MARCO PICCOLO

QUELLO CHE NON POTETE LEGGERE IN GIORNALI O IN WEB, MIO PERSONALE RICORDO DI KAROL WOJTYLA,


SOLO ADESSO CHE SI E' ASSOPITO IL CLAMORE E IL CHIASSO SCRIVO QUESTO MIO RICORDOKAROL WOJTYLA. IL PAPA CHE HA CAMBIATO LA NOSTRA VITA E LA STORIA
Il 2 di aprile dell'anno di grazia 2005 si chiudeva la vita terrena di Giovanni Paolo II, il Papa venuto dal freddo. Sono trascorsi sei difficilissimi anni eppure “sembra ieri” : dirlo è banale ma dolorosamente vero. Il nostro tempo presente s'è fatto diverso ma la  tramontana  che gela strade e palazzi è quella, antica, di sempre, con le nuvole a far da bisacce colme d'un bene prezioso: il ricordo. Il ricordo d'un grande vecchio infinitamente stanco che torna alla casa del Padre. Via col vento, Karol Wojtyla, come Elia: alla ricerca di Dio, per abbracciarlo.
Anche al funerale c'era vento. Quel doloroso giorno, impetuoso soffiava il vento della Storia, scompigliando le pagine del Vangelo posto a sigillo della bara sul sagrato, trascinando in vaticinio le parole dell'allora Cardinale Ratzinger: “... possiamo essere sicuri che il nostro amato Papa sta adesso alla finestra della casa del Padre e ci vede, ci benedice...”. “Santo, subito Santo “ esplose il ruggito corale della folla ammassata in San Pietro, immediatamente contagiando le piazze, le vie, i vicoli di Roma, del mondo. Sarebbe piaciuta a Giovanni Paolo la Messa in suo suffragio perchè era una volta ancora una “celebrazione di massa”, un inno collettivo al Signore e alla vita, un omaggio alla morte poiché essa prefigura la Resurrezione.