HIC ET NUNC

NON MI DIRE CHE HAI PAURA...(4)


L’angoscia dunque è sempre di qualcosa, cioè c’è sempre un oggetto che minaccia, e per qualcosa, cioè si teme di essere annientati o anche solo abbandonati. La psicanalisi interpreta le difese dall’angoscia come fobie, quando la paura è protratta nel tempo ed è relativa a oggetti, animali o situazioni che chiaramente non possono essere considerati paurosi, assumendo così tratti patologici.Oggi le fobie sono molto diffuse e rendono la vita difficile a moltissime persone che finiscono, a volte, con il provare sentimenti di profonda tristezza, sentendosi senza via d’uscita. La persona fobica è estremamente sofferente. Le fobie sono anche l’esasperazione del sentimento della paura, derivante per qualche evento vissuto che origina da qualcosa di pericoloso nel mondo interno della persona e che lo blocca nella sua esistenza. La persona fobica è perciò in perenne fuga da possibili pericoli. Nelle fobie l’ansia si sviluppa in circostanze ben precise, lontano dalle quali la persona sta benissimo e che cerca di evitare. Tale evitamento da un lato protegge, ma dall’altro condurrà nella spirale delle mille limitazioni. Oggi il senso di incertezza e di inafferrabilità delle cose prodotto dalla società produce nuove fobie che allungano l’elenco delle paure umane fra cui troviamo: agorafobia (paura degli spazi aperti), claustrofobia (paura degli spazi chiusi), demofobia (paura della folla), zoofobia (paura degli animali), dromofobia (paura di viaggiare e dei mezzi di trasporto), acrofobia (paura delle altezze e del vuoto), aviofobia (paura di volare), brontofobia (paura dei temporali e degli uragani), eritrofobia (paura di arrossire), emofobia (paura del sangue), rupofobia (paura della sporcizia), ecc…