ALDILA'

I messaggi sono un dono


"I messaggi sono un dono"di Mario Mancigotti (vedi anche il mio post precedente n°119 pubblicato il 06 Febbraio 2009 "Transcomunicazione: realtà o fantasia ?")I nostri angeli del cielo sono come gabbiani leggeri che si posano sul mare calmo e non su un mare agitato dal nostro sentimento di rivolta, dalla nostra apprensione, dalla nostra ansia ed angoscia. Sappiamo che tutto ciò forma una barriera che impedisce la comunicazione.I messaggi cristici devono considerarsi eccezionali, sono un dono ed una grazia di Dio.Sappiamo che tutto ci giunge dall’Alto, che il messaggio ci viene dato spontaneamente e non può essere provocato.Diffidate dai falsi profeti, diffidate da chi promette messaggi a ripetizione come se tutti i nostri cari fossero in ogni momento in fila indiana pronti alla chiamata.Ci vuole tanta umiltà, tanto rispetto davanti al mistero: il messaggio ci giunge nel silenzio, nel raccoglimento, nella preghiera, nella vibrazione d’amore.Non dobbiamo aver bisogno di evocare, perché sono Loro che evocano noi; e non hanno bisogno di sedute, di luci spente, di sperimentazione di gruppo.Non si fanno gli esperimenti con Dio!Mettiamoci a loro completa disposizione, creiamo un vuoto mentale come se ci trasformassimo in una vuota conchiglia che sa captare il rumore del mare.I messaggi sono profondi e trasparenti come laghi di montagna.E soprattutto smettiamola di tirare in ballo questo subconscio tuttofare. Spiace constatare come non solo gli atei, ma anche i credenti si aggrappino a questo argomento. Grazie, caro subconscio, per le stupende parole di verità e di vita che sai darci. È un subconscio talmente indipendente ed autonomo da darci direttive contrarie ai nostri desideri.Jean Prieur indica un esempio eclatante di autonomia del messaggero: il giovane Pierre Monnier, che ha ricevuto una educazione rigidamente protestante, parla alla madre protestante di angeli custodi, di santa Teresa di Avila, di santa Caterina, di santa Teresa di Lisieux, ma soprattutto eleva un inno alla Vergine Maria.Tutti i messaggi inviati da Daniela in cinque anni iniziano con un 8 orizzontale, simbolo dell’amore che non ha mai fine. L’agosto 1990 per la prima volta Daniela ha tracciato un 8 verticale per significare, come ha subito commentato, lo slancio della nostra preghiera di ringraziamento per la nascita della nipotina, Cristina, verso Colui che tutto dispone e dirige!No, il subconscio non c’entra affatto! Potremmo, semmai, parlare di una “supercoscienza” o “ultracoscienza” che ci permette di entrare in una ineffabile simbiosi con le sfere celesti illuminate da Dio.Consideriamo piuttosto il nostro subconscio come un filo elettrico che trasmette la luce ma non è la luce, è il conduttore e non la sorgente della luce, è il mezzo, è il tramite ma non la causa, può riprodurre ma non produrre!Se i messaggi sono “carezze di Dio”, noi dobbiamo essere solo disponibili a riceverne il dono. Non dobbiamo provocare e sollecitare il dono ma saperlo attendere con fiducia e pazienza.Così comportandoci siamo certi che non disturbiamo nessuno, non interrompiamo i compiti e le missioni dei nostri cari. Né potremo essere accusati di “necromanzia”.Tra i nostri oppositori ci sono anche quelli che arrivano a dire che i messaggi da noi ricevuti sono di origine demoniaca.Messaggi che ci invitano all’amore, alla preghiera, al perdono sarebbero, per costoro, opera di Satana.Vale la pena di rispondere soltanto che fare una simile affermazione è idiota quanto iniquo, è blasfemo, è “demoniaco” esso stesso.Chiusa la parentesi, e per tornare a parlare di cose serie: io sono fermamente convinto che la conditio sine qua non per ottenere i “segni” della presenza dei nostri cari, il privilegio di un sublime contatto con la realtà spirituale trascendente, cioè per essere degni di quelle che amo chiamare “carezze di Dio”, è necessario accettare il volere di Dio stesso per divenire collaboratori, anche attraverso la nostra umana sofferenza, dei suoi disegni imperscrutabili.I segni autentici giungono attraverso questo processo di catarsi, di evoluzione, di illuminazione.Attenti ai vari surrogati dei segni, ai falsi profeti, agli speculatori del dolore.Non credo, amici, ai messaggi che giungono a ripetizione e a comando! Non apprezzo l’esaltazione, il fanatismo, la ricerca ostinata, insaziabile di segni, che all’opposto ci giungono inaspettatamente e spontaneamente al di fuori della nostra volontà.Di questo dobbiamo renderci conto per accogliere le “carezze di Dio” con infinita umiltà.Noi offriamo soltanto la nostra disponibilità, ci trasformiamo in “canali”, in strumenti docili e fiduciosi.Al resto pensano Loro, se e quando possono, in virtù di quella forza inestinguibile, di quel filo che non si spezza e che si chiama Amore.Mario Mancigotti "Carezze di Dio" Editore Hermes  (collana Medianità)Mario Mancigotti "Oltre il tunnel. Dialoghi con Daniela" Editore Hermes  (collana Medianità)Mario MancigottiNel marzo 1983, in seguito ad un fatale incidente stradale, Mario Mancigotti e sua moglie Luisa perdevano la loro figlia ventenne, Daniela, una ragazza piena di vita, che stava vivendo la sua giovane esistenza in modo armonioso e sereno. A pochi mesi dalla scomparsa di Daniela, cominciano a manifestarsi i primi "segni" della sua presenza, attraverso una medium scrivente. A sei mesi dalla sua dipartita, ella scrive tra l'altro: "Cara mamma, io non sono morta, io sono viva, viva e felice ... Ti sono vicina, ti stringo alla mia maniera al mio cuore, ti accarezzo i capelli, ti bacio sulle gote ... Ora vivo nella luce". Una ulteriore evoluzione condusse anche la madre di Daniela, alla scrittura medianica, o meglio "ispirata". Questi nuovi messaggi, nei quali è presente anche l'entità-guida Arno, sono parole di conforto e di aiuto indirizzate non soltanto da Daniela ai propri cari, ma anche di numerosi altri giovani entità, trapassate prematuramente, anche esse ansiose di comunicare. E queste manifestazioni del mondo dell'aldilà, queste parole di amore e di conforto, questi "segni di vita" e di speranza sono proprio quelle che l'Autore definisce "carezze di Dio".Mario Mancigotti, con Agnese Moneta e Antonio Mascagna ha fondato il "Movimento della Speranza" che riunì a Cattolica, nel 1987, un ristretto gruppo di genitori i quali avevano perso i loro figli. A quel primo convegno parteciparono studiosi della materia, ma sopratutto tante madri che erano riuscite a "ritrovare" i loro figli nella dimensione dell'aldilà per il tramite della metafonia o della scrittura automatica.I convegni del Movimento della Speranza si ripetono ogni anno e richiamano un numero sempre più alto di partecipanti.(vedi il mio post n° 113 pubblicato l'1 Gennaio 2009 "Convegno della Speranza 2009" 17° Convegno Internazionale della Speranza sul tema "La Vita oltre la Vita" Parapsicologia: Esperienza, Scienza, Fede")