Libertà di parolaccia in tv. L'America dice addio ai ''bip'' La Corte d'appello di Manhattan boccia la regola che vietava le oscenità sui media LE PAROLE CHIAVE DELLA COMUNICAZIONE E DEI NUOVI MEDIA SONO, IN REALTA’.... PAROLACCE?
La parolaccia è una costante del comportamento umano, una corrente elettrica che attraversa da sempre il linguaggio individuale e collettivo, come testimoniano gli storici della lingua, datando dagli esordi della comunicazione verbale della specie l'apparizione delle parolacce, in ogni civiltà, e rintracciandone le evenienze in ogni tempo. Non è un fenomeno casuale: i neurologi sono riusciti a stabilire che nel cervello esiste un'area espressamente dedicata all'elaborazione e all'invenzione degli insulti. ORA la Corte d'appello del secondo distretto di Manhattan ha accolto il ricorso contro i regolamenti federali del 2004 che impedivano di pronunciare in tv o alla radio «oscenità sessuali» o «espressioni indecenti», togliendo i lacci a numerose trasmissioni. Il motivo è la tutela della libertà di espressione, come si evince dal testo della sentenza: «Proibire ogni tipo di riferimenti chiaramente offensivi al sesso e agli organi sessuali senza definire prima cosa si intende per offensivo significa ridurre la possibilità di esprimersi perché i conduttori non hanno idea di cosa può essere permesso o meno» con il risultato di «indurli a praticare l'autocensura su contenuti che sono protetti dal testo del Primo Emendamento» della Costituzione, che protegge appunto la tutela della libertà di parola.