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C. I. C. A. P

Post n°117 pubblicato il 03 Febbraio 2009 da Giles2004
 

Ripubblico questo testo per rispondere alla domanda

di alfonsotoscano del blog

"L'uomo e Dio Se Dio esistesse non ci sarebbero le stelle"

 http://blog.libero.it/alfonsotoscano/ che ringrazio per i suoi commenti.

 

UNA PROPOSTA ANTICICAP SULLA METAFONIA (Dott. Nicolò Schepis)

Inizio citando una frase di testata giornalistica di un'intervista al dott.
Morocutti del CICAP sulla metafonia pubblicata su Internet dal titolo: "La
scienza dice no". Sotto titolo: "Marco Morocutti è esperto Cicap (Comitato
italiano controllo delle affermazioni sul paranormale) per quanto concerne
psicofonia e metafonia. Accanto sulla sinistra dell'intervista la sigla del
Cicap, alla fine dell'articolo si nota il Link per accedere al sito ufficiale
del Cicap. La prima forma ideologica di quest'articolo che risalta agli occhi è
la dicitura del titolo; "La scienza dice no". Una intestazione che considera le
parole del Dott. Morocutti come l'appellativo della scienza (insomma, una
equivalenza biunivoca tra Morocutti e la Scienza. Morocutti = Scienza - Scienza
= Morocutti) In effetti Morocutti è una persona, un ricercatore di una
associazione che sostiene un verdetto sulla metafonia. E' il dott. Morocutti a
pronunciarsi quale membro del Cicap e non la scienza! Allora invito a chi scrive
ad essere più preciso. Il problema di fondo è che né il Cicap, né il dott. Marco
Morocutti sono la scienza. Una goccia d'acqua non è il mare intero! Immaginate
un medico, che presentandosi in un convegno per affermare le proprie tesi,
proferisce un bel momento: io sono la medicina, ovvero, la medicina dice No,
mentre è lui ad affermare il No sull'eventuale causa di una malattia ipotizzata
da altri suoi colleghi. Con onestà professionale e metodologia non vi sembra
pretestuoso questo modo di porsi? Sarebbe stato più giusto esporre diversamente,
forse in questo modo: secondo le mie ricerche sono giunto a queste conclusioni
da sottoporre sempre ad ulteriori verifiche. Non è accaduto così
nell'intestazione sopraindicata? Ecco perché quel titolo mi sembra la chiave di
una visione onnipotente della conoscenza. Io sono, personalmente, contro ogni
forma di tracotanza della ragione, in opposizione a qualsiasi esasperato
razionalismo; ancora sento l'odore del fuoco, il tanfo nefasto dei roghi della
Santa inquisizione, l'urlo disperato di Giordano Bruno, ne vedo, oggi, la
reincarnazione in alcuni scettici del presente. Personalmente non condivido
nessun monopolio culturale da parte di qualsiasi associazione che vuole
prevaricare a tutti i costi il suo presunto sapere. Chi pratica la metafonia
deve sapere, che pende sulla sua pelle una penale morale da parte di una nuova
santa inquisizione, solo chi accetta il martirio psicologico può andare avanti.
Chi è accusato per un reato ha sempre una difesa, può, nel caso di un'eventuale
condanna appellarsi, inseguito, ad un altro processo. Per la metafonia non è
cosi, nessuno dei metafonisti può appellarsi alle decisioni del Cicap, una
sottile ironia, pungente di questi operatori investe chi tenta, vanamente, di
affermare le ragioni delle sue sperimentazioni. Secondo il Cicap chi pratica la
metafonia, se vuole essere credibile, deve, in modo inequivocabile, sottoporsi
al suo controllo. Allora mi chiedo: perché presentarsi solo alle supervisioni
del Cicap e non ad altre eventuali associazioni di verifica? Se queste
associazioni ancora non esistono, perché temono tanto il Cicap, facciamoli
nascere, e ora di finirla con la caccia alle streghe! A mio modesto avviso
