MARCO PICCOLO

LA RIFLESSIONE DELLA SERA, ARTE, CULTURA, NUDO, VENERE DI BOTTICELLI , FENOMENOLOGIA NUDITA',VENERE STRIP TEASE


Sin dai tempi più remoti, il desiderio carnale ha cercato nelle immagini  uno sfogo al suo lato ossessionante e irrazionale, e una delle aspirazioni ricorrenti dell'arte europea  è stata appunto quella di dare a queste immagini una forma per cui Venere cessasse di essere volgare e diventasse celesteVENERE STRIP TEASEUNA FENOMENOLOGIA DEL NUDO TRA ARTE, FILOSOFIA E LETTERATURA
La Venere di Botticelli è bella. E nuda. E per quanto è bella è anche solitaria, e impenetrabile. Dura è la sua nudità: cesellata, scultorea, minerale. Cesellata, perchè il disegno che la racchiude è di un nitore particolarmente tagliente, che «stacca» il corpo nudo dal suo sfondo dipinto, quasi alla maniera di un bassorilievo. Ecco dunque un magnifico nudo, cesellato dal suo stesso disegno. Ma la sua scala (la sua grandezza naturale) così come il suo colore (una tempera magra estremamente fine, opaca e luminosa, pallida come pietra) rimandano lo spettatore anche all'inevitabile evocazione di una statua antica a tutto tondo. Il corpo di Venere sembra quello di un marmo perfettamente liscio e freddo,
cui l'artista ha aggiunto solo lo sbocciare quasi estraneo, inatteso, della capigliatura dorata, come pure il verde acqua vetrificato degli occhi e i pochi tocchi d'incarnato alle estremità del corpo, sulle gote e le labbra. Eppure il cuore di questo corpo resta per noi impenetrabile, benchè offerto ai nostri sguardi nella sua più integrale nudità. Una specie di assorta solitudine lo allontana da noi come pure dalla sua esistenza sessuale. Si potrebbe dire che quella donna stia dimenticando - o non sappia ancora - quel che essa significa in modo assoluto per gli umani, e cioè l'Amore, di cui rappresenta, come tutti sanno, la divinità.