MARCO PICCOLO

STUDENTESSE E SESSO A PAGAMENTO, ATTUALITA', LA PROSTITUZIONE NELLE UNIVERSITA', SESSO, SOLDI , LAUREA,


IL PROF. STEFANO BLANCO DIRETTORE GENERALE DELLA FONDAZIONE "COLLEGIO UNIVERSITA' MILANESI",  RACCONTA UNA SUA DIRETTA ESPERIENZA .... STUDENTESSE SQUILLO A 15.000 EURO AL MESE
Il Prof. Blanco fornisce alla stampa una preziosa testimonianza che qui riassumo: Ilaria è  una studentessa come molte altre: voti discreti, in regola con gli esami, una mamma svedese, voglia di girare il mondo, grande curiosità, molto bella. E la dolcissima Ilaria un po' per pagarsi l'università da «fuori sede», un po' di più per vivere al di sopra delle sue possibilità  si fa pagare  per le sue prestazioni sessuali, perchè, come dice lei, «qualcuno si deve prendere cura del mio tempo». E’ un fenomeno in grande espansione anche nelle nostre università. Tenuto sotto traccia da una certa finta pudicizia. Già acclarato e in parte descritto in molti campus, soprattutto nel mondo anglosassone, ma presente anche in Asia. Un recente studio condotto in alcune università statunitensi indicava come una ragazza su dieci avesse fatto sesso, almeno virtuale, a pagamento negli anni di studio. Sono soprattutto le prestazione sessuali via Internet in esponenziale aumento. Ilaria, come altre, vive un suo avere molti o moltissimi “fidanzati” in un susseguirsi di rapporti più o meno brevi e più o meno regolati da regali o denaro, semplicemente in conseguenza del suo trasporto per l'altro o per la generosità del suo partner. Vive tra l'università e la “movida” che l'accoglie nei suoi vestiti scintillanti e firmati dentro i suoi locali più trendy, in un continuo girovagare notturno. Ilaria, come molte sue amiche, è fin troppo superfluo dirlo, non si sente una prostituta, non si sente nulla. Eh sì, difficile da digerire. I paradigmi cambiano. Nessun senso di colpa. Per noi, si tratta innanzitutto di alzare un velo su questo fenomeno e invece di fare finta che non esista, provare a comprenderlo, senza condanne a priori poco utili; continuare a parlarsi, creare un ambiente e una città dove sia possibile per tutti potersi confrontare senza la paura di anatemi morali. Provare a immaginarsi un luogo dove avere una progettualità più ampia che si prenda cura del tempo di tutti, anche di quello di Ilaria.