potrebbero essere anche più obiettive, perché indagherebbero senza pregiudizi!
Perché, esclusivamente, il Cicap possiede il monopolio sul paranormale? Dove
sono gli avvocati difensori, la corte d'appello e la Cassazione dei metafonisti?
Non esistono… Allora ci troviamo dinnanzi ad un monopolio culturale, manca una
concorrenza di controllo scientifico. Inoltre, da quanto affermano i ricercatori
del Cicap, sembrerebbe che essi si considerano la scienza in assoluto, mi sembra
di entrare in antiche cattedre di teologia del passato. Uso a tal proposito una
frase biblica, poiché il Cicap tendenzialmente si pone alla stessa maniera del
vecchio dio giudaico quello con la barba bianca: " non avrai altra scienza fuori
di me"! E se qualche fisico, o medico, o ricercatore afferma il contrario di
quanto quella associazione sostiene, subito gli si appiccica la cornice di
visionario, d'illuso. Il Cicap è quella parte della vecchia scienza
giustizialista; ritengo il suo modo di promulgare cultura un pericolo per la
democrazia del sapere, un oscurantismo della ragione d'essere. Quando qualsiasi
potere si camuffa in sapere, bisogna essere molto vigili e non permettere che
quel potere oscuri le menti, è necessario combattere sino infondo per il diritto
di un sapere dialettico, contro ogni presunzione della ragione impudente, per la
profilassi dell'obiettività; occorre opporsi, in maniera ferma e decisa, alla
stessa maniera di come si lotta l'irrazionalità di certe sette mistiche, i riti
delle fattucchiere, i maghi, i prestigiatori imbroglioni. Non possiamo delegare
al Cicap il responso massimo sulla veridicità dei fenomeni metafonici, senza che
ci siano altri centri di controllo alternativi. Se c'è una cosa da fare, è
quella di migliorare la qualità della ricezione delle voci, per renderle più
chiare, meno interpretabili, in maniera che ciascun ricercatore potrà dopo anni
di verifiche oneste rendersi conto della esistenza o non esistenza della
dimensione metafonica.. Riferendomi al Cicap e soprattutto al dott. Morocutti,
voglio dire che Ricercare non significa supporre a priori che un fenomeno non
esista prima di averlo verificato con la dovuta serietà e con il dovuto tempo,
questa forma pregiudiziale non permette al ricercatore d'essere equanime, senza
stereotipo alcuno. Ritengo proporre a tutti gli studiosi e investigatori nel
campo del paranormale la nascita di una nuova associazione, che indaghi i
fenomeni con la massima obiettività, che si ponga come un'agenzia di controllo e
di verifica senza preclusioni di fondo. Per quanto riguarda la metafonia,
Morocutti afferma e cito le sue parole: "Bisogna avere competenza in elettronica
e in tecnica del suono. Per quanto concerne il primo aspetto, si tratta della
mia specifica professione. Sono poi un appassionato e un esperto di tecnica
audio". Posso convenire con lui in questa sua asserzione, ritengo giusto quello
che dice, ma cosa manca nella sua metodologia d'indagine? Egli definisce
illusoria la metafonia solo per il fatto di aver verificato di persona in
diverse situazioni la provenienza di rumori e messaggi radiofonici mal
interpretati da chi vuol sentire quello che, in effetti, non esiste: il rumore
di una sedia per una parola, un messaggio navale in codice o radioamatoriale o
radiofonico per una voce dell'aldilà. In che modo Morocutti conduce l'indagine?
Cito nuovamente le sue parole ritrovate in un'intervista su Internet: "Sì. Da un
lato, ho fatto test circa l'interpretazione delle frasi intercettate. Gruppi di
controllo che non conoscevano il testo scritto della frase intercettata non
erano in grado di interpretarla. Dopo avere visionato una plausibile
interpretazione scritta, però, questa s'imponeva fino a determinare una
