MARCO PICCOLO

LA RIFLESSIONE DEL TRAMONTO, RITA LEVI MONTALCINI, QUALE TESTAMENTO SPIRITUALE CI LASCIA?, CHE SENSO HA IL MORIRE E LA MORTE?


"Siamo noi che prepariamo la nostra morte: la morte è  come la vita. E se la vita abbiamo potuto viverla credendo in qualcosa, arricchendola di valori, seguendo la legge morale, allora la morte non è  che un evento, tutto sommato, poco importante". IL CIELO STELLATO SOPRA DI ME, LA LEGGE MORALE DENTRO DI ME
 La morte? Una sorta di morale della favola, dove per "favola" s'intende la vita. Ma, soprattutto, un evento da non sopravvalutare. E'questo, secondo me,  uno degli aspetti salienti del " testamento spirituale" che il Nobel Rita Levi Montalcini ha lasciato  al mondo. Nei suoi scritti e nelle  sue esternazioni  non cede mai al patetico, al sentimentalismo, da cui rifugge per una certezza che viene da lontano, dalle sue esperienze di lavoro, di incontri e di scontri, da cui si enuclea una sola verità: vivere per lei non è mai stato un mestiere; piuttosto un dovere, un imperativo etico. “Sono vicina alla morte e non ne ho paura. Non mi sono mai occupata di me stessa. Anzi, sono vissuta nella perfetta indifferenza di me. Ma ho vissuto con gioia ogni ora, ogni giorno, ogni anno della vita. E non sono d'accordo con  chi parla della vecchiaia come di qualcosa di terribile. Considero la mia vecchiaia come il periodo più  bello della mia vita".