HIC ET NUNC

NON MI DIRE CHE HAI PAURA...(7)


Il bambino, nella nostra società, é sempre più frequentemente costretto a tempi lunghi di solitudine, in unica compagnia del televisore, mentre il genitore è al lavoro o distante.Ciò porta alla considerazione sui possibili interventi delle figure parentali cominciando da cosa è meglio non fare:forzare il bambino ad affrontare "bruscamente" una situazione di cui ha paura contagiare e coinvolgere il bambino con le proprie paure di adulto trattare con sufficienza le sue paure e banalizzarle usare l'umorismo (non è compreso dal bambino almeno fino ai sette, otto anni) perché è uno strumento che attacca e svaluta l'autostima del bambino chiamarlo "fifone" o usare vezzeggiativi simili, poichè provocherà nel bimbo la "paura di avere paura", situazione fonte di umiliazione e cosa è meglio fare:affrontare la paura di petto ma in modo "graduale"; la paura è qualcosa di reale, quindi mossa da motivi razionali e proprio per questo è necessario fare piccoli passi per superarla ascoltare il bambino e le sue motivazioni dando importanza ai suoi vissuti spiegare perché una situazione non è pericolosa, riportandogli esempi concreti utilizzare delle fiabe o dei racconti che aiutino il bambino a tradurre in immagini le sue emozioni lasciarlo libero di esprimersi attraverso il disegno ed il gioco cercare soprattutto di comprendere se si tratta di una paura o di una fobia, rivolgendosi con fiducia ad un esperto.Imparare a non aver paura è diventato condizione e metafora della possibilità di essere considerato maturo ed autonomo e in genere, non essere più bambino significa soprattutto aver coraggio e poter controllare la propria paura.Le paure dell'uomo comunque saranno sempre presenti nella sua vita ma, la biologia, l'amore e la fortuna possono essere determinanti per evitare la paura più grande, quella...di non esistere.