legati al ricordo dell’evento lesivo (per esempio vedere il sangue, subire pratiche cliniche invasive, cadere, percorrere una certa strada, guidare).

L’evitamento, l’ansia anticipatoria o il disagio nella situazione temuta interferiscono in maniera signifciatvacon la normale routine della persona, con il suo funzionamento sociale e/o lavorativo o comporta un marcato disagio per la consapevolezza di soffrire della fobia.

Paura marcata e persistente di una o più situazioni sociali o prestazionali nelle quali la persona è esposta a persone non familiari o al possibile giudizio degli altri e legate a danni, come ad esempio il danno estetico, conseguenti all’evento lesivo.

Intensificazione e permanenza per più di tre mesi di sintomi post-traumatici, con persistenza di ricordi spiacevoli ricorrenti e intrusivi dell’evento, sogni spiacevoli ricorrenti dell’evento, agire o sentire come se l’evento traumatico si stesse ripresntando (illusioni, allucinazioni, episodi dissociativi di flashack), disagio psicologico intenso all’esposizione a fattori scatenanti interno o esterni che simbolizzano o assomigliano a qualche aspetto dell’evento traumatico, esitamento persistente degli stimoli associati con il trauma e attenuazione della reattività generale, non presenti prima del trauma. I sintomi post-traumatici causano disagio clinicamente significativo o menomazione del funzionamento sociale, lavorativo o di altre aree importanti e/o compromettono la capacità dell’individuo di eseguire compiti fondamentali, come ottenere l’assistenza necessaria o mobilitare le risorse personali riferendo ai familiari l’esperienza traumatica.

Sintomi legati alla preoccupazione per un difetto nell’aspetto fisico conseguente all’evento lesivo, che causano disagio significativo o menomazione nel funzionamento sociale, lavorativo, oppure in altre aree importanti e non è attribuibile a un altro disturbo mentale (ad es. anoressia nervosa).

Indicazione valutativa proposta 20-30%

Sintomi psicopatologici: idee di suicidio, frequenti attacchi di panico, tenendeze cleptomaniche ed altre anomalie della condotta (ad es. assunzione incongrua  e arbitraria di psico-farmaci, trascorrere spesso la notte fuori casa), alterazioni significative del tono dell’umore, prendere decisioni avventate che coinvolgono altri componenti la famiglia, ripetute assenze non giustificate dal lavoro, disturbi della sessualità correlabili direttamente all’evento lesivo o alle conseguenze, ad esempio estetiche, derivate dall’evento lesivo.

Indicazione valutativa proposta 30-40%

Deliri non bizzarri che durano almeno un mese, con eventuale presenza di allucinazioni tattili o olfattive correlate al tema delirante, che non compromettono in modo rilevante il funzionamento sociale e lavorativo e non rendono il comportamento eccessivamente stravagante o bizzarro e non sono legati a una condizione medica generale o a sostanze di abuso.

Sintomi legati alla preoccupazione per un difetto nell’aspetto fisico conseguente all’evento lesivo, che portano a un isolamento sociale estremo, abbandono della scuola o del lavoro, lavoro al di sotto delle proprie possibilità, e non sono attribuibili a un altro disturbo mentale (ad es. anoressia nervosa).

Amensia dissociativa, con uno o più episodi di incapacità a ricordare dati personali importanti, di natura traumatica o stressogena, che risulta troppo estesa per essere spiegata come banale tendenza a domineticare e non è dovuta all’effetto fisiologico diretto di una sostanza o a una condizione medica generale o neurologica.

Indicazione valutativa proposta 40-50%

Significativa, ma episodica alterazione della capacità di comunicare, di entrare e di essere in relazione con gli altri, diminuzione delle capacità critiche e di giudizio e saltuari deliri con deficit del funzionamento sociale ed occupazionale, esperienza persistente o ricorrente di depersonalizzazione.

Presenza di deficit clinicamente significativi cognitivi, come deficit della memoria, disorientamento (nel tempo e/o nello spazio), alterazioni dell’eloquio e del linguaggio, come disartia, cioè compromissione della capacità di nominare gli oggetti, disnomia, cioè compromissione della capacità di scrivere, afasia, presenza di eloquio divagante e non pertinente,o incalzante e incoerente, con imprevedibili salti da un tema all’altro, presenza di  alterazioni percettive, come false interpretazioni, illusioni, allucinazioni, che costituiscono una modificazione significativa del livello di funzionamento precedente all’evento e non sono legati a una Condizione Medica Generale né sono indotti da sostanze.

Indicazione valutativa 55-65%

Alterazione della coscienza (cioè ridotta lucidità della percezione dell’ambiente), con riduzione della capacità di focalizzare, mantenere o spostare l’attenzione, che compromettono gravemente la vita quotidiana del soggetto.

Indicazione valutativa 65-75%

Diminuzione della capacità di avere cura della propria persona, rischi o di atti violenti contro se stessi e contro gli altri, frequenti stati di eccitamento psicomotorio, perdita delle relazioni sociale ed affettive.

Tendenza alla fuga dissociativa, con allentamento inaspettato da casa o dall’abituale posto di lavoro, con incapacità di ricordare il proprio passato e confusione circa la propria identità.

Indicazione valutativa 75-90%

Deliri, allucinazioni, eloquio disorganizzato, comportamento disorganizzato o catatonico, affettività appiattita o inadeguata, abulia, che comportano per un periodo significativo di tempo dall’esordio del disturbo una grave disfunzione in una o più delle principali aree di funzionamento come il lavoro, le relazioni interpersonali, o la cura di sé, accompagnati da una intensa sintomatologia aggressiva con alto rischio suicidarlo e di violenze eterodirette.

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