percezione precisa. E' l'effetto della somiglianza con il già sentito o il già
saputo. Fondamentalmente si tratta di sintomi indefiniti che vengono chiusi in
un'interpretazione quando questa è già presente" Voglio precisare, da quanto si
può intendere dalla sua lettura, che il gruppo di controllo è stato formato da
un insieme di persone comuni che non hanno fatto alcuna esperienza sulla
rilevazione percettiva delle voci. Mi domando, come può competere questo gruppo
di controllo con chi ha reso fine, capillare il proprio udito dopo anni
d'ascolto, affinando il proprio senso acustico per discriminare le
caratteristiche di quelle voci, differenziandole da un fruscio di fondo, che
tende a coprile e saturarle? Consideriamo un gruppo di controllo costituito da
persone, non musiciste, che vengono invitate dallo sperimentatore ( per es, dal
dott. Morocutti che dice di essere tra l'altro "un appassionato e un esperto di
tecnica audio") all'ascolto di una Sinfonia, o di una fuga di Bach. Dott.
Morocutti le chiedo, quante parti apprezzabili e considerevoli di quella musica
resterebbero oscure e non percepite dal suo ipotetico gruppo? Indubbiamente, gli
elementi più importanti: trasformazioni armoniche con modulazioni e cambi di
modo, contrappunti di voci sovrapposte, sfumature timbriche, richiami formali.
Se dovessimo utilizzare in musica questa sua metodologia per un verdetto ( come
lei ha fatto per la metafonia) sulla validità di una sinfonia o di una fuga,
questo suo criterio, di certo, inficerebbe tutta la musica classica,
sicuramente,la musica leggera avrebbe la meglio. Cosa avrebbe ottenuto dalla sua
ricerca? Un plauso dai suoi colleghi del Cicap, ma una profonda disapprovazione
dai compositori, dai semiologi della musica, dagli psicologi, che certamente in
questo campo sono più competenti di lei, perché lei avrebbe bestemmiato sulla
musica, falsando la realtà dei fatti, per giungere a conclusioni rovinose. Non
credete che questo modo di procedere sia un limite che vizi ideologicamente
l'indagine? Morocutti alla fine dell'esperimento riesce sempre a trovare quello
che voleva sapere o che gli serviva già dall'inizio, prima ancora di eseguire il
test di controllo, per invalidare la metafonia. Lei non ha tenuto conto dei
processi di filtro e di selezione percettiva, (processi ormai saputi e risaputi
dalla psicologia), ha isolato le variabili a suo piacimento emettendo un sacro
verdetto inoppugnabile. L'uso inadatto di metodologie sperimentali, usate in
maniera inappropriata, senza vagliare le variabili dipendenti ed indipendenti
più rilevanti, che si presentano di volta in volta in una situazione
sperimentale, può apportare grossolani errori interpretativi, come è successo
spesso in diverse statistiche sociologiche. " Riprendo la metodologia d'indagine
di Morocutti - ecco nuovamente le sue parole: Oltre ai gruppi di controllo, ho
effettuato test con radioamatori. L'universo delle comunicazioni in onde corte è
enorme e complessissimo: si trasmettono materiali di ogni genere, a volte da
migliaia di chilometri dall'apparecchio che li intercetta. Il parere dei
radioamatori è stato unanime: le cosiddette "voci dei morti" sono tracce audio
di comunicazione radioamatoriale, intercettate con strumenti non adatti alla
ricezione (SFB). E questo viene confermato anche dalla più prestigiosa
metafonista italiana, Gabriella Alvisi... " Mi sembra di assistere ad un altro
aspetto parziale d'indagine, anche s 'è corretto nell'esposizione divulgativa.
E' vero che l'etere sia pervaso da onde corte, così molti metafonisti cadono in
questa trappola illusoria, quando interpretano voci non definite, in maniera
