MARCO PICCOLO

L'OPINIONE, CULTURA, SATIRA, LIBERTA', L'ASINO, POST CHE NON INTERESSA NESSUNO A PARTE I MIEI 25 LETTORI


120 anni fa il primo foglio satirico italiano firmato Podrecca & Galantara. L' Asino. La satira dalle orecchie lunghe. I Cattivi: preti, suore, padroni, politici, borghesi, militari e sbirri. I Buoni: gli operai...l' ASINO, è  il primo giornale satirico dell' Italia unita. Ed è come se la satira italiana compisse in questi giorni 120 anni.
L’ASINO era un settimanale graffiante, mordace e irriverente che in Italia conoscerà momenti di autentico trionfo. Da una parte i cattivi: il militarismo in tutte le sue forme, la religione cattolica con tutto il contorno di preti e di monache, i carabinieri, gli “sbirri”, i politici che servivano gli interessi dei più forti, gli industriali sanguisuga. Dall' altra i buoni: gli uomini torchiati e umiliati da un lavoro massacrante, i socialisti e gli anarchici finiti nelle grinfie della repressione, i contadini, gli operai. Questi ultimi magrolini, esili, stremati dalla fame. Gli altri, “la casta” della Terra, immancabilmente obesi, repellenti, con un lampo crudele negli occhi. Nei primi anni dell' ASINO, quelli che coincidono con i primi passi del neonato Partito socialista, questa netta divisione tra il Bene e il Male non conosce tentennamenti. I governanti? “Malversatori” pronti per essere ospitati nelle galere: Regina Coeli per l' esattezza, invocata ripetutamente come il luogo più adatto ad ospitare i politici in odor di corruzione. I poliziotti e i magistrati? Nient' altro che un' accolita di sadici dediti alla tortura degli inermi prigionieri rei soltanto di essere apostoli del sol dell' avvenire. E poi i preti, i nemici per eccellenza dell' ASINO, deliberatamente vilipesi, descritti come impenitenti donnaioli e corruttori della gioventù, invadenti, ipocriti, sovente raffigurati senza alcun riguardo con le raccapriccianti sagome di maiali avidi e voraci. Alla fine l' ira dei fascisti si abbatte sul giornale che cesserà le pubblicazioni nella primavera del 1925. E' passato un secolo e 20 anni e cosa è cambiato?