MARCO PICCOLO

LA RIFLESSIONE, LE FATICHE DEI NOSTRI BAMBINI, BIMBI IN CARRIERA, MILLE ATTIVITA', ALLARME: TROPPI IMPEGNI LI FANNO AMMALARE


LUNEDÌ: scuola, intervallo per la mensa, ancora scuola, poi lezione privata d'inglese e subito dopo piscina, quindi a casa per i compiti, cena, cartoons e poi a dormire. Martedì: scuola-mensa-scuola, judo e pianoforte, compiti-cena-cartoons, a dormire. Mercoledì: scuola-mensa-scuola, a casa, videogames-compiti-cena-cartoons, a dormire. Giovedì: scuola-mensa-scuola, tennis e dentista, compiti-cena-cartoons, a dormire... MAMMA, HO PERSO L'INFANZIA! 
Bambini superattivi, bambini in carriera controvoglia....che stress! Patiscono un calendario di impegni scandito all'eccesso, un incalzare di appuntamenti, merendine in auto, semafori rossi e madri o padri innervositi “perchè arriveremo tardi” e “perchè potevi anche sbrigarti a uscire”. Sembra crescere, in Italia come nel resto d'Europa, una patologia legata al “superlavoro” infantile, superlavoro spesso imputabile a errori e ansie della famiglia. È lei la paziente. Il problema vero non è il troppo fare, non è il carico di appuntamenti. È la cascata di cose da fare delle quali al bambino  importa poco. Lui le fa per genitori entusiasti e gratificati. Il bambino è curiosità e creatività. Ma se tutto è imposto creatività e fantasia scompaiono. Il bambino è davvero come il manager non ha stress se fa quel che gli piace: il manager che si diverte non è stressato, ma quello che fa soltanto ciò che prestigio e potere gli impongono sì. Così è per il bambino che fa cose che soddisfano l'orgoglio, le attese, le sfide dei genitori. Ecco così malattie psicosomatiche, disturbi del sonno, pipì nel letto, mal di testa e di pancia che a volte vengono curati con farmaci anziché con l'attenzione a cause psicologiche facilmente eliminabili. Il buon senso aiuterebbe metà dei bambini stressati, ma il buon senso è da tempo un re in esilio. I bambini, in altre parole,  si ritrovano a sperimentare già sulla loro pelle tutte le caratteristiche della vita degli adulti, senza spazi per le emozioni tipiche della vita infantile.