MARCO PICCOLO

LA SENTENZA DI CASSAZIONE, DIRITTO&ROVESCIO, OLTRAGGIO AL PUDORE,PROSTITUTA, ATTI CONTRARI ALLA PUBBLICA DECENZA


ANNO 2012. La prostituta  vestita in abiti  succinti offende il comune senso del pudore e va sanzionata. Parola di Supremi Giudici"indossava un abbigliamento molto succinto e assumeva posture tali da rendere visibili a terzi parti intime e/o riservate del proprio corpo" SULLE STRADE ITALIANE DOPO  60 ANNI DI "COMUNE SENSO DEL PUDORE"
IL FATTO REATO: In data 4 giugno  2009 nelle prime ore del pomeriggio di una giornata caldissima, veniva sorpresa da una gazzella dei Carabinieri in via Lepido a Bologna una meretrice, successivamente identificata come tale DANIELA A. L., la quale:  "indossava un abbigliamento molto succinto e assumeva posture tali da rendere visibili a terzi parti intime e/o riservate del proprio corpo". Denunciata, la donna  era stata  condannata dal Giudice di pace di Bologna, il 14 ottobre 2010, a 800 euro di multa.  La sentenza veniva appellata per  Cassazione. La Terza sezione penale della Suprema Corte con  sentenza 1387, affermava : "che la troppa disinvoltura per strada, come pure l'abbigliamento eccessivamente succinto urtano tuttora la collettività" (....) " quindi ricorrono gli elementi costitutivi del reato previsto e punito dall'art. 726 c.p." visto che il modo di vestire e l'atteggiamento assunto dalla lucciola hanno rappresentato una "condotta contraria al sentimento di costumatezza così come inteso tuttora dalla comunità/collettività sociale".   Per questi motivi  convalidava  la multa di 800 euro oltre al pagamento delle spese processuali e a mille euro alla cassa delle ammende.