MARCO PICCOLO

OCCHIO PER OCCHIO, PENA DI MORTE, GIAPPONE, TRE IMPICCAGIONI, UE CONDANNA PENA CAPITALE, NESSUNO TOCCHI CAINO


NEL "SOL LEVANTE" RIPRENDONO LE CONDANNE A MORTE  IL BOIA TORNA ALL'OPERA IN GIAPPONE CON TRE IMPICCAGIONI
 A pochi giorni dalla pubblicazione del rapporto di Amnesty International sulla pena di morte e a due anni dalle ultime esecuzioni (luglio 2010) il Giappone ha eseguito tre condanne capitali. I detenuti, riconosciuti colpevoli di più omicidi, sono stati impiccati nelle carceri di Tokio, Hiroshima e Fukoka. L'applicazione della pena di morte in un Paese, come quello nipponico, industrializzato e democratico, ha naturalmente provocato dure reazioni da parte dei gruppi a tutela dei diritti umani. Questo, nonostante il ministro della Giustizia, Toshio Ogawa, abbia sottolineato come la pena capitale in Giappone abbia “il sostegno popolare e sia supportata anche dal sistema dei giudici popolari, che dovrebbe riflettere le opinioni pubbliche”. Attualmente sarebbero 132 le persone in attesa di essere impiccate: detenuti che, secondo Amnesty, in attesa del giudizio sarebbero sottoposti a durissime condizioni, costretti a stare seduti nelle proprio celle per la maggior parte del tempo, senza la possibilità di ricevere visite. I condannati, inoltre, sarebbero sempre giustiziati sulla forca, senza preavviso, senza testimoni e all'oscuro dei loro familiari. "L'Ue si rammarica profondamente per le esecuzioni" ha detto l'Alto rappresentante per la politica estera  Catherine Ashton. "L'Ue si oppone alla pena capitale, perché crudele e disumana", ha aggiunto sottolineando che "la sua abolizione universale è essenziale per proteggere la dignità umana". L'Unione Europea - ha concluso - "ha ripetutamente chiesto al Giappone di abolire la pena di morte o una moratoria".