TRAGEDIA NEL VOLLEY. SERGEI OVCHINNIKOV, 43 ANNI, SI È IMPICCATO NELLA SUA STANZA D'ALBERGO IN CROAZIA, DOVE SI TROVAVA CON LA SUA SQUADRA, LA DINAMO MOSCA PER LA VERGOGNA E LA DELUSIONE DOPO LA SCONFITTA ALLE OLIMPIADI DI LONDRARUSSIA, SUICIDA IL C.T. DELLANAZIONALE FEMMINILE DI VOLLEY
Morire per la mortificazione e il disonore. Il CT della nazionale russa femminile di pallavolo non ha retto alla tremenda delusione vissuta alle Olimpiadi di Londra per l’incredibile eliminazione ai quarti di finale della sua squadra, data tra le favorite, e sconfitta dal Brasile dopo aver sciupato ben sei match point. Una fine tremenda quella di Ovcinnikov trovato impiccato nella sua stanza d'albergo a Porec, in Istria, dove si trovava per un periodo di allenamento con la sua squadra di club che allenava attualmente, la Dinamo Mosca. I suoi collaboratori riferiscono che il Tecnico si attribuiva ogni responsabilità per la pessima prestazione della nazionale di pallavolo Russa alle Olimpiadi di Londra. Nazionale che nel 2006 e nel 2010 vinse il titolo di campione del mondo e alla cui guida era dal novembre del 2011. Allo stesso modo la pensa anche il suo predecessore Vladimir Kuzyutkin, che lo ha definito un allenatore fantastico e ha colto questa drammatica occasione per invitatare i media a non criticare eccessivamente gli allenatori quando perdono per evitare tragedie del genere.
NOTA INTEGRATIVA. Questo suicidio si va ad aggiungere ai già tanti casi che hanno funestato il mondo dello sport. Morti causate anche da tremendi 'scivoloni' nella vita o da invincibili depressioni: a partire dal recente suicidio di GARY SPEED, ct della nazionale di calcio del Galles impiccatosi come OVCINNIKOV. E come non ricordare l'impressionante fine del portiere dell'Hannover e della nazionale di calcio tedesca, ROBERT ENKE, gettatosi sotto un treno a 32 anni. La “colpa” di JUSTIN FASHANU era quello di aver osato confessare di essere gay. Il calciatore inglese venne trovato morto il 3 maggio '98 in un'autorimessa a Londra. Nel 2003 era stato un mix di depressione e dissapori con la moglie a scatenante il gesto di SERGIO SCHULMEISTER, 25 anni, (portiere come Enke) dell'Huracan, prima divisione argentina, che si era impiccato con una cinta nella cucina del suo appartamento. Suicida morì anche AGOSTINO DI BARTOLOMEI: la mattina del 30 maggio 1994 a San Marco (frazione di Castellabate), dove viveva, sparandosi nel petto con la sua pistola.