MARCO PICCOLO

Costume & società, sesso, bugie , social network, appuntamenti al buio, Bang With Friends, novità in web, clamore e scandalo


Se qualcuno pensava che certi servizi online di appuntamenti al buio fossero estremi o imbarazzanti, evidentemente non aveva ancora incontrato Bang With Friends. Al cui confronto anche il famigerato Chatroulette, fatto di video chat istantanee e casuali con perfetti sconosciuti, sembra solo un giochino per principianti. Perché questo servizio, nato qualche settimana fa è già discusso in tutto il mondo..... Sesso, bugie e social network
Una volta connessi via Facebook, si vede una schermata con le foto e i nomi dei propri amici del social network: tutti, non solo quelli che hanno scaricato la app. Le donne vedranno solo gli uomini e viceversa, con uno schematismo eterosessuale che non prevede la possibilità di esprimere preferenze diverse. Una volta cliccato il profilo dei designati, in realtà non succede nulla. Solo nel caso in cui i prescelti utilizzino la app e loro volta ci selezionino, il sistema invia una mail a entrambi comunicando il mutuo interessamento. A quel punto se, dove e quando vedersi spetta agli utenti. Secondo i creatori del sito, tre giovani americani la cui identità è rimasta segreta, in una sola settimana la app avrebbe messo in relazione diecimila coppie. E mentre varie associazioni studentesche religiose, come la canadese InterVarsity, hanno gridato allo scandalo, definendo Bang With Friends “la app più malefica di tutti i tempi”, gli anonimi gestori del servizio si pongono come i promotori di un approccio più libero e diretto alla sessualità. Resta il fatto che l’ottica sembra comunque molto maschile, come dimostra l’immagine del sito in cui si vede solo una donna discinta su un letto. E che la schermata con gli amici da segnalare per il “bang” assomiglia a un album di figurine: ce l’ho, ce l’ho, mi manca. Ma soprattutto inquieta il fatto di affidare dati di questo tipo, in ogni caso estremamente sensibili anche per il più spensierato dei libertini, all’ennesimo servizio web. Che usa le identità reali degli utenti salvo nascondere quelle dei suoi creatori. L’effetto figurine e la ricerca di soluzioni semplici per non dire semplicistiche sono presenti anche in una nuova app per iPhone, Let’s Date, finora diffusa solo in alcune città internazionali. L’utente passa in rassegna un “mazzo” di profili: ciascuno è sintetizzato in una sola schermata con alcune informazioni essenziali. Quindi li seleziona in base a due comandi: “No, grazie” oppure “Usciamo insieme”.  E poi c’è Singles Around Me, una delle tante app per smartphone di dating geolocalizzato, che permette di incontrare persone geograficamente vicine senza però rivelare precisamente la propria posizione, nel tentativo di preservare un po’ di privacy.  Perché è proprio la riservatezza delle informazioni consegnate dagli utenti il punto dolente di questi servizi. Secondo la società di cybersicurezza Threatmetrix, nei siti di appuntamenti online un profilo su dieci è finto. Ed esistono criminali che cercano di sfruttare gli utenti di questi servizi estorcendo loro informazioni e soldi. La fascia più a rischio sono le donne tra i 45 e i 60 anni. Per le quali l’online dating può anche funzionare a patto di tenere sempre la guardia alzata.