MARCO PICCOLO

COSTUME & SOCIETA', IL VESCOVO DI LUGANO, «BASTA FRONTALIERI ITALIANI DEL SESSO», SODOMA E GOMORRA, PROSTITUZIONE


"Degrado dell’amore, profanazione dei sentimenti, incitamento della libido"... "A questo si aggiungono le devianze dovute allo sfruttamento, all’usura, alla illegalità, ai pericoli per la salute, alla coazione di minorenni, a tutto quel sottobosco malavitoso e persino criminale che ruota attorno al mondo della prostituzione..."  "PERCHE' TRASFORMARE IL CANTON TICINO IN UN CASINO PER GLI ITALIANI?" 
E' durissimo il vescovo di Lugano, monsignor Pier Giacomo Grampa, contro il fenomeno della prostituzione nel Canton Ticino. È preoccupato per il fenomeno in sé, che è moralmente riprovevole. Ma non meno preoccupato per i fenomeni collaterali, ad esempio le pagine di propaganda erotica senza ritegno che appaiono su giornali, che vanno nelle mani di adolescenti ed offrono una visione fuorviante della donna e della relazione interpersonale. A questo si aggiungono le devianze dovute allo sfruttamento, all’usura, alla illegalità, ai pericoli per la salute, alla coazione di minorenni, a tutto quel sottobosco malavitoso e persino criminale che ruota attorno al mondo della prostituzione. È anche vero, però, che la prostituzione in Svizzera è permessa. "Dal momento che da noi non è fuori legge - replica il vescovo - occorre provvedere perché sia davvero nella legge e rispetti i diritti delle persone. La si regoli per la realtà del Paese, non per richiamare il 'turismo' dai Paesi vicini. Non credo faccia onore al Ticino diventare frequentato per l’organizzazione dei postriboli e per l’attività del meretricio. Quindi non so quanto saggio sia riservare grandi estensioni per i locali a luci rosse. Chiedo ai politici di trovare soluzioni misurate e sagge e di non trasformare il Cantone in un "casino" per le regioni confinanti" (leggi Comasco e Varesotto da dove proviene la gran parte dei clienti di night e postriboli piazzati strategicamente appena oltre frontiera).