MARCO PICCOLO

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LA SENTENZA DI CASSAZIONE CONDANNA CERTA PER CHI METTE IN DISCUSSIONE L'ETICA SESSUALE DELLE DONNE
Mai mettere in discussione l’«etica sessuale» delle donne. Lo intima la Cassazione (sentenza 23202/11) nel condannare un uomo che aveva  pesantemente "criticato" l'ex moglie per i suoi " costumi sessuali" . Il CASO. La Suprema Corte ha convalidato la condanna per ingiuria nei confronti di un cinquantenne che aveva inviato alla figlia  sms  scrivendo espressioni «spregiative in tema di etica sessuale» sul conto della madre. L'uomo si è difeso sostenendo che non aveva mai incaricato la ragazza di riferire il contenuto dei messaggi alla madre. La Cassazione, ha, invece, evidenziato che è stato appurato «l’invio di sms al telefono cellulare della figlia contenenti espressioni spregiative al femminile in tema di etica sessuale». Non solo: «da tali fatti il giudice ha tratto la razionale conclusione che il mittente fosse consapevole che necessariamente e inevitabilmente le espressioni sarebbero state portate a conoscenza della moglie separata, per il tramite dell’innocente messaggera». La conclusione «trova diretta conferma nel messaggio in cui si contrappone, nello scenario familiare, la figura del padre amoroso e premuroso a una figura, apparentemente anonima, ma inequivocabilmente allusiva, di una vacca».