MARCO PICCOLO

L'OPINIONE DEL GIORNO, FERRAGOSTO 2012, MEGAYACHT, SARDEGNA, ESTATE DEPRIMENTE, PARADISO DA CONTEMPLARE


Portorotondo - Un elicottero cala sugli yacht fra le isole Mortorio e Soffi. «Zona interdetta, andate via». Ci sono un centinaio di imbarcazioni. C'è chi si allontana subito e chi ignora l'ordine e rimane. Arriva anche una motovedetta, l'intimazione viene ripetuta, c'è il rischio di sanzioni salate e tutti infine levano le ancore. In pochi giorni è il secondo blitz della Guardia costiera di Olbia ed è rivolta fra i diportisti: «Basta con i divieti, siamo stufi: andiamo via dalla Sardegna».COSTA SMERALDA L'ELICOTTERO CACCIA I PANFILI LA PROTESTA DEI VIP ALLONTANATI DALLE ISOLE PROTETTE. «ANDREMO ALL'ESTERO»
Osserva oggi l'ottimo Massimo Gramellini che:  cacciati  a forza dalle calette proibite della Maddalena, i possidenti di megayacht reagiscono con accenti che mescolano lo stupore all’arroganza, minacciando di non tornare mai più in Sardegna. Sono oligarchi russi, principi tedeschi, evasori italiani. Vorrei li accompagnasse il mio personale augurio di buon viaggio. Vadano a inquinare le coste croate, francesi o lillipuziane: qui da qualche tempo si cerca di diventare un Paese povero ma serio. È il risvolto ironico di questa estate deprimente. Finché eravamo la patria dei finti divieti e degli scontrini fantasma, il mondo degli ultraricchi ci frequentava disprezzandoci. Adesso che cominciamo a pretendere il rispetto delle regole, i moralisti di ieri si indignano per l’inaudito capovolgimento del luogo comune che ci vuole accomodanti e servili. E usano l’unica arma a loro disposizione, i soldi. Così ogni slancio di pulizia viene sottoposto al ricatto economico, che purtroppo la crisi rende particolarmente efficace. In effetti avremmo potuto scegliere un momento più propizio per redimerci, ma abbiamo accumulato ritardi ventennali e, come tutti i ritardatari, ci tocca fare i compiti all’ultimo minuto. Siamo a metà del guado: non abbiamo più i vantaggi che garantiva l’illegalità e non intravediamo ancora quelli che verranno dall’onestà. Ora, delle due l’una. O torniamo indietro e ci perdiamo per sempre. Oppure andiamo avanti, fino a quando cominceremo ad assomigliare a quello che da sempre dovremmo essere: un paradiso da contemplare e non da usare.