INTRIGHI ED INGANNI POLITICI, BABBUINI, BALENE, CAPODOGLI, LUPI, ORANGHI, POLITICA E ANIMALI, SCIMMIE, STRATEGIE POLITICHE TRA ANIMALI, TRATTATIVE SEGRETE.... PER CERTI ANIMALI LA POLITICA SI FA COSI'...I LUPI COSPIRANO PER DECIDERE SE UCCIDERE O NO IL CAPO. LE BALENE NEGOZIANO TUTTO, ANCHE GLI ACCOPPIAMENTI...
Quando Aristotele definì l'uomo un "ANIMALE POLITICO" - proprio per distinguerlo dalle altre creature - certo non poteva sapere che in realtà LA POLITICA È AL CENTRO DELLA VITA DI MOLTE SPECIE diverse; stando infatti a molteplici recenti ricerche numerosi animali sociali agiscono e ragionano in base a logiche e strategie del tutto identiche a quelle che muovono i politici umani. Una caratteristica che vale per le specie dotate di un cervello sviluppato, come i delfini, gli elefanti, le scimmie e i lupi ma anche pappagalli, corvi e cornacchie non scherzano. Secondo Richard Connor, ricercatore dell'Università del Massachusetts (a Dartmouth) i delfini tenderebbero addirittura a formare società articolate, alla base delle quali si troverebbero piccoli gruppi di "MUTUO SOCCORSO" formati da consanguinei o da delfini cresciuti assieme (e che si conoscono quindi fin dall'infanzia), proprio come tra gli esseri umani le diverse società nazionali sono composte da partiti, gruppi di pressione o clan diversi. I politici più "collaudati" del mondo animale sarebbero però gli elefanti, O PIÙ ESATTAMENTE LE FEMMINE DI QUESTA SPECIE, (come accade anche per gli uomini). Le ELEFANTESSE sono in grado di costruire e mantenere relazioni di conoscenza e di amicizia con un numero molto elevato di propri simili; tale compito è reso più facile dalla loro capacità di comunicare a grandi distanze tramite barriti infrasonici. Stando a un etologo di Berkeley, George Wittemyer, gli elefanti tendono a discutere le scelte del branco spesso e in modo acceso, anche se poi È LA FEMMINA PIU’ ANZIANA AD AVERE L'ULTIMA PAROLA. Tra i lupi sono invece diffusi gli aspetti più "bassi" e brutali della politica umana, come la cospirazione e il tradimento: questi animali vivono in branchi organizzati in modo gerarchico, tuttavia quando il capo branco si dimostra troppo duro, capita che alcuni lupi si organizzino a sua insaputa allo scopo di rovesciarlo. In sostanza, secondo diversi etologi quando gli animali si aggregano in gruppi sociali estesi (allo scopo di aumentare le proprie chance di sopravvivere), ciò fa sì che la pressione selettiva esercitata dall'ambiente venga sostituita da una selezione di tipo sociale; in altre parole i membri di un determinato gruppo si vedono costretti a sviluppare abilità di tipo politico, un fenomeno che può essere osservato soprattutto tra le scimmie. Recentemente un ricercatore dell'Università di Chicago, Dario Masterpieri, ha pubblicato infatti un libro dedicato PROPRIO ALLA POLITICA TRA I PRIMATI, "MACHIAVELLIAN INTELLIGENCE" ("Intelligenza Machiavellica", appunto), in cui l'autore mostra come tra questi animali la lotta per il cibo, lo spazio e le femmine si traduca in realtà in una vera e propria lotta per il potere, che a sua volta si basa sulla creazione di "CORDATE" o "ALLEANZE" interne al medesimo gruppo. E così, ad esempio, tra le scimmie Rhesus - una specie che tende a formare gruppi di venti o trenta membri, il cui nucleo centrale è costituito dalle femmine con prole, più gli eventuali maschi - capita sovente che gli individui con uno status sociale inferiore spulcino con cura quelli più "affermati" e ciò non per paura di essi, ma per assicurarsi il loro appoggio o i loro favori sessuali. Nel caso invece dei babbuini verdi, i maschi isolati che vogliono farsi accettare da una determinata comunità procedono per gradi: prima DIVENTANO AMICI DI UNA FEMMINA NON IN CALORE (evitando così di entrare in conflitto con gli altri maschi), POI SI FANNO LETTERALMENTE PRESENTARE AI SUOI PARENTI E INFINE ENTRANO IN CONTATTO CON TUTTI GLI ALTRI MEMBRI DEL GRUPPO. TRA I CAPODOGLI, infine, LA DEMOCRAZIA E’ DI CASA; normalmente i maschi e le femmine non vivono in coppia (i primi tendono a vivere nelle vicinanze dei Poli, mentre le seconde preferiscono le aree equatoriali) e, stando a Hal Whitehead e ai suoi colleghi della Dalhousie University (ad Halifax), le comunità femminili - utilizzando un linguaggio piuttosto articolato - tenderebbero letteralmente a "votare", stabilendo così, ad esempio, la direzione da prendere per le periodiche migrazioni o se permettere o meno a un maschio di accoppiarsi con esse (una decisione che viene per l'appunto presa collettivamente).