MARCO PICCOLO

TESTI & PRETESTI, CULTURA, GIORNALISMO, INTERVISTE, SILVIA ROCCA, NUDA, PAOLO LIGUORI, NAKED NEWS, ENZO BIAGI


INTERROGATIVI E POLEMICHE SUL SUCCESSO DI UN GENERE CHE IN ITALIA È DIVENTATO L'IMMAGINE DEL GIORNALISMO L'INTERVISTA
Sulla stampa italiana si leggono tre tipi di intervista: le interviste in ginocchio, totalmente ossequiose, le interviste pilotate, in cui l'intervistato manda messaggi, l'intervista vera, l'unica valida. In Italia abbiamo giornalisti bravissimi  ma spesso le interviste sono scorciatoie, al posto di ciò che in america chiamano le news analisys. Nè credo che tutte le dichiarazioni messe fra virgolette corrispondano a cose effettivamente dette. Si fanno delle parafrasi, mentre  sarebbe doveroso attenersi a precisione e onestà. Inoltre l'intervista va fatta a chi ha qualcosa da dire e non è certo l'unico modo per raccontare una storia. Quando poi c'è la pretesa delle domande provocatorie, può accadere di tutto, ad esempio,  D.: ''dicono che lei sia impotente” R.:''esistono diverse scuole di pensiero, la prima è che lei è un imbecille”.  D'altronde, ricordava Enzo Biagi, nessuna domanda può essere più provocatoria di quella di Dio a Caino: che notizie hai di Abele?. Infine c'è il problema che il giornalismo di oggi va di fretta: si intervista chiunque con il pericolo di scadere nel pettegolezzo.  Come antidoto ai tempi stretti del giornalismo, Mieli suggerisce la preoccupazione per il dettaglio: “bisogna cogliere il valore d'una parola e saper insistere. la bella intervista è quella che ha un valore aggiunto, soprattutto se è un dettaglio, intelligente e sottile, che la rende preziosa”. Naturalmente se le interviste appaiono talvolta una merce sottocosto al supermarket della notizia, una piccola parte di responsabilità tocca anche agli intervistati. Non sono molti a seguire l'esempio di Winston Chirchill, che rifiutò centomila dollari piuttosto che concedere un'intervista a Ed Murrow, popolare reporter americano dell'epoca....