MARCO PICCOLO

Due Papi in Vaticano, Joseph Ratzinger, Pontefice emerito, Chiesa deve cambiare, Cardinali dimettetevi voi, conclave


RIVOLUZIONE A SAN PIETRO. Benedetto XVI continuerà ad essere Papa: la sua figura non è prevista dall'ordinamento canonico e non si sa quali saranno diritti e doveriCI SARANNO DUE PAPI IN VATICANO...  RATZINGHER SARA' PONTEFICE EMERITO
DOMANI, alle 20, Benedetto XVI lascerà il suo ruolo. Sarà,  nascosto al mondo, in una casa di clausura annessa a San Pietro. Presenza/assenza di formidabile potenza.  La Chiesa, oggi, è un’istituzione in crisi profondissima:  necessitava di  questo shock religioso, morale, emotivo e comunicativo planetario. La strategia è mirabile. Invece che l’azione, il Papa ha scelto la sottrazione. La Chiesa ha bisogno di purificazione urgente colpita come è  da scandali finanziari, rischi di bancarotta, spionaggi d’ogni tipo e tradimenti vergognosi. Lo scandalo della pedofilia ha assunto dimensioni devastanti.  Benedetto XVI ha coraggiosamente iniziato il lavoro di purificazione della Chiesa, fin dalla sua nomina, il 19 aprile 2005. La sensazione è che sia stato un Papa profondamente solo. Accerchiato da una Curia più attenta ai giochi di potere che all’essenza dello Spirito. E allora ha scelto un gesto estremo: la rinuncia perchè la fede trionfi, oltre le umane debolezze, i limiti, le corruzioni e i pervadenti demoni. Anch'io saluto il suo meditato addio con rispetto, ammirazione e commozione. 
Benedetto XVI, l'ultima udienzaUn commosso saluto alle migliaia e migliaia di fedeli giunti da ogni parte d'Italia e del mondo per prendere parte all'ultima udienza prima del suo commiato, domani. "C'è in me una grande fiducia, il Signore mi ha guidato. Non abbandono  la Croce, ma resto in modo nuovo presso il Signore Crocifisso. Pregate per il mio successore". Un testamento, le sue ultime parole, che tracciano un confine tra il pri­ma e dopo e indicano un percor­so: la preghiera, la vocazione, la gratitudine, l’abbandono a Cristo che guida la sua barca. Non è possibile organizzare il tem­po della comunità cristiana senza un recupero della sua ascesi cre­dente, la preghiera come spazio di fede e come offerta di nuova so­stanza di appartenenza. La vocazione è me­moria di un incontro, rimando al primo 'sì' dato al Maestro di Galilea, che ogni creden­te deve tenere sempre presente, che deve te­ner presente la Chiesa per dare risposta alla sua stessa vita. Come non vivere la fede e la storia con gratitudine, originando uno stile rivoluzionario di vita che nella Chiesa offra al mondo la sua testimonianza di impegno alla gioia. Il tempo ci dirà quanto di ciò che ci sta con­segnando in questi giorni Benedetto resterà, in un’epoca capace di emozionarsi veloce­mente e velocemente dimenticare. La storia futura di sicuro non dimenticherà Benedet­to, non dimenticherà che un uomo, il suc­cessore di Pietro, ha avuto il coraggio della profezia, mentre parole di fumo avanzano nel consesso degli uomini. Domani sera il Santo Padre lascerà il ponti­ficato, e si comincerà a parlare del dopo Rat­zinger. Nel frattempo, c’è ancora spazio per raccogliere la sua testimonianza e fare teso­ro di tanta ricchezza. Nel frattempo, il suc­cessore di Pietro, Vicario di Cristo, è Bene­detto XVI, e chi ascolta lui ascolta il Maestro di Galilea: dopo ci attrezzeremo al dopo, o­ra è tempo di godere – e soffrire – il presen­te che ci è concesso.