univoca secondo le loro aspettative. Se la maggior parte dei segnali che si
captano sono rumori, o trasmissioni radiofoniche o radioamatoriali o messaggi di
navi da decriptare, ciò non significa che tutti i metafonisti commettano questi
grossolani errori. Mi domando, si ascolta da una radio, esclusivamente, la
ricezione di messaggi radiofonici? Morocutti direbbe di si. Dove sta scritta
questa sua verità ultima, forse la mia mente va più in là del contingente, va
nei sentieri del possibile, sempre nei limiti d'ipotesi, tuttavia da verificare.
Non può accadere qualcosa di inspiegato, d'insolito in ciò che si ascolta? Molti
studiosi metafonici hanno ottenuti frasi con dati alla mano dai risvolti
sorprendenti, che non potevano essere di natura radiofonica ( per i loro
contenuti) e che tuttavia si erano impresse, incredibilmente, nel nastro
magnetico di un registratore. Sono questi i dati da sottoporre ad un controllo
serio e non il resto. Il resto è risaputo, è banale, giova solo a riempire un
articolo di giornale, ma non è utile alla ricerca, serve al pensiero dicotomico,
che vuole smentire a tutti i costi, ciò che non riesce a catalogare nei propri
schemi cognitivi. Un tempo Einstein commise un grave errore nei confronti di
Heisenberg, dopo che lui stesso gli aveva delucidato la sua versione dei fatti
sulla fisica quantistica. Einstein gli rispose: "ciò nonostante è un non senso".
Ma la storia dimostrò alla fine che Heisemberg aveva ragione. Se una mente
straordinaria come quella di Einstein aveva sbagliato in quella circostanza,
perché a lei ed al Cicap non è concessa nessuna possibilità d'errore? Comprendo
che Morocutti da come si esprime esclude questa possibilità, in questo caso di
presunta infallibilità, ha tratto poco dagli insegnamenti della storia del
pensiero scientifico. Sicuramente l'apparecchio radiofonico è progettato per
ricevere alcune bande e non altre, ma nessuno può escludere qualcosa di poco
chiaro che s'insinua inaspettatamente in alcuni momenti e non in altri, magari
poco ripetibili. Morocutti parte da una premessa scontata, non è possibile!!!
Non ricerca con la mentalità di chi vuol sapere, capire, ma di chi vuol soltanto
smentire. Ha trovato qualcosa da sconfessare in alcuni metafonisti ingenui,
travagliati dal dolore e generalizza quei risultati a tutti i possibili contatti
metafonici. Ecco cosa dice a tal proposito: "Il parere dei radioamatori è stato
unanime: le cosiddette "voci dei morti" sono tracce audio di comunicazione
radioamatoriale, intercettate con strumenti non adatti alla ricezione (SFB)".
Questa sua affermazione sa di stonatura, sarebbe stato corretto almeno
aggiungere alla frase "sono tracce audio di... in molti casi sono tracce di…
oppure, per una maggiore prudenza e rispetto nei confronti di molti metafonisti
responsabili, che conducono da anni le loro ricerche, delle quali sa ben poco,
avrebbe potuto affermare al posto di quella frase scontata ed imperativa
quest'altra: potrebbero essere tracce audio di… E aggiungerei Molte come
sostitutivo del vocabolo Cosiddette "molte" delle "voci dei morti" , piuttosto,
che le cosiddette, ( questa ultimo lemma sa d'offensivo). Mi scusi, ma non è
corretto che un ricercatore serio si appropri di un tale significato lesivo,
usato con grossolana superficialità dai radioamatori. Inoltre, posso affermare,
da quanto si rileva in diversi suoi articoli, che lei ha controllato soltanto
una minima parte dei casi metafonici, quelli più discussi o dubbi,
generalizzandoli poi indebitamente a tutto il resto. Sa cosa pensano gli
psicologi cognitivisti di queste indebite generalizzazioni? Li considerano delle
