ALDILA'

C. I. C. A. P


Ripubblico questo testo per rispondere alla domandadi alfonsotoscano del blog"L'uomo e Dio Se Dio esistesse non ci sarebbero le stelle" http://blog.libero.it/alfonsotoscano/ che ringrazio per i suoi commenti. UNA PROPOSTA ANTICICAP SULLA METAFONIA (Dott. Nicolò Schepis)Inizio citando una frase di testata giornalistica di un'intervista al dott.Morocutti del CICAP sulla metafonia pubblicata su Internet dal titolo: "Lascienza dice no". Sotto titolo: "Marco Morocutti è esperto Cicap (Comitatoitaliano controllo delle affermazioni sul paranormale) per quanto concernepsicofonia e metafonia. Accanto sulla sinistra dell'intervista la sigla delCicap, alla fine dell'articolo si nota il Link per accedere al sito ufficialedel Cicap. La prima forma ideologica di quest'articolo che risalta agli occhi èla dicitura del titolo; "La scienza dice no". Una intestazione che considera leparole del Dott. Morocutti come l'appellativo della scienza (insomma, unaequivalenza biunivoca tra Morocutti e la Scienza. Morocutti = Scienza - Scienza= Morocutti) In effetti Morocutti è una persona, un ricercatore di unaassociazione che sostiene un verdetto sulla metafonia. E' il dott. Morocutti apronunciarsi quale membro del Cicap e non la scienza! Allora invito a chi scrivead essere più preciso. Il problema di fondo è che né il Cicap, né il dott. MarcoMorocutti sono la scienza. Una goccia d'acqua non è il mare intero! Immaginateun medico, che presentandosi in un convegno per affermare le proprie tesi,proferisce un bel momento: io sono la medicina, ovvero, la medicina dice No,mentre è lui ad affermare il No sull'eventuale causa di una malattia ipotizzatada altri suoi colleghi. Con onestà professionale e metodologia non vi sembrapretestuoso questo modo di porsi? Sarebbe stato più giusto esporre diversamente,forse in questo modo: secondo le mie ricerche sono giunto a queste conclusionida sottoporre sempre ad ulteriori verifiche. Non è accaduto cosìnell'intestazione sopraindicata? Ecco perché quel titolo mi sembra la chiave diuna visione onnipotente della conoscenza. Io sono, personalmente, contro ogniforma di tracotanza della ragione, in opposizione a qualsiasi esasperatorazionalismo; ancora sento l'odore del fuoco, il tanfo nefasto dei roghi dellaSanta inquisizione, l'urlo disperato di Giordano Bruno, ne vedo, oggi, lareincarnazione in alcuni scettici del presente. Personalmente non condividonessun monopolio culturale da parte di qualsiasi associazione che vuoleprevaricare a tutti i costi il suo presunto sapere. Chi pratica la metafoniadeve sapere, che pende sulla sua pelle una penale morale da parte di una nuovasanta inquisizione, solo chi accetta il martirio psicologico può andare avanti.Chi è accusato per un reato ha sempre una difesa, può, nel caso di un'eventualecondanna appellarsi, inseguito, ad un altro processo. Per la metafonia non ècosi, nessuno dei metafonisti può appellarsi alle decisioni del Cicap, unasottile ironia, pungente di questi operatori investe chi tenta, vanamente, diaffermare le ragioni delle sue sperimentazioni. Secondo il Cicap chi pratica lametafonia, se vuole essere credibile, deve, in modo inequivocabile, sottoporsial suo controllo. Allora mi chiedo: perché presentarsi solo alle supervisionidel Cicap e non ad altre eventuali associazioni di verifica? Se questeassociazioni ancora non esistono, perché temono tanto il Cicap, facciamolinascere, e ora di finirla con la caccia alle streghe! A mio modesto avvisopotrebbero essere anche più obiettive, perché indagherebbero senza pregiudizi!Perché, esclusivamente, il Cicap possiede il monopolio sul paranormale? Dovesono gli avvocati difensori, la corte d'appello e la Cassazione dei metafonisti?Non esistono… Allora ci troviamo dinnanzi ad un monopolio culturale, manca unaconcorrenza di controllo scientifico. Inoltre, da quanto affermano i ricercatoridel Cicap, sembrerebbe che essi si considerano la scienza in assoluto, mi sembradi entrare in antiche cattedre di teologia del passato. Uso a tal proposito unafrase biblica, poiché il Cicap tendenzialmente si pone alla stessa maniera delvecchio dio giudaico quello con la barba bianca: " non avrai altra scienza fuoridi me"! E se qualche fisico, o medico, o ricercatore afferma il contrario diquanto quella associazione sostiene, subito gli si appiccica la cornice divisionario, d'illuso. Il Cicap è quella parte della vecchia scienzagiustizialista; ritengo il suo modo di promulgare cultura un pericolo per lademocrazia del sapere, un oscurantismo della ragione d'essere. Quando qualsiasipotere si camuffa in sapere, bisogna essere molto vigili e non permettere chequel potere oscuri le menti, è necessario combattere sino infondo per il dirittodi un sapere dialettico, contro ogni presunzione della ragione impudente, per laprofilassi dell'obiettività; occorre opporsi, in maniera ferma e decisa, allastessa maniera di come si lotta l'irrazionalità di certe sette mistiche, i ritidelle fattucchiere, i maghi, i prestigiatori imbroglioni. Non possiamo delegareal Cicap il responso massimo sulla veridicità dei fenomeni metafonici, senza checi siano altri centri di controllo alternativi. Se c'è una cosa da fare, èquella di migliorare la qualità della ricezione delle voci, per renderle piùchiare, meno interpretabili, in maniera che ciascun ricercatore potrà dopo annidi verifiche oneste rendersi conto della esistenza o non esistenza delladimensione metafonica.. Riferendomi al Cicap e soprattutto al dott. Morocutti,voglio dire che Ricercare non significa supporre a priori che un fenomeno nonesista prima di averlo verificato con la dovuta serietà e con il dovuto tempo,questa forma pregiudiziale non permette al ricercatore d'essere equanime, senzastereotipo alcuno. Ritengo proporre a tutti gli studiosi e investigatori nelcampo del paranormale la nascita di una nuova associazione, che indaghi ifenomeni con la massima obiettività, che si ponga come un'agenzia di controllo edi verifica senza preclusioni di fondo. Per quanto riguarda la metafonia,Morocutti afferma e cito le sue parole: "Bisogna avere competenza in elettronicae in tecnica del suono. Per quanto concerne il primo aspetto, si tratta dellamia specifica professione. Sono poi un appassionato e un esperto di tecnicaaudio". Posso convenire con lui in questa sua asserzione, ritengo giusto quelloche dice, ma cosa manca nella sua metodologia d'indagine? Egli definisceillusoria la metafonia solo per il fatto di aver verificato di persona indiverse situazioni la provenienza di rumori e messaggi radiofonici malinterpretati da chi vuol sentire quello che, in effetti, non esiste: il rumoredi una sedia per una parola, un messaggio navale in codice o radioamatoriale oradiofonico per una voce dell'aldilà. In che modo Morocutti conduce l'indagine?Cito nuovamente le sue parole ritrovate in un'intervista su Internet: "Sì. Da unlato, ho fatto test circa l'interpretazione delle frasi intercettate. Gruppi dicontrollo che non conoscevano il testo scritto della frase intercettata nonerano in grado di interpretarla. Dopo avere visionato una plausibileinterpretazione scritta, però, questa s'imponeva fino a determinare unapercezione precisa. E' l'effetto della somiglianza con il già sentito o il giàsaputo. Fondamentalmente si tratta di sintomi indefiniti che vengono chiusi inun'interpretazione quando questa è già presente" Voglio precisare, da quanto sipuò intendere dalla sua lettura, che il gruppo di controllo è stato formato daun insieme di persone comuni che non hanno fatto alcuna esperienza sullarilevazione percettiva delle voci. Mi domando, come può competere questo gruppodi controllo con chi ha reso fine, capillare il proprio udito dopo annid'ascolto, affinando il proprio senso acustico per discriminare lecaratteristiche di quelle voci, differenziandole da un fruscio di fondo, chetende a coprile e saturarle? Consideriamo un gruppo di controllo costituito dapersone, non musiciste, che vengono invitate dallo sperimentatore ( per es, daldott. Morocutti che dice di essere tra l'altro "un appassionato e un esperto ditecnica audio") all'ascolto di una Sinfonia, o di una fuga di Bach. Dott.Morocutti le chiedo, quante parti apprezzabili e considerevoli di quella musicaresterebbero oscure e non percepite dal suo ipotetico gruppo? Indubbiamente, glielementi più importanti: trasformazioni armoniche con modulazioni e cambi dimodo, contrappunti di voci sovrapposte, sfumature timbriche, richiami formali.Se dovessimo utilizzare in musica questa sua metodologia per un verdetto ( comelei ha fatto per la metafonia) sulla validità di una sinfonia o di una fuga,questo suo criterio, di certo, inficerebbe tutta la musica classica,sicuramente,la musica leggera avrebbe la meglio. Cosa avrebbe ottenuto dalla suaricerca? Un plauso dai suoi colleghi del Cicap, ma una profonda disapprovazionedai compositori, dai semiologi della musica, dagli psicologi, che certamente inquesto campo sono più competenti di lei, perché lei avrebbe bestemmiato sullamusica, falsando la realtà dei fatti, per giungere a conclusioni rovinose. Noncredete che questo modo di procedere sia un limite che vizi ideologicamentel'indagine? Morocutti alla fine dell'esperimento riesce sempre a trovare quelloche voleva sapere o che gli serviva già dall'inizio, prima ancora di eseguire iltest di controllo, per invalidare la metafonia. Lei non ha tenuto conto deiprocessi di filtro e di selezione percettiva, (processi ormai saputi e risaputidalla psicologia), ha isolato le variabili a suo piacimento emettendo un sacroverdetto inoppugnabile. L'uso inadatto di metodologie sperimentali, usate inmaniera inappropriata, senza vagliare le variabili dipendenti ed indipendentipiù rilevanti, che si presentano di volta in volta in una situazionesperimentale, può apportare grossolani errori interpretativi, come è successospesso in diverse statistiche sociologiche. " Riprendo la metodologia d'indaginedi Morocutti - ecco nuovamente le sue parole: Oltre ai gruppi di controllo, hoeffettuato test con radioamatori. L'universo delle comunicazioni in onde corte èenorme e complessissimo: si trasmettono materiali di ogni genere, a volte damigliaia di chilometri dall'apparecchio che li intercetta. Il parere deiradioamatori è stato unanime: le cosiddette "voci dei morti" sono tracce audiodi comunicazione radioamatoriale, intercettate con strumenti non adatti allaricezione (SFB). E questo viene confermato anche dalla più prestigiosametafonista italiana, Gabriella Alvisi... " Mi sembra di assistere ad un altroaspetto parziale d'indagine, anche s 'è corretto nell'esposizione divulgativa.E' vero che l'etere sia pervaso da onde corte, così molti metafonisti cadono inquesta trappola illusoria, quando interpretano voci non definite, in manieraunivoca secondo le loro aspettative. Se la maggior parte dei segnali che sicaptano sono rumori, o trasmissioni radiofoniche o radioamatoriali o messaggi dinavi da decriptare, ciò non significa che tutti i metafonisti commettano questigrossolani errori. Mi domando, si ascolta da una radio, esclusivamente, laricezione di messaggi radiofonici? Morocutti direbbe di si. Dove sta scrittaquesta sua verità ultima, forse la mia mente va più in là del contingente, vanei sentieri del possibile, sempre nei limiti d'ipotesi, tuttavia da verificare.Non può accadere qualcosa di inspiegato, d'insolito in ciò che si ascolta? Moltistudiosi metafonici hanno ottenuti frasi con dati alla mano dai risvoltisorprendenti, che non potevano essere di natura radiofonica ( per i lorocontenuti) e che tuttavia si erano impresse, incredibilmente, nel nastromagnetico di un registratore. Sono questi i dati da sottoporre ad un controlloserio e non il resto. Il resto è risaputo, è banale, giova solo a riempire unarticolo di giornale, ma non è utile alla ricerca, serve al pensiero dicotomico,che vuole smentire a tutti i costi, ciò che non riesce a catalogare nei proprischemi cognitivi. Un tempo Einstein commise un grave errore nei confronti diHeisenberg, dopo che lui stesso gli aveva delucidato la sua versione dei fattisulla fisica quantistica. Einstein gli rispose: "ciò nonostante è un non senso".Ma la storia dimostrò alla fine che Heisemberg aveva ragione. Se una mentestraordinaria come quella di Einstein aveva sbagliato in quella circostanza,perché a lei ed al Cicap non è concessa nessuna possibilità d'errore? Comprendoche Morocutti da come si esprime esclude questa possibilità, in questo caso dipresunta infallibilità, ha tratto poco dagli insegnamenti della storia delpensiero scientifico. Sicuramente l'apparecchio radiofonico è progettato perricevere alcune bande e non altre, ma nessuno può escludere qualcosa di pocochiaro che s'insinua inaspettatamente in alcuni momenti e non in altri, magaripoco ripetibili. Morocutti parte da una premessa scontata, non è possibile!!!Non ricerca con la mentalità di chi vuol sapere, capire, ma di chi vuol soltantosmentire. Ha trovato qualcosa da sconfessare in alcuni metafonisti ingenui,travagliati dal dolore e generalizza quei risultati a tutti i possibili contattimetafonici. Ecco cosa dice a tal proposito: "Il parere dei radioamatori è statounanime: le cosiddette "voci dei morti" sono tracce audio di comunicazioneradioamatoriale, intercettate con strumenti non adatti alla ricezione (SFB)".Questa sua affermazione sa di stonatura, sarebbe stato corretto almenoaggiungere alla frase "sono tracce audio di... in molti casi sono tracce di…oppure, per una maggiore prudenza e rispetto nei confronti di molti metafonistiresponsabili, che conducono da anni le loro ricerche, delle quali sa ben poco,avrebbe potuto affermare al posto di quella frase scontata ed imperativaquest'altra: potrebbero essere tracce audio di… E aggiungerei Molte comesostitutivo del vocabolo Cosiddette "molte" delle "voci dei morti" , piuttosto,che le cosiddette, ( questa ultimo lemma sa d'offensivo). Mi scusi, ma non ècorretto che un ricercatore serio si appropri di un tale significato lesivo,usato con grossolana superficialità dai radioamatori. Inoltre, posso affermare,da quanto si rileva in diversi suoi articoli, che lei ha controllato soltantouna minima parte dei casi metafonici, quelli più discussi o dubbi,generalizzandoli poi indebitamente a tutto il resto. Sa cosa pensano glipsicologi cognitivisti di queste indebite generalizzazioni? Li considerano delledistorsioni cognitive. Morocutti non può proferire con una semplicitàsconcertante che i risultati dei suoi esperimenti siano universali, dimenticache qualsiasi asserzione che non può essere sottoposta ad eventualeconfutazione, non può appartenere alla scienza, perché in tal caso non è nèvera, né falsa, è come la fede. Forse voi del Cicap siete i sacerdoti di unanuova religione? I signori del Cicap mi sembrano gli integralisti di unoscentismo religioso, piuttosto, che ricercatori,( non entro in merito alle loroprofessioni, mi rivolgo solo ai loro giudizi sul paranormale) nessunsperimentare nel campo della psicologia e semiologia musicale è giunto adaffermare con disinvoltura e spregiudicatezza che i dati sperimentali ottenutidai loro screening e approfondimenti siano definitivi o assoluti, come fa,invece, trapelare lei dalla sua ricerca. Ancora nessuno di loro può ben dire conprecisione se c'è una semanticità nella musica e in che termini i significantimusicali possono avere dei referenti significativi. Veda questa è l'umiltà di unricercatore che lo contraddistingue da un chiromante. Le variabili in gioco sonotroppo complesse per pervenire ad un risultato ultimo. Si continua sempre atestare gruppi, sulle abilità percettive, con gruppi sperimentali e dicontrollo, ma senza avere la presunzione di aver trovato alla finedell'esperimento la pietra filosofale. E' stato geniale il Dott. Morocutti,molto più bravo di Werner Heisemberg, poiché è riuscito in un temporelativamente breve a liquidare la metafonia. Se attuassimo il suo modo diprocedere avremmo risolto la singolarità del "paradosso del gatto diSchrödinger", avremmo messo al bando il grande fisico americano Eugene Wignerper non parlare del sommo Davied Bohm. Saremmo ben lieti se potessimo trovare,nel campo della psichiatria e in altre scienze sperimentali, ricercatori, comeMorocutti ed altri del Cicap, che in un tempo molto breve possano riuscire aformulare dei punti d'arrivo precisi e inequivocabili, proprio dove altri grandiricercatori hanno fallito. Naturalmente se si vuole liquidare il tutto, la cosapiù semplice è comportarsi alla stregua del Cicap. Questi procedimenti conapplicazioni arbitrarie grossolane ci riportano alla pregiudiziale visione dipartenza del ricercatore Cicap, che sa già cosa deve trovare e cosa non devecercare. Se una ricezione metafonica indica una voce che afferma qualcosa di verificabile e la voce dialoga con l'operatore e proferisce una data, un nome eun cognome sconosciuto, o un evento preciso e incognito, che poi vieneconfermato da dati oggettivi concreti, e soprattutto, se queste informazioniignote e verificate, in seguito, come vere non sono poi così rare, come si pensao si vorrebbe pensare che fossero, mi sembrerebbe gravemente mediocre voler atutti i costi ricondurle alla banale concettualizzazione delle coincidenze. Ildebole castello del dott. Morocutti e del Cicap si schianterebbe in un boatoinfernale. Allora invito tutti alla prudenza. Ecco un paradosso: nel tentativodi smascherare una pseudoscienza, il Cicap produce una pseudo indagine,selezionando a piacimento le variabili da considerare valide, manipolano inmaniera subdola l'esperimento di controllo e generalizzando i risultati a tuttoil conoscibile. Ritengo, inoltre, diseducativa la disinformazione del Cicap,perché tende ad utilizzare situazioni grossolane e truffaldine sapute e risaputeche si celano nel mondo del paranormale, per coniugarle poi agli studi deiricercatori seri, che grazie al Cicap devono oggi aver paura di promulgare irisultati ottenuti, per non essere tacciati come stregoni e condannati al rogo della nuova santa inquisizione.Dott. Nicolò Schepis