distorsioni cognitive. Morocutti non può proferire con una semplicità
sconcertante che i risultati dei suoi esperimenti siano universali, dimentica
che qualsiasi asserzione che non può essere sottoposta ad eventuale
confutazione, non può appartenere alla scienza, perché in tal caso non è nè
vera, né falsa, è come la fede. Forse voi del Cicap siete i sacerdoti di una
nuova religione? I signori del Cicap mi sembrano gli integralisti di uno
scentismo religioso, piuttosto, che ricercatori,( non entro in merito alle loro
professioni, mi rivolgo solo ai loro giudizi sul paranormale) nessun
sperimentare nel campo della psicologia e semiologia musicale è giunto ad
affermare con disinvoltura e spregiudicatezza che i dati sperimentali ottenuti
dai loro screening e approfondimenti siano definitivi o assoluti, come fa,
invece, trapelare lei dalla sua ricerca. Ancora nessuno di loro può ben dire con
precisione se c'è una semanticità nella musica e in che termini i significanti
musicali possono avere dei referenti significativi. Veda questa è l'umiltà di un
ricercatore che lo contraddistingue da un chiromante. Le variabili in gioco sono
troppo complesse per pervenire ad un risultato ultimo. Si continua sempre a
testare gruppi, sulle abilità percettive, con gruppi sperimentali e di
controllo, ma senza avere la presunzione di aver trovato alla fine
dell'esperimento la pietra filosofale. E' stato geniale il Dott. Morocutti,
molto più bravo di Werner Heisemberg, poiché è riuscito in un tempo
relativamente breve a liquidare la metafonia. Se attuassimo il suo modo di
procedere avremmo risolto la singolarità del "paradosso del gatto di
Schrödinger", avremmo messo al bando il grande fisico americano Eugene Wigner
per non parlare del sommo Davied Bohm. Saremmo ben lieti se potessimo trovare,
nel campo della psichiatria e in altre scienze sperimentali, ricercatori, come
Morocutti ed altri del Cicap, che in un tempo molto breve possano riuscire a
formulare dei punti d'arrivo precisi e inequivocabili, proprio dove altri grandi
ricercatori hanno fallito. Naturalmente se si vuole liquidare il tutto, la cosa
più semplice è comportarsi alla stregua del Cicap. Questi procedimenti con
applicazioni arbitrarie grossolane ci riportano alla pregiudiziale visione di
partenza del ricercatore Cicap, che sa già cosa deve trovare e cosa non deve
cercare. Se una ricezione metafonica indica una voce che afferma qualcosa di verificabile e la voce dialoga con l'operatore e proferisce una data, un nome e
un cognome sconosciuto, o un evento preciso e incognito, che poi viene
confermato da dati oggettivi concreti, e soprattutto, se queste informazioni
ignote e verificate, in seguito, come vere non sono poi così rare, come si pensa
o si vorrebbe pensare che fossero, mi sembrerebbe gravemente mediocre voler a
tutti i costi ricondurle alla banale concettualizzazione delle coincidenze. Il
debole castello del dott. Morocutti e del Cicap si schianterebbe in un boato
infernale. Allora invito tutti alla prudenza. Ecco un paradosso: nel tentativo
di smascherare una pseudoscienza, il Cicap produce una pseudo indagine,
selezionando a piacimento le variabili da considerare valide, manipolano in
maniera subdola l'esperimento di controllo e generalizzando i risultati a tutto
il conoscibile. Ritengo, inoltre, diseducativa la disinformazione del Cicap,
perché tende ad utilizzare situazioni grossolane e truffaldine sapute e risapute
che si celano nel mondo del paranormale, per coniugarle poi agli studi dei
ricercatori seri, che grazie al Cicap devono oggi aver paura di promulgare i
risultati ottenuti, per non essere tacciati come stregoni e condannati al rogo
della nuova santa inquisizione.

Dott. Nicolò Schepis

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>> Il vero scopo della metafonia e della veritas after life. su Azzurro Italiano
Ricevuto in data 05/02/09 @ 13:21
A volte nella vita proviamo esperienze che dopo un po ci lasciano un vuoto piu' profondo di quand...

 
Commenti al Post:
alfonsotoscano
alfonsotoscano il 03/02/09 alle 22:21 via WEB
Ciao Giles, ti ringrazio per aver messo questo post perché questo argomento mi interessava particolarmente, anche se sinceramente sono rimasto un po' deluso e questo per un semplice motivo: quello che dice il Dott. Schepis sono solamente delle supposizioni. Avrei gradito qualcosa di più concreto, come delle prove, invece dice solo sarebbe, potrebbe, dovrebbe. Se mi permetti ti dico come la penso io, scusami se questo commento è un po' lungo. La scienza è una e una sola. Il cicap è un gruppo di persone che usano il modo investigativo scientifico per verificare la veridicità di fenomeni paranormali. Se un fenomeno è vero, è vero sempre. Non è che è vero solo quando non ci sono controlli. Io potrei affermare che sono in grado di volare, che quando non c'è nessuno volo sempre, ma non riesco a volare quando qualcuno mi guarda. Tocca a me dimostrare che so volare o tocca al cicap dimostrare che io non so volare? Nessuno vieta di creare nuovi centri di controllo, nessuno vieta di migliorare la ricezione delle voci. Perché non lo fanno? Davvero credete che alle altre persone, al Cicap, agli scienziati e anche a me non piacerebbe scoprire un aldilà? Sarebbe perfino molto più interessante dell'intero universo. Ma poi questi metafonisti come fanno a dire che quelle voci provengono da persone morte? Come mai sono cosi sicuri? Non lo possono sapere, eppure lo affermano. Se ci sono cosi tanti metafonisti che conducono ricerche da tanti anni, perché non tirano fuori le prove? Forse perché non ci sono prove? Se la metafonia è vera perché questa gente non è in grado di provarla? Crederò nella metafonia nel momento in qui sarà dimostrata l'esistenza di tale.
 
LADYOSCARi
LADYOSCARi il 04/02/09 alle 19:10 via WEB
Ciao Buonasera
 
shantiom0
shantiom0 il 04/02/09 alle 23:26 via WEB
grazie vecchio mio!!! abbracciandoti
 
sitael2
sitael2 il 05/02/09 alle 13:17 via WEB
Basta andare da chi la pratica la metafonia e rendersi conto che è vera. Anni ed anni di studi, di ricerche, di parole buttate a vanvera e nel 2009 stiamo ancora cosi'. Gli atei dicono che Dio non esiste, fino a quando?. Chiediamolo al 75% di atei che in punto di morte cercano il prete. Chi studia i fenomeni paranormali, non puo' mai avere la certezza che quello che dice è verità, perchè la verità non è data a sapere all'uomo, specie se è del cicap. Un organizzazione che dice di studiare i fenomeni paranormali, al semplice fine di smontarli o di accertarne la verità mi sta bene, anzi ben venga. Ma un associazione che vende libri, cappellini e sciarpettine con il logo, mi sembra una buffonata. Tantè caro Giles, gli atei di tutto il mondo hanno detto che DIO non esiste e che la vita bisogna godersela, poveri loro, e grazie a loro che adesso abbiamo la conferma che DIO esiste anche per coloro che non credono.Per la metafonia invece, provare per credere, ma senza ricamarci sopra. A volte ammettere gli errori gratifica, signori increduloni. Un abbraccio Gil e ben rivisto
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 05/02/09 alle 20:28 via WEB
Dove sono queste conferme che Dio esiste? Da dove prendi il dato che il 75% degli atei cerca il prete in punto di morte? Basta leggere la bibbia per capire che sono tutte bugie. La chiesa vi prende per i fondelli e voi state al gioco. Tutti questi fantomatici medium vi prendono solo per i fondelli. http://blog.libero.it/morfeotagtraum/4299193.html by alfonsotoscano
 
 
sitael2
sitael2 il 06/02/09 alle 12:23 via WEB
Caro Alfonso, la democrazia serve anche a questo, sarebbe una polemica sterile, affrontare un argomento come questo che va avanti da secoli. Ognuno è libero di credere in cio' che vuole, nella speranza che altri possano riscoprire che la fede in Dio, non è uguale alla fede in un politico o un venditore di case o di auto.Per quanto riguarda le statiche, sui motori di ricrca, ci perdi un po di tempo, qualche giorno o qualche mese, e ti renderai conto, ma se fai come me che chiedi in giro, ti fai una passeggiata alle biblioteche vaticane, ti renderai conto che le statistiche ci sono. La Bibbia, non è come il corriere dello sport, ci sono piu' bugie lì che in altri posti, con una differenza che la bibbia non parla di calcio, ma della salvezza della tua anima, mentre la gazzetta dello sport, rincitrullisce il lettore e lo induce a scommettere e a perdere soldi, con squadre e giocatori corrotti, e la paghi pure!!. E ci sarebbe da dire tanto e di piu', ma non servirà di sicuro. Ti saluto e ti auguro di provare anche tu questa esperienza, poi ci dirai...!!! Ciao